Aumenti del 20,2% per un diciottenne neo patentato, del 26,9% per un quarantenne nella classe di massimo bonus e, rispettivamente, del 27,9% e del 45,4% per un diciottenne alla guida di un ciclomotore o di un motociclo.
Sono i dati medi nazionali rilevati dall’Isvap nel monitoraggio che l’Autorità di vigilanza ha condotto tra l’ottobre 2009 e l’ottobre 2011 sulle tariffe delle rc auto relative a questi quattro profili di assicurati nelle province e capoluogo di regione.
I dati, comunicati nell’audizione del vice direttore generale dell’Isvap, Flavia Mazzarella al Senato, evidenziano che gli incrementi tariffari più significativi si sono verificati nel corso del 2010 e che anche nei primi nove mesi del 2011 si assiste ad un ritocco al rialzo: tra gennaio e ottobre 2011, infatti, l’incremento medio su base nazionale è pari, per i quattro profili assicurativi, rispettivamente all’1%, al 2,2%, allo 0,9% e al 3,3%.
Secondo i dati resi noti dal vice direttore generale dell’Isvap alla commissione straordinaria per la verifica dell’andamento generale dei prezzi, il risultato del conto tecnico del settore dell’rc auto nel 2010 ha evidenziato una perdita per circa 700 milioni di euro anche a fronte di un aumento dei prezzi. Il mercato, ha detto il vice direttore dell’Isvap, “continua a ricercare il suo equilibrio prevalentemente attraverso la leva tariffaria: è una risposta non corretta soprattutto in un mercato in cui il cittadino è obbligato ad assicurarsi”.
A fronte di questa situazione maturata nell’ultimo biennio, l’Isvap ha avviato ben 14 istruttorie nei confronti di altrettante compagnie per sospetta elusione attraverso la leva tariffaria, dell’obbligo a contrarre previsto dalla legge anche a carico delle imprese (13 si sono già concluse con l’avvio della procedura sanzionatoria nei confronti delle imprese). Indagini sono state aperte anche sul fenomeno delle disdette massive dei contratti rc auto attuate da alcune imprese prevalentemente per determinate categorie di assicurati e per aree del paese concentrate nel sud. Tra gli altri dati emersi nel corso dell’audizione si evidenzia l’incremento dei reclami ricevuti complessivamente dal mercato nel 2010 (+3% sul 2009) e quelli prevenuti direttamente all’Isvap (+9% per oltre 35mila reclami). Solamente nel primo semestre 2011 i reclami totali sono aumentati del 6% sul 2010 mentre i reclami pervenuti all’Isvap al 31 ottobre 2011 sono stati oltre 27mila.
Oltre ai dati sulle tariffe l’Isvap ha informato anche sulle frodi. Oltre 69mila sinistri con sospetta frode nel 2010 per un importo pari a poco più di 298 milioni di euro. Il fenomeno criminoso a danno delle imprese di assicurazione è più marcato in alcune aree del Meridione: in Campania l’incidenza sulla globalità dei sinistri del ramo è del 9,6% sul totale dei sinistri, in Puglia è al 5,9%, in Calabria al 4,2% e in Sicilia al 2,8 per cento.
”Gli aumenti di prezzo dell’rc auto a partire dal 2010 si sono resi necessari per il forte deterioramento della gestione tecnica del ramo, visto che in due anni le compagnie nel complesso hanno perso più di un miliardo di euro. Le cause sono da ricercarsi nel livello eccessivo dei costi dei risarcimenti che non si riesce a ridurre”. Così Vittorio Verdone, responsabile settore auto dell’Ania, commenta i dati Isvap sull’aumento delle tariffe delle assicurazioni auto, sottolineando che i rincari effettivi sono stati non a due cifre ma di circa il 5%.
I costi stentano a diminuire, spiega, ”perché manca l’esecuzione delle azioni, da noi più volte proposte e che, oltre a essere condivise dalle maggiori associazioni dei consumatori, coincidono in buona parte con quelle evidenziate anche dall’Isvap, che vanno dal contrasto alle frodi al completamento disciplina danno alla persona, dalla revisione delle lesioni lievissime, che sono ipervalutate, alla riforma del bonus-malus e della procedura delle offerte di risarcimento, che prevede oggi tempi troppo stretti per approfondire i casi fraudolenti”.
”In ogni caso – prosegue – per quanto riguarda l’andamento del prezzo, per le compagnie conta solo il prezzo effettivo e non i listini dei prezzi che sono del tutto teorici”. Verdone evidenzia infatti che ”esiste una concorrenza, anche molto accesa tra impresa e impresa, esiste una flessibilità tariffaria che consente di ottenere sconti sul prezzo di listino”.
Secondo l’Ania, dunque, gli aumenti di prezzo risultanti dalla raccolta effettiva sono stati nel 2010 del 4,8%, e nei primi sei mesi del 2011 del 5,7%.