Allianz chiude il terzo trimestre in forte crescita (per la terza volta consecutiva), con un aumento dell’utile netto di ben sette volte grazie all’assenza delle grandi svalutazioni e degli elevati risarcimenti danni per disastri naturali che avevano influenzato negativamente i risultati dell’anno scorso.
Il gruppo ha concluso il terzo trimestre con un utile netto attribuibile ai soci di 1,34 miliardi, in rialzo rispetto ai 196 milioni registrati nell’analogo periodo del 2011, grazie anche al solido contributo delle divisioni attive nei segmenti assicurativo e di gestione patrimoniale e alla minore imposizione fiscale.
Allianz ha rivisto al rialzo le guidance sull’utile operativo del 2012 sulla scorta della performance realizzata nei tre mesi, ma ha avvisato che l’outlook è ancora soggetto a possibili revisioni in quanto impossibilitata a fornire stime attendibili sui danni provocati dall’uragano Sandy negli Stati Uniti.
Secondo le stime di alcune società specializzate in modelli di rischio, l’intero comparto assicurativo potrebbe dover affrontare perdite comprese tra 7 e 20 miliardi di dollari per le conseguenze dell’uragano che ha colpito la costa nord-orientale degli Stati Uniti e in particolare l’area di New York.
Il colosso tedesco conta quindi di chiudere l’esercizio con un risultato operativo superiore a 9 miliardi di euro, a fronte della precedente previsione inserita in una forchetta tra 7,7 e 8,7 miliardi. Nel trimestre, Allianz ha messo a segno una crescita del risultato operativo del 33% su base annua, a 2,53 miliardi, che hanno portato il dato dei primi nove mesi dell’anno a 7,23 miliardi.
Dalla presentazione fatta dal direttore finanziario Oliver Bäte, risulta che il gruppo a fine settembre aveva in portafoglio debito sovrano dei Paesi dell’Europa meridionale e dell’Irlanda per 34,5 mliardi a fine settembre. La quota più elevata va all’Italia con il 7% del totale, mentre la Spagna assorbe lo 0,6% del portafoglio. Minima, con uno zero percentuale, l’esposizione su Grecia, Irlanda e Portogallo. Il portafoglio in bond sovrani di questi Paesi rappresenta il 7,6% del totale investito da Allianz in titoli a reddito fisso che è pari, sempre a fine settembre, a 452,8 miliardi.
Per quanto riguarda l’andamento del gruppo in Italia, Bäte ha confermato che Allianz sta registrando numeri molto forti in Italia nel ramo danni, anche se il trend “probabilmente non potrà essere sostenuto nel lungo termine”.
Un tale livello di redditività “continuerà almeno nel futuro prevedibile e lo useremo per rafforzare la nostra posizione sul mercato”.
Nel ramo danni, Allianz ha incrementato i ricavi nel nostro Paese dell’1,3% nel terzo trimestre rispetto a un anno prima a 836 milioni. Il combined ratio è sceso, nei danni, a 81,2% (96,3% a livello di Gruppo), in forte miglioramento dall’86,3% di un anno fa e dal 99,4% di due anni fa.
Bäte si è detto, invece, non soddisfatto dell’andamento del ramo vita e malattia in Italia con ricavi in calo del 3% nel terzo trimestre a 1,34 miliardi (1,38 miliardi un anno fa) e un deflusso di fondi pari allo 0,3%, riconducibile soprattutto, al canale di distribuzione della bancassurance e al fatto che Allianz intende, prima di tutto, proteggere i margini.
In quanto alla possibilità di nuova tornata di liberalizzazioni per l’Rca Auto, nel quadro del decreto Sviluppo, Bäte ha commentato che ”i margini saranno messi sotto pressione, ma preferiamo aspettare i decreti attuativi prima di dare una valutazione. Alla fine gli effetti potrebbero essere neutri” grazie ad altre parti del decreto, come quelle sul rafforzamento dell’antifrode.