In tempi di crisi finanziaria è difficile capire dove è giusto investire i propri risparmi. C’è chi preferisce acquistare oro e chi investe in una pensione privata. Da gennaio a ottobre sono circa 80mila i correntisti delle Poste che hanno sottoscritto una polizza Posta Previdenza Valore. In nove mesi il loro numero è passato da 289mila a 371mila. In crescita dal 2007, quando i sottoscrittori erano poco meno di 35mila e con un picco nel 2010 quando sono stati stipulati 105mila nuovi contratti. «Viviamo anni in cui stanno venendo meno molte sicurezze economiche e le tutele di un tempo — spiega l’ad di Poste Vita, Maria Bianca Farina — Saranno in particolare i più giovani a poter fare minore affidamento sulla pensione pubblica, e per loro compagnie come la nostra hanno studiato specifiche soluzioni pensionistiche». 
Posta Previdenza Valore è solo uno dei tanti piani pensionistici individuali proposti ai cittadini, in questo caso, soprattutto ai correntisti BancoPosta e ai titolari di libretto di risparmio. Il capitale — spiegano da Poste Vita — è garantito e si rivaluta in base al rendimento della gestione separata chiamata Posta Pensione. Un fondo costituito al 98% da titoli di Stato italiani. Il rendimento di questi titoli in questo periodo è buono (era intorno al 4,25% netto a fine 2010) proprio perché ritenuti molto rischiosi in un momento così delicato per il Paese. 
Chi sceglie di investire nella polizza previdenziale di Poste Vita per avere una rendita in età avanzata, può accantonare ogni mese anche somme modeste, la cifra minima è di 50 euro al mese, con la possibilità di variare l’importo del premio già dopo il primo anno. Facendo un calcolo tenendo presenti i paramentri della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, per fare un esempio, un trentacinquenne con un lavoro dipendente che sottoscrive la polizza il primo gennaio 2012 versando 900 euro ogni anno per 30 anni, a scadenza, quindi all’età di 65 anni, potrebbe contare su una rendita di 1.420 euro annuali. Per avere un rendimento maggiore si dovranno versare importi maggiori o per un tempo più lungo. Il rendimento annuo delle somme accantonate viene tassato all’11%, mentre la tassazione a scadenza, applicata sui premi accantonati, è pari al 15% che si riduce dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo. In compenso il sottoscrittore della polizza non avrà nessun costo fisso sui versamenti effettuati e dei costi variabili intorno al 2,5%. 
Gli importi accantonati e rivalutati, non solo potranno trasformarsi in una rendita mensile che dal giorno della pensione sarà accreditata sul conto BancoPosta. Ma chi lo desidererà potrà decidere di incassare in un’unica soluzione, fino al 50% del capitale maturato, o addirittura l’intera somma in alcuni casi. Da subito le somme accantonate in Posta Previdenza Valore beneficiano di agevolazioni fiscali. I versamenti effettuati possono essere dedotti dalle tasse fino a 5mila euro all’anno permettendo di risparmiare in tasse dal 23% al 43% del premio versato. 
(st.a.)