Il Comitato Costituente della nuova Associazione degli Agenti di Assicurazione (che prenderà il via domani) prende posizione sulle voci che si rincorrono in queste ore sugli emendamenti presentati al cd. Decreto Crescita in tema assicurativo, in discussione alla X Commissione in Senato, ribadendo – in linea di principio – il suo favore verso la norma sulla collaborazione fra gli intermediari contenuta nell’art. 22, purché venga limitata ai rami danni non auto.
Nell’attesa della formale costituzione della nuova associazione che le conferirebbe la legittimità a essere ufficialmente convocata alle audizioni parlamentari, il Comitato Costituente ha fatto giungere indirettamente ad alcuni rappresentanti del Senato e del Governo, la sua posizione sulla collaborazione fra gli intermediari assicurativi. Quest’ultima, se limitata ai rami danni non auto (prodotti di offerta), pur non rappresentando la “panacea di tutti i mali”, in linea di principio potrà offrire un’utilità per quegli agenti di compagnie, per lo più meno strutturate, di piazzare i rischi rifiutati ad altri colleghi, pur di non perdere l’affare ma disposti ad accettare una provvigione ridotta.
Restano tuttavia da valutare e chiarire tutte le problematiche in termini di rispetto della privacy, della formazione sui prodotti, della compliance ai regolamenti Isvap e delle conseguenti responsabilità.
Il Comitato esprime invece una decisa e convinta contrarietà, oltre alla norma del non tacito rinnovo RCA, all’ipotesi che la collaborazione tra agenti venga estesa anche alla RCA.
Secondo il Comitato si tratterebbe di una norma ridondante visto che già con l’assetto normativo attuale gli agenti possono collaborare fra di loro previa contemporanea iscrizione nelle sezioni A ed E del RUI.
Inoltre per il Comitato ci sarebbe un fortissimo rischio di disintermediazione dal momento che la collaborazione nella rcauto combinata con il prodotto standard spingerebbe le compagnie a concentrarsi sui canali diretti, visto che la spinta del cliente all’acquisto si concentrerebbe esclusivamente sul prezzo ignorando il valore aggiunto della consulenza dell’agente, e avvantaggerebbe i canali bancari e quello postale, lasciando gli assicurati sprovvisti non solo del servizio post-vendita e dell’assistenza in caso di sinistri, ma anche e soprattutto del consiglio competente per costruire un prodotto adeguato.
Inoltre, secondo il Comitato, la rc auto, prodotto di domanda vista la sua obbligatorietà, è in fase involutiva dovuta sia ai continui margini ridotti (che con le collaborazioni si ridurrebbero ancora di più) e sia alle conseguenze della crisi economica con una fortissima contrazione delle immatricolazioni e della circolazione di autovetture.
A pagarne maggiormente le conseguenze sarebbero in particolare quelle piccole e medie agenzie che hanno un business focalizzato prevalentemente su questo ramo assicurativo.
L’endemica riduzione dei ricavi e l’inesorabile processo di compressione provvigionale, a cui si aggiungono il perdurare della crisi economica e le ulteriori aggravanti degli oneri amministrativi e dei carichi burocratici, imporrebbero ben altra politica sindacale piuttosto che sprecare tempo, energie e risorse per ottenere per legge l’imposizione del plurimandato, che è uno strumento già conquistato ed esistente. Imposizione, peraltro, che rappresenterebbe un’indebita ingerenza nella libera iniziativa imprenditoriale con il rischio di presentare anche profili d’incostituzionalità.
Il Comitato invita quindi gli agenti di assicurazione a soprassedere, per il momento, nell’inviare qualsiasi comunicazione all’Ivass nell’attesa che il decreto venga definitivamente convertito in legge e
nell’attesa soprattutto dei decreti e dei regolamenti attuativi in modo da verificare ed analizzare nel dettaglio tutte le varie problematiche e le responsabilità suindicate.