Il 70° compleanno di una professione con grandi opportunità di lavoro e sviluppo che non conosce disoccupati, quella dell’attuario, è stato celebrato il 28 novembre dall’Ordine e dal Consiglio Nazionale degli attuari con un convegno, “1942-2012: passato, presente e futuro nella professione di Attuario in Italia”, che ha riunito a Roma esponenti di spicco del mondo assicurativo e previdenziale.
Gli attuari sono 80.000 nel mondo, 19.000 in Europa, soltanto 900 in Italia. Specializzati in statistica, matematica e calcolo delle probabilità, valutano i rischi assicurativi e finanziari, quantificano fenomeni incerti e rischiosi, stimano l’andamento futuro di variabili demografiche, ambientali, economiche.
Sono tra i professionisti più ricercati al mondo: le posizioni occupate nelle aziende, la qualità del lavoro che svolgono e i livelli di retribuzione collocano regolarmente gli attuari ai vertici delle classifiche internazionali delle professioni più richieste e più ambite.
In Italia il tasso di disoccupazione della categoria è pressoché zero: neanche un disoccupato. La domanda di attuari continua spesso a superare l’offerta al punto che sempre più frequentemente i giovani che si indirizzano verso la professione ricevono proposte di lavoro prima ancora di aver terminato gli studi. “Abbiamo avviato con l’Ordine Nazionale – spiega il Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, Giampaolo Crenca – da un lato un’attività di comunicazione che faccia conoscere il lavoro degli attuari nel campo delle pensioni, delle assicurazioni e della finanza, dall’altro una campagna promozionale nelle scuole superiori per suscitare l’interesse dei giovani verso un percorso formativo che offre ottime opportunità di lavoro”.
Si diventa attuari iscritti all’Albo superando un esame di Stato per il quale occorre essere laureati in Finanza o in Scienze Statistiche Attuariali e Finanziarie o in Scienze Statistiche. L’attività si può svolgere sia da libero professionista (in Italia sono circa 200), sia come dipendente presso Compagnie di Assicurazione e Riassicurazione (circa 400), nel settore previdenziale (circa 150), nelle Università, nelle Authority di Vigilanza come Ivass e Covip, nel mondo finanziario.
L’attuario costruisce e valuta prodotti finanziari e assicurativi, effettua analisi statistiche, gestisce a livello informatico i dati sui mercati finanziari, realizza e certifica i bilanci delle imprese di assicurazione, dei fondi pensione, delle casse di previdenza, dei fondi sanitari integrativi; effettua valutazioni patrimoniali ed economiche di aziende pubbliche e private, svolge consulenze tecniche per i Tribunali.
Per la professione le prospettive, come hanno confermato oggi gli interventi al convegno di Roma sono decisamente favorevoli. “Oltre alla sempre maggiore rilevanza delle attività di Risk Management (Gestione dei Rischi) non soltanto nelle assicurazioni e nella finanza ma anche nelle imprese – sottolinea Giampaolo Crenca – l’avvento dei nuovi principi contabili internazionali IAS e l’introduzione della Normativa Europea Solvency II per le assicurazioni aprono per i giovani attuari ulteriori spazi occupazionali qualificati e di prestigio”.
Con Giampaolo Crenca, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari, e Carla Angela, Presidente dell’Ordine Nazionale degli Attuari, al convegno sono intervenuti: Dario Focarelli, Direttore Generale ANIA; Chris Daykin, Past President del Groupe Consultatif Actuariel Européenne; Giuseppe Orrù, Past Presidente Ordine e Consiglio Nazionale degli Attuari; Riccardo Ottaviani, Presidente dell’Istituto Italiano degli Attuari; Vincenzo Urciuoli, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Attuari; Manlio Lostuzzi, Vicedirettore di Assicurazioni Generali Italia; Massimo De Felice, Presidente Inail; Fabio Baione, Consulente; Marco Pirra, Ricercatore Universitario.