di Mauro Romano
Metlife, il colosso assicurativo statunitense, è pronto a scommettere sul mercato retail italiano e a sfruttare le nuove possibilità che si sono aperte dopo le recenti modifiche legislative. Il riferimento è in prima battuta alle nuove regole che hanno reso più facile gli accordi tra gli agenti, aumentando il numero dei distributori che operano con più mandati. Ma nuovi orizzonti si sono aperti anche allo sportello, dove ora le banche che vendono un mutuo o un finanziamento sono obbligate ad accettare la polizza assicurativa di un concorrente che il cliente portasse in filiale. Una norma che ha dato spazio agli operatori indipendenti, allentando un po’ i legami bancassicurativi che finora avevano dominato il mercato delle polizze Vita legate ai mutui. E Metlife vuole approfittarne. «Siamo pronti a presentarci al mercato con prodotti assicurativi semplici e convenienti. Finora in Italia avevamo operato esclusivamente tramite accordi con altri distributori, in una logica business to business», dice Robert Gauci, alla guida della branch italiana di Metlife. «In pratica l’assicurato comprava la nostra polizza presso un altro intermediario, ma di fatto quasi non ci conosceva. Ora invece abbiamo iniziato a vendere polizze direttamente tramite il nostro sito internet www.metlife.it e vogliamo far conoscere il marchio anche al retail, anche se continueremo a lavorare in un settore di nicchia dei prodotti Vita di puro rischio, infortuni e malattia, e degli employee benefits». La distribuzione diretta non è però l’unica novità che riguarda Metlife in Italia. La compagnia, nata dalla trasformazione di Alico Italia (la ex Aig) e rilevata appunto poco meno di due anni fa da Metlife, ha appena trasformato la società italiana in una branch di Metlife Europe Limited (si veda MF-MilanoFinanza del 18 ottobre). Un processo riorganizzativo che ha coinvolto tutte le attività europee di Metlife e che è partito proprio dall’Italia. «L’altro canale su cui punteremo è quello degli agenti plurimandatari, broker e mediatori creditizi», continua Gauci. «Oggi abbiamo accordi con circa 400 operatori ma contiamo di arrivare a 2 mila entro il 2016». Una strategia, quella di aumentare gli accordi distributivi, che ha già dato buoni risultati nel primo semestre di quest’anno, considerando che mentre il mercato registrava un calo della raccolta dell’8-9% Metlife in Italia cresceva di circa il 4%. Ieri intanto la casamadre americana Metlife ha diffuso i dati del terzo trimestre, che hanno registrato un utile operativo in aumento del 47% a 1,42 miliardi di dollari, migliore delle stime. Ha dovuto tuttavia scontare oneri straordinari determinati dal business delle variable annuities che hanno pesato per 1,6 miliardi di dollari, con perdite per 954 milioni di dollari, contro i profitti per 3,58 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso. (riproduzione riservata)