Strutture pubbliche o private: a chi si rivolgono gli italiani quando si occupano della propria salute?
Per un ampio ventaglio di prestazioni emerge un diffuso utilizzo delle strutture private, di cui gli italiani apprezzano i tempi rapidi, il servizio ed il comfort. Inoltre già da tempo gli italiani attribuiscono una maggiore competenza agli specialisti che lavorano nelle strutture private (così si è espresso l’82% del campione).
Questo è quanto rilevato dall’ultima indagine realizzata dall’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha preso in esame alcune delle più comuni visite mediche a cui ci si sottopone chiedendo agli italiani a chi si fossero rivolti negli ultimi 12 mesi e a chi si rivolgeranno in futuro.
Nell’ultimo anno, ad esempio, l’85% degli italiani intervistati si è rivolto ad un dentista privato. Una scelta obbligata in quanto l’offerta pubblica è prevista solo per specifici casi e fornita esclusivamente ad alcune fasce della popolazione. La conseguenza è che gli italiani devono sostenere questa spesa di tasca propria (solo l’1% lo ha fatto attraverso un’assicurazione sanitaria).
Anche in diversi settori dove l’offerta pubblica è presente, come la cura degli occhi, la preferenza di una significativa quota di connazionali ricade tuttavia sul privato: vi si è rivolto infatti il 52% degli italiani che ha effettuato esami oculistici, percentuale che sale al 64% tra i cittadini del Sud.
Strutture private scelte da un italiano su tre (32%) anche in caso di ecografia così come risultano essere le preferite dalla metà delle donne intervistate (49%) per una visita specialistica quale la ginecologia.
L’Osservatorio UniSalute ha inoltre chiesto agli italiani se, in futuro, continueranno a rivolgersi allo stesso tipo di struttura per ognuno di questi esami e si scopre che l’intenzione sarebbe quella di poter fare affidamento sul settore pubblico. Segnale della crescente attenzione ai costi, anche per questioni riguardanti la salute.
Un tema con cui deve confrontarsi continuamente anche il sistema pubblico che, a causa dei tagli periodici a cui è sottoposto, farà però sempre più fatica a fornire quel servizio che gli italiani auspicano.
Lo scenario che potrebbe prospettarsi sembra dunque essere, a dispetto di quanto auspicato dagli italiani, quello di un maggior uso delle strutture private e, purtroppo, una crescente disponibilità a rinunciare alle cure per via degli eccessivi costi. In quest’ottica è indispensabile lavorare allo sviluppo e alla diffusione di forme di sostegno ai redditi delle famiglie che possano permettere un maggiore e più esteso riscorso a prestazioni sanitarie da parte dei cittadini. Se la spesa cosiddetta “out of pocket “(cioè sostenuta direttamente dai cittadini) rappresenta l’88% della spesa sanitaria privata, la quota coperta da Fondi nazionali di categoria, Casse aziendali, Mutue e Assicurazioni private è infatti oggi solo del 12% (Fonte: elaborazione UniSalute su dati Relazione generale sulla situazione economica del paese – RGE 24/6/2010).