di Anna Messia
Nodo Ina Assitalia sul tavolo delle Generali. Al lavoro, per riorganizzare tutte le compagnie italiane del gruppo, c’è, come noto, l’ex cfo di Generali, Raffaele Agrusti, che, secondo la nuova governance disegnata dall’amministratore delegato Mario Greco, ha ora il ruolo di country manager per l’Italia. Sulla sua scrivania, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, ci sarebbe l’ipotesi di integrare parte delle attività di Toro nella compagnia capitolina Ina Assitalia oltre che nel Leone, tenendo però fuori Alleanza (una volta separata di nuovo dalla Toro). Il velo su questo nuovo riassetto si alzerà solo il prossimo 14 gennaio a Londra, quando Greco illustrerà il nuovo piano strategico. Al di là delle riorganizzazioni e delle fusioni, Agrusti dovrà trovare soprattutto la strada per aumentare la redditività delle singole compagnie, a partire da Ina Assitalia, che tra le controllate italiane di Generali appare probabilmente quella più bisognosa di sostegno. Greco, illustrando il 9 novembre scorso i risultati dei nove mesi del gruppo (chiusi con un risultato operativo di 3,3 miliardi), non ha comunicato i numeri delle singole controllate. Ma il giorno prima, giovedì 8, in un incontro con le rappresentanze sindacali l’amministratore delegato di Ina Assitalia, Fabio Buscarini, aveva illustrato l’andamento della compagnia ai dipendenti: nei nove mesi del 2012 Ina Assitalia, che aveva chiuso il 2011 con un passivo di 150 milioni, ha registrato un decremento del ramo Vita con un calo del 10% dei premi unici e del 7% di quelli annui. Mentre i riscatti sono saliti del 10%. Nel ramo Danni invece il combined ratio è risultato pari al 102,1%, al netto dei tre punti dovuti ai danni provenienti dai rischi catastrofali, contro il 96,6% dell’intero gruppo, su cui pure pesava un peggioramento di 1,3 punti dovuto ai terremoti. Buscarini, secondo quanto riportato nel comunicato dei sindacati, ha fatto sapere di essere cautamente ottimista per il 2013 di Ina Assitalia. Perché la fase di pulizia del portafoglio e la cura dimagrante, che hanno comportato la risistemazione di situazione problematiche in particolare nel settore Auto, può considerarsi ultimata. Non la pensano però così i sindacati, secondo i quali Ina Assitalia applica una politica commerciale e tariffaria non più concorrenziale neppure rispetto alle altre compagnie del gruppo. E «tutti i dati riferiti al mercato Italia, dalla raccolta premi al combined ratio, vedono Ina Assitalia scostarsi negativamente da quelli di gruppo». (riproduzione riservata)