di Anna Messia e Roberto Sommella
Trasporti senza Garante e assicurazioni in attesa di due controllori. ?? questa la situazione in due settori strategici per l’economia. E l’impasse è ancora più grave se si pensa che si tratta di due nuove autorità di controllo: quella appunto destinata a sovrintendere alle diatribe sui binari, come quelle già in corso da tempo tra Ferrovie dello Stato e Ntv, e la nuova Isvap, ridenominata Ivass a trazione Banca d’Italia. Il primo caso è quello più clamoroso. La nascita dell’authority invocata da mesi inutilmente da Luca Cordero di Montezemolo (che di Ntv è azionista) è stata stabilita per legge la scorsa primavera ma il governo, dopo lo stop del Parlamento a una prima terna di nomi di consiglieri del board del neogarante, composta da Pasquale De Lise, Barbara Marinali e Mario Sebastiani, ha per il momento messo tutto nel cassetto. Qualche settimana fa era infatti circolato il nome di Gian Maria Gros-Pietro come possibile presidente dell’Authority, che avrebbe trovato il favore anche dei contendenti, ma poi tutto è sparito nelle nebbie, dopo che nel tritacarne dei possibili candidati erano finiti anche l’ex presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, Vito Riggio, patron dell’Enac e Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera, che poi è l’organo parlamentare dove le nomine di Palazzo Chigi devono essere ratificate. Il sottosegretario ai Trasporti, Guido Improta, alla ripresa dopo la pausa estiva si era spinto ad annunciare che «entro il 28 settembre» l’esecutivo Monti e il suo ministro, Corrado Passera, avrebbero fatto di tutto per «finalizzare la sua azione per soddisfare al meglio l’ormai elevato grado di aspettativa per nomine che ritiene di particolare significato e valore per il settore del trasporto, così importante per l’economia del Paese». Purtroppo alle parole non sono seguiti i fatti. E che ci sia grande attesa anche nel settore assicurativo lo dimostrano i recenti eventi legati alle vicende giudiziarie sul caso Unipol-Fonsai e alla decisione sempre del governo, prima di chiudere l’Isvap, inglobandola direttamente in una neo struttura denominata Ivass, e poi di affidarla alla guida di un uomo di grande esperienza come il direttore generale di Via Nazionale, Fabrizio Saccomanni. Il problema anche qui è che i due nomi dei consiglieri che dovranno affiancare il dg (presumibilmente un uomo e una donna), sono stati proposti da Palazzo Koch al governo insieme allo statuto del neo istituto, ma ancora non sono stati comunicati ufficialmente: il dossier è ora sul tavolo di Passera e dei suoi tecnici, che devono anche verificare la bozza dell’ordinamento. Il Consiglio dei ministri che dovrebbe ratificare il ticket dovrebbe riunirsi venerdì prossimo, ma qualcuno sostiene che sulla coppia di esperti assicurativi Bankitalia e Sviluppo non abbiano ancora trovato la quadra. Intanto Saccomanni va avanti e oggi, anticipato da una mail ufficiale, incontrerà i dirigenti e i dipendenti dell’Isvap, che almeno ancora per sei mesi resteranno nella sede attuale. (riproduzione riservata)