di Anna Messia
Era uno dei capisaldi del decreto Crescita in tema assicurativo: dare la possibilità agli agenti e ai broker di siglare tra loro accordi di distribuzione, accelerando di fatto la diffusione del plurimandato, non solo in ambito Rc Auto ma anche per le polizze Vita o per quelle Infortuni. Ma a pochi mesi da quel decreto sull’argomento, come era forse prevedibile, è scoppiata la bagarre. Da una parte sull’articolo del decreto in questione, in discussione in commissione Industria del Senato, si è susseguita una pioggia di emendamenti bipartisan che (soprattutto dal Pdl) puntano a cancellare completamente le norme. Dall’altra anche tra gli stessi agenti sono venute a galla tensioni che già sopivano nella categoria, portando addirittura a una spaccatura nello Sna (il Sindacato nazionale agenti) dal quale sono usciti (e stanno per uscire in questi giorni) in particolare i presidenti del gruppo agenti che in qualche modo sono più vicini agli interessi delle compagnie di assicurazione, contrarie (specie le più grandi) ad aprire ulteriormente il mercato al plurimandato perché timorose di perdere la presa sulle reti di vendita. Già a metà novembre c’era stata l’espulsione dalla Sna di Vincenzo Cirasola, presidente del gruppo agenti delle Generali, già vicepresidente nazionale Sna durante la presidenza di Tristano Ghironi e attualmente presidente della sezione provinciale dello Sna di Bologna. Secondo il Sindacato nazionale, Cisarola aveva indebitamente interferito nei rapporti istituzionali tra l’Isvap, Ania, governo e Sna, «frapponendosi tra questi arbitrariamente, impropriamente dichiarandosi rappresentante di gruppi aziendali già rappresentati e aderenti allo Sna». Insomma, avrebbe remato contro la linea direttiva del sindacato guidato da Claudio Demozzi, meritando appunto l’espulsione. Ma Cisarola non si è dato per vinto e insieme ad altri dissidenti sta per creare una nuova associazione nazionale, mentre lo Sna ha deciso di unire le forze con l’altro sindacato nazionale finora esistente, Unapass, lavorando a una fusione. Ma lo scoglio più grande, che gli agenti che chiedono l’apertura della distribuzione dovranno superare, arriva probabilmente dal Parlamento, con numerosi senatori schierati appunto per un ritorno al passato. Qualcuno, come Anna Rita Fioroni (Pd) è stata pronta a promuovere le norme del decreto Sviluppo, proponendo anzi di dare in aggiunta una copertura di 15 giorni a favore dell’assicurato «oltre la scadenza naturale del contratto fino alla nuova polizza». Ma altri, come Enzo Ghigo (Pdl), Francesco Casoli (Pdl) e Cosimo Izzo (Pdl) hanno presentato un emendamento per cancellare le novità. Come del resto Antonio Paravia (Pdl). L’ultima parola spetterà ovviamente al governo che, a quanto pare, sembra propenso a tenere vive le nuove norme. Intanto in questi giorni, a dimostrazione dell’interesse del settore sul tema plurimandato, la casella di posta dell’Isvap, l’autorità di controllo del settore, è stata letteralmente intasata dalle lettere di intermediari-agenti che hanno dichiarato di avere intrapreso collaborazioni con altri intermediari iscritti al registro, considerando che, anche se in attesa di conversione, la legge è oggi operativa. (riproduzione riservata)