Un lavoro si definisce “notturno” quando è svolto per almeno tre ore durante l’intervallo tra le 24 e le 6. Secondo Istat, nel 2010, i lavoratori notturni sono stati 1,9 milioni, l’8,5% del totale degli occupati. Le donne rappresentano il 28,6%, quota comunque inferiore rispetto al 40,3% registrato per tutti i lavoratori. Fra gli
occupati di “notte” il 70% è “turnista” mentre, il restante 30% è impiegato esclusivamente in orario notturno (di questi i ¾ hanno lavorato una sola volta nel mese). In ambito infortunistico nel 2010 si sono registrati
19.565 casi, in aumento rispetto al 2009 del 7,2% e in controtendenza rispetto alle variazioni dei due anni precedenti; il fenomeno comunque torna ai livelli registrati nel 2006 e nel 2007, quando le denunce erano rispettivamente pari a 19.457 e 19.604. L’incremento delle denunce nell’ultimo anno fa seguito alla lenta ripresa delle attività notturne del settore industriale. Con oltre 3.500 casi (il 18% dei notturni) registrati nell’ultimo anno, anche gli infortuni dei nati all’estero sono in crescita (+10,6% rispetto al 2009). Sostanzialmente stabile il numero degli infortuni mortali, circa 50 casi all’anno, di cui una decina riguardanti gli stranieri.
Fonte: INAIL