di Andrea Di Biase
Dopo il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, anche il ceo di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, smentisce l’esistenza di un disegno, attribuito alla Ca’ de Sass e ai suoi grandi azionisti, volto a rafforzare la presenza italiana nel capitale delle Generali, affiancando gli attuali soci coagulati attorno a Mediobanca. Secondo Cucchiani, quello della difesa dell’italianità della compagnia triestina «è un tema del tutto inesistente». Non solo perché né Intesa Sanpaolo né la Fondazione Cariplo, seppure per ragioni differenti, sono in condizione di aumentare le rispettive quote nella compagnia triestina, ma anche perché, stando al ragionamento di Cucchiani, una cordata è di fatto irrealizzabile, non esistendo sul mercato soggetti pronti a investire su suggerimento di qualcun altro. Intesa, come è noto, avendo le Generali tra i propri grandi azionisti con una quota del 3,14%, in virtù della norma sulle partecipazioni incrociate, non avrebbe grandi margini per rafforzare la propria posizione, oggi pari all’1,68%. Potrebbe al massimo salire fino al 2%, ma superata quella soglia avrebbe i diritti di voto congelati. Non avrebbe invece questo problema la Fondazione Cariplo, che ha in portafoglio una quota del Leone pari all’1,52%. Tuttavia, come ha recentemente spiegato Guzzetti, il regolamento in materia di investimenti della Fondazione prevede che questa non possa effettuare altri investimenti in società quotate in borsa. Il tema, dunque, almeno da un punto di vista strettamente tecnico, sembrerebbe proprio non sussistere. Anche se rimangono comunque in molti a Piazza Affari a considerare Trieste il vero obiettivo di Bazoli e Guzzetti. Intesa, che è rappresentata nel cda del Leone da Alessandro Pedersoli, e Cariplo, possono contare su una quota complessiva del 3,2%. A questa, fino a qualche anno fa, si sommava anche la partecipazione del 2,2% del finanziere Romain Zaleski. Oggi la quota della Tassara, sulla quale ora ha influenza non solo Intesa, ma anche Unicredit, si è ridotta allo 0,68%. Per questo qualcuno ha ipotizzato l’ingresso in scena di nuovi soggetti pronti ad affiancare Ca’ de Sass e Cariplo. Ipotesi che ieri è stata seccamente smentita da Cucchiani. (riproduzione riservata)