Una nuova ricerca dei Lloyd’s di Londra richiama l’attenzione su un deficit assicurativo su base annuale pari a 168 miliardi di dollari (la cifra si basa sul calo dei premi assicurativi Danni nei paesi sottoassicurati nel 2011) che lascia 17 paesi ad alto sviluppo seriamente esposti a costi a lungo termine derivanti da eventi catastrofali.
Il nuovo studio indipendente condotto dal Centre for Economics & Business Research (CEBR) e commissionato dai Lloyd’s evidenzia chiari rischi per i paesi colpiti da questa mancanza inclusi un inutile carico sullo Stato e un maggiore costo per il ripristino dopo i disastri:
– Sullo Stato pesa una proporzione eccessiva del costo delle catastrofi naturali in paesi con un livello di assicurazione basso. Un incremento del 1% nella penetrazione assicurativa di un paese può ridurre la responsabilità dello Stato del 22%. Per esempio il terremoto del Sichuan che ha colpito la Cina nel 2008 ha causato danni stimati pari a 125 miliardi di dollari e solo lo 0.3% era coperto da assicurazioni. Lo Stato cinese ha dovuto pagare quasi tutti i costi.
– I costi per il recupero dopo la catastrofe sono minori nei paesi che hanno maggiori livelli di assicurazione. Un incremento del 1% nella penetrazione assicurativa porta ad una riduzione del 13% delle perdite non assicurate
– Il ritmo e l’entità degli sviluppi dell’economia globale hanno visto un incremento del costo delle catastrofi pari a 870 miliardi di dollari dal 1980. Il livello delle catastrofi naturali nel 2011 ha causato sinistri assicurativi per 107 miliardi di dollari – il secondo anno più costoso per l’industria assicurativa in generale ed il più costoso in assoluto per sinistri derivanti da catastrofi naturali.
Richard Ward, Chief Executive dei Lloyd’s, ha detto: “Con il Super Uragano Sandy ancora fresco nelle nostre menti, spero che questa ricerca stimolerà un dibattito su come i governi – e le attività – gestiscono il rischio relativo alle catastrofi naturali. Solleva inoltre importanti interrogativi in merito al trasferimento del rischio in opposizione all’utilizzo di fondi pubblici a copertura dei costi. L’assicurazione esiste per due semplici ragioni: prima di tutto per aiutare a prevenire che si verifichino delle perdite ma anche per alleviare le conseguenze finanziarie se il disastro si abbatte.
Come sottolinea questa ricerca, troppi paesi ad alto sviluppo non stanno prendendo iniziative per prepararsi adeguatamente a questo tipo di eventi, lasciando esposte persone e attività. Mentre le economie ad alto sviluppo continuano a crescere e le catene di fornitura diventano sempre più collegate fra loro, è tempo di chiedersi: il mondo può permettersi di correre un rischio di così grande portata?”
Lo studio completo è il primo di questo tipo e crea una misura di benchmark per la ‘sottoassicurazione’. Altri punti salienti includono:
– Un’analisi di cinque principali disastri a livello mondiale mostra che solo il 21% ($115mld) della perdita economica totale di 538 miliardi di dollari era coperta da assicurazioni nel mondo.
– La Cina ha assicurato solo l’ 1.4% delle perdite derivanti da catastrofi naturali tra il 2004 ed il 2011, con 208 miliardi di dollari in perdite non assicurate.
– In cinque dei 17 paesi identificati come seriamente sottoassicurati, la perdita media non assicurata derivante dalle principali catastrofi è almeno pari al 80%. Il costo medio non assicurato per le catastrofi in Cina è 18,91 miliardi di dollari; in India di 1,96 miliardi di dollari e in Indonesia è 1,45 miliardi di dollari.
– Maggiori livelli di assicurazione sono positivamente correlati alla crescita economica. Un incremento del 1% nella penetrazione assicurativa si lega ad un aumento degli investimenti del 2% del PIL nazionale.
In presenza di un continuo aumento del costo delle catastrofi naturali ogni anno, i Lloyd’s fanno appello ad attività, governi e assicuratori affinché siano intraprese le iniziative necessarie per far fronte alla minaccia di queste mancanze assicurative sui posti di lavoro, sulle abitazioni e sulle attività in questi paesi maggiormente coinvolti:
– Le aziende devono avere una visione a più lungo termine. La gestione del rischio deve essere portata al livello dei consigli di amministrazione e le attività dovrebbero investire maggiormente nella preparazione a breve termine della protezione a lungo termine. Ciò significa una migliore pianificazione per le emergenze per proteggere le catene di fornitura. Miglior pianificazione e gestione del rischio può far risparmiare denaro nel lungo termine, liberare fondi da dedicare agli investimenti e permettere alle aziende di assorbire meglio gli shocks.
– I governi devono investire maggiormente in iniziative volte a mitigare i rischi utilizzando ad esempio barriere per le inondazioni e protezioni costiere e promuovere rigidi codici di costruzione al fine di minimizzare i danni causati dalla prossima grande catastrofe naturale in un clima fiscale fragile. I governi possono anche aiutare le loro economie aprendo i mercati agli assicuratori privati per aumentare la capacità a disposizione per la sottoscrizione dei rischi.
– L’industria assicurativa deve lavorare per comprendere meglio il rischio nelle economie in via di sviluppo – per permettere di ricercare e quotare nuovi rischi. Ciò potrebbe voler dire investire nelle relazioni con assicuratori in territori poco conosciuti nei quali il problema della sottoassicurazione è più grave e fare di più per sviluppare una serie di prodotti e modelli per nuovi clienti nelle economie in crescita.
Douglas McWilliams, fondatore e Chief Executive di CEBR, ha detto: “Questo vuoto assicurativo ha un impatto enorme e duraturo sulla capacità delle aziende, dei governi e delle persone di riprendersi dopo un terremoto, un uragano, un’inondazione o un incendio forestale, eventi che ogni anno ci colpiscono tutti. Ciò significa ordini e posti di lavoro persi, denaro dei contribuenti sprecato poiché la mancata preparazione in anticipo per questi eventi crea costi più pesanti e ingestibili. ”
Il rapporto completo è disponibile al sito: www.lloyds.com/underinsurance