Dati economici in calo per Generali ass., a causa soprattutto delle svalutazioni, in buona parte ascrivibili ai titoli greci in portafoglio. Nei 9 mesi l’utile netto è stato di 825 mln euro, contro gli 1,3 mld dello stesso periodo 2010 (-37,1%), dopo svalutazioni nette per 824 mln di cui 329 relativi ai titoli di stato greci e 495 milioni relativi in particolare ad azioni di cui 143 milioni per la svalutazione di Telco.
Il risultato operativo si è mantenuto stabile a 3.100 milioni (-1%) con una forte crescita (+36,4%) nel segmento danni a 1.204 milioni. A spingere il risultato danni è stata la redditività tecnica evidenziata dal miglioramento di 2,2 punti percentuali del combined ratio a 96,6% (98,8% a/a). Nel segmento vita il risultato è stato di 1.978 milioni (-14,1%) con buoni margini tecnici e margini finanziari condizionati invece dalle svalutazioni operate nell’ultimo trimestre. Stabile il contributo del segmento finanziario. Sul versante della produzione, si è confermato il trend di recupero da inizio anno con i premi lordi a 51.327 milioni, -4,6% (53.829 nel 2010). Al risultato ha contribuito la crescita di tutte le linee di business del segmento danni con 16.942 milioni di premi, +2,3% (16.557). Nel segmento vita, il gruppo ha continuato a indirizzare la raccolta su prodotti a più alta redditività e a maggior ritorno del capitale investito. I premi sono ammontati a 34.385 milioni (-7,7%) con una crescita dei premi annui (+5%). È stata confermata anche nel contesto di crisi macroeconomica, un’elevata raccolta netta vita per 6,5 miliardi.
La strategia degli investimenti ha continuato a privilegiare una asset allocation focalizzata a consolidare la redditività corrente e a ridurre l’assorbimento di capitale. Il gruppo ha continuato la sua strategia di de-risking del portafoglio. «Nonostante il momento economico-finanziario molto difficile», ha commentato l’a.d., Giovanni Perissinotto, «il gruppo continua a evidenziare buoni progressi nella gestione industriale e in particolare nel segmento danni. Viene ribadita la validità del modello di business basato sull’internazionalizzazione, la diversificazione geografica e la pluralità di canali distributivi». Perissinotto ha anche ribadito che non ci sono ragioni per cambiare le indicazioni del gruppo Generali sul dividendo.