In occasione della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano ha ospitato la presentazione del Rapporto annuale regionale 2010 INAIL Lombardia, alla presenza di rappresentanti di INAIL (ex Ispesl), Cip (Comitato italiano paralimpico) e Regione Lombardia Sanità. Gli infortuni nel 2010 sono stati 133.243, 842 in meno rispetto ai casi denunciati nel 2009, pari a una diminuzione dello 0,6%. La riduzione è stata particolarmente significativa nella provincia di Milano (-18,8%), mentre in quella di Pavia si è registrato un aumento del 3,9%.
Nelle costruzioni casi mortali quasi dimezzati. Le morti sul lavoro nel 2010 sono state 125, 59 in meno rispetto alle 184 del 2009: otto in agricoltura e 117 nell’industria e nei servizi. In termini percentuali il calo è pari a poco meno di un terzo (-32,1%) ed è stato particolarmente sensibile nelle attività che hanno risentito di più della riduzione occupazionale. È il caso delle costruzioni, dove a fronte di una riduzione dell’occupazione del 3,5% le morti sul lavoro sono diminuite del 44%.
In crescita gli infortuni dei lavoratori stranieri. In controtendenza rispetto al dato complessivo, nel 2010 gli infortuni dei lavoratori stranieri (25.072 in tutto) sono aumentati del 2,2%. All’aumento può aver contribuito la componente femminile (colf e badanti straniere). Marocco, Romania e Albania sono i principali Paesi di provenienza dei lavoratori stranieri vittime di un infortunio. Il dato delle morti sul lavoro, in compenso, riflette la flessione registrata a livello generale: 25 casi rispetto ai 33 del 2009.
Indice di frequenza sotto la media nazionale. Per esprimere il reale rapporto tra infortuni e forza lavoro si ricorre ai cosiddetti indici di frequenza (riferiti alla media dell’ultimo triennio consolidato e con l’esclusione degli infortuni in itinere). Dall’elaborazione degli indici di frequenza sulla base del triennio 2006-2008 emerge che la Lombardia, al primo posto tra le regioni italiane per numero di infortuni in termini assoluti, registra un indice di frequenza pari a 23,51, ben al di sotto della media nazionale di 27,06.
Malattie professionali in crescita. Nel 2010 i casi di malattia professionale registrati in Lombardia sono stati 3.220, il 13,2% in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento rispecchia l’andamento nazionale ed è il risultato delle iniziative avviate dall’INAIL a tutela dei lavoratori, con il contributo delle parti sociali e dei medici di famiglia, per favorire l’emersione delle cosiddette “malattie nascoste”.
“Garantire una risposta efficace per la tutela della persona”. Introducendo l’incontro, che si è svolto in concomitanza con la rassegna cinematografica “Sguardi al lavoro” promossa da INAIL Lombardia con la collaborazione di Fondazione Cineteca di Milano, il direttore regionale dell’Istituto, Aniello Spina, ha sottolineato che “il Rapporto annuale regionale, è il momento della presentazione ufficiale dei dati sull’andamento infortunistico in Lombardia nell’ultimo anno trascorso, ma è anche un momento in cui raccontare come abbiamo reso concreta la volontà di garantire una risposta sempre efficace nelle diverse linee d’azione dell’INAIL per la tutela della persona: la prevenzione, l’assicurazione, la cura, la riabilitazione e il reinserimento lavorativo”. Sono seguiti gli interventi del Cip, che ha messo in evidenza il valore dello sport per il reinserimento degli invalidi del lavoro, e di INAIL (ex-Ispesl), che ha ripercorso le tappe della nascita del nuovo Polo della salute e della sicurezza. Regione Lombardia Sanità come sempre ha completato la presentazione riassumendo il Piano 2011-2013 in materia di promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e i risultati della pianificazione 2008-2010.
Fonte: INAIL