Nel 2011 gli incidenti stradali con lesioni a persone rilevati in Italia sono stati 205.638 e hanno causato il decesso di 3.860 persone, mentre altre 292.019 sono rimaste ferite.
Lo ha rilevato l’ultima statistica ACI-ISTAT resa nota la scorsa settimana.
Ogni giorno, durante il 2011, si sono verificati mediamente 563 incidenti stradali che hanno comportato lesioni alle persone e, in particolare, la morte di 11 persone e il ferimento di altre 800. Rispetto al 2010, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-2,7%) e dei feriti (-3,5%) e un calo più consistente del numero dei morti (-5,6%). Da segnalare una diminuzione costante del numero di morti sulle strade a partire dal 2001.
Gli incidenti stradali sono stati verbalizzati nel maggior numero dei casi dalla Polizia Locale (66,6%). La Polizia Stradale e i Carabinieri hanno rilevato, rispettivamente, il 17,4% e il 15,8 degli incidenti. Lo 0,2% è stato registrato, invece, da altri organi di rilevazione.
In Italia, tra il 2001 e il 2011, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 205.638, con un calo del 21,8%; i morti sono passati da 7.096 a 3.860 (-45,6%) e i feriti da 373.286 a 292.019 (-21,8%). Nello stesso periodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), passato da 2,70 nel 2001 a 1,88 nel 2011. La variazione percentuale annua del numero dei morti evidenzia, a partire dal 2002, una riduzione della mortalità sempre più consistente nel tempo. Tra il 2010 e il 2011 la diminuzione del numero dei morti è stata del 5,6%.
In ogni caso l’Italia fa meglio della media europea, dove nel 2011 si registrano 30.168 morti per incidente stradale, il 2,8% in meno rispetto all’anno precedente. Rispetto all’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel Libro Bianco del 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010, benché sia vicina a questo traguardo, l’Italia non ha ancora raggiunto, nel 2011, tale livello. Il calo registrato in Italia, del 45,6%, è comunque più elevato del valore medio europeo pari a -44,5%.