Dopo le critiche evidenziate nel documento del Consiglio Direttivo del sindacato stesso di cui abbiamo scritto venerdì, riportiamo ora quanto ci giunge dal Coraggio di Cambiare, il “movimento di opinione” interna allo Sna, promosso da Vincenzo Cirasola e Carla Barin, i cui aderenti si sono riuniti il 16 novembre, a Bologna, per decidere su cosa fare in un momento particolarmente difficile della vita del Sindacato nazionale agenti. Messo in evidenza oltre che dal documento del Consiglio direttivo nazionale dello Sna stesso, da altri segnali.
Al punto che – dopo una giornata fitta di scambi di opinione – ne è venuto fuori l’ “Appello alla ricostruzione del nostro Sindacato”.
Appello il cui testo qui sintetizziamo e che, nelle intenzioni, dovrebbe essere reso noto a tutti gli Agenti di assicurazione, iscritti o no allo Sna , prendendo avvio dal considerare come il programma della lista guidata da Giovanni Metti, uscita vincente dal Congresso del febbraio 2009, è stato disatteso e, indipendentemente dalle intenzioni o meno, nulla si è tradotto in realtà .
E’ stata una sequela (come conferma il documento del Consiglio Direttivo dello Sna del 15 novembre) di insuccessi, di risultati mancati dovuta alla assenza di coesione fra i componenti dell’Esecutivo, cinque dei quali si sono dimessi nel corso di quest’anno.
L’esatto contrario di ciò che sarebbe servito a rappresentare e tutelare al meglio la categoria.
Nel marzo scorso, nel corso del Congresso Nazionale, gli aderenti al Coraggio di Cambiare avevano chiesto le dimissioni anticipate dell’Esecutivo, al fine di formare un “governo transitorio di garanzia, che consentisse di riformare lo Statuto in modo da potersi presentare al Congresso elettivo con una nuova forma associativa e con spirito di compattezza.”
L’Esecutivo non ha tenuto conto di quella richiesta. E non è cambiato l’atteggiamento, neppure dopo che durante l’ultimo Comitato Centrale (del 14 aprile scorso ) da 59 presidenti provinciali espressero un ulteriore “atto di fiducia” approvando la mozione in cui si sarebbe dovuto convocare un Congresso straordinario entro, al massimo, il mese di novembre. Per procedere alla ineludibile riforma statutaria.
Ma di Congresso straordinario non si è più sentito parlare. Non è stata ritenuta un’esigenza prioritaria. Tant’è che, nella riunione del 10 novembre, l’Esecutivo presieduto da Giovanni Metti ha deliberato la convocazione del XLV Congresso Nazionale Ordinario.
Di fronte anche all’ultima aspettativa disattesa, il documento del Coraggio di Cambiare esprime la necessità che tutti coloro che hanno responsabilità sindacali facciano un passo indietro. “Noi lo facciamo per primi, nella consapevolezza che la categoria debba essere guidata verso un futuro diverso, nel quale la nostra professionalità, dignità e merito vengano riconosciuti e premiati economicamente e imprenditorialmente, facendo emergere un’immagine chiara del nostro insostituibile ruolo … E’ giunto il momento di operare in un quadro di rispetto reciproco tra noi e le Imprese, convinti di essere gli unici veri “business partner” delle Compagnie; a dispetto di quanto affermato dal presidente dell’ANIA nella relazione assembleare in cui dice “E’ lecito chiedersi se il canale agenziale potrà conservare la sua centralità”. Dichiarazione che dovrebbe far riflettere e preoccupare, se consideriamo che il prossimo presidente dell’ANIA è l’attuale presidente di una compagnia telefonica.”
Il passo indietro di “Coraggio di Cambiare” consiste – dice l’appello – nella sospensione della propria sigla (conservandone tuttavia i valori) fino a quando non sarà eletto un nuovo Esecutivo.
Va ricercata ora e insieme, una soluzione per uscire con urgenza da questa fase agonizzante nella quale si trova la categoria”.
Si invitano gli Agenti non aderenti a iscriversi tempestivamente allo SNA per partecipare alla “ricostruzione” della rappresentanza della categoria, consci che è il momento di delegare il nostro FUTURO soltanto a colleghi capaci, di “buona volontà” e consapevoli di quello che vogliamo lasciare ai nostri figli.”
Un appello particolare viene rivolto a Giovanni Metti. Al suo senso di responsabilità, esortandolo a considerare che non è il momento di dividere i vincitori dai vinti, perché “abbiamo perso tutti”.
Il testo prosegue (stralciamo, citando i brani che paiono più significativi ): “La professione ha bisogno di studio, innovazione, scelte, a tratti, anche impopolari, finalizzate a traguardi raggiungibili … ascoltando le critiche, evitando controproducenti chiusure e conflitti interpersonali … il nostro appello si sostanzia nel far convergere attorno a un progetto comune le migliori intelligenze .. E’ il tempo di ripensare contenuti e modelli di relazione che – attraverso un unico modello associativo – siano capaci di superare antagonismi, secessionismi e giochi di potere … dimostrando di aver definitivamente abbandonato la sindrome dell’Agente in parte imprenditore e in parte subordinato, che pretende contributi e contemporanea libertà assuntiva; che rivendica e rimpiange, che invoca diritti sindacali, che vuole il plurimandato ma spera di non averne bisogno. Mentre l’indipendenza non ammette vuoti di capacità intellettuale … (capacità) da indirizzare alle competenze e ai risultati, propri e non più di un marchio altrui,investendo e programmando per proporre e ottenere. Per essere, finalmente, interlocutori e non sudditi del proprio fornitore di polizze.
In chiusura, l’invito a tutti i colleghi a esprimere, attraverso il web o telefonicamente pareri e impressioni, insieme alla volontà di partecipare alla costituzione di un programma di azione condiviso.
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