Generali ha chiuso i primi 9 mesi del 2011 con un utile netto pari a 825 mln euro, in calo rispetto agli 1,3 mld registrato nello stesso periodo dell’anno precedente (-37,1%), dopo svalutazioni complessive nette per 824 mln di cui 329 milioni relativi ai titoli di stato greci e 495 milioni relativi in particolare ad azioni di cui 143 milioni per la svalutazione di Telco.
Il risultato operativo si mantiene stabile a 3.100 milioni (-1%) con una forte crescita (+36,4%) nel segmento danni a 1.204 milioni. A spingere il risultato danni è stata la redditività tecnica evidenziata dal miglioramento di 2,2 punti percentuali del combined ratio a 96,6% (98,8%).
Nel segmento vita il risultato è stato pari a 1.978 milioni (-14,1%) con buoni margini tecnici e margini finanziari condizionati invece dalle svalutazioni operate in particolare nell’ultimo trimestre.
Stabile il contributo del segmento finanziario. Sul versante della produzione, si conferma il trend di recupero da inizio anno con i premi lordi complessivi a 51.327 milioni (-4,6%; 53.829 mln nel 2010). Al risultato ha contribuito la crescita di tutte le linee di business del segmento danni con 16.942 milioni di premi (+2,3%; 16.557 mln nel 2010).
Nel vita, il Gruppo ha continuato a indirizzare la raccolta su prodotti a più alta redditività e a maggior ritorno del capitale investito. I premi sono ammontati a 34.385 milioni (-7,7%) con una crescita dei premi annui (+5% a/a). La qualità del portafoglio del gruppo e l’efficacia delle reti proprietarie ha permesso di confermare anche in questo contesto di crisi macroeconomica un’elevata raccolta netta vita pari a 6,5 miliardi.
La strategia degli investimenti ha continuato a privilegiare una asset allocation focalizzata a consolidare la redditività corrente e a ridurre l’assorbimento di capitale. Il Gruppo ha continuato la sua strategia di de-risking del portafoglio, con una riduzione del peso della componente azionaria al 5,8% (7,5% a fine 2010) sfruttando le buone performance dei mercati nella prima parte dell’anno. Sostanzialmente stabili la componente degli strumenti a reddito fisso, che si è attestata al 79,5% (80% a fine 2010), e l’incidenza degli investimenti immobiliari. Cresce infine l’incidenza delle disponibilità liquide e altri mezzi equivalenti a seguito della decisione del Gruppo di aumentare prudentemente il peso dei propri investimenti in strumenti di liquidità alla luce dell’attuale contesto finanziario caratterizzato da forti tensioni sui titoli governativi di alcuni Paesi dell’Area Euro ed in particolare su quelli italiani. Si registra un’elevata redditività corrente complessiva nei nove mesi a 3,2%.
Il patrimonio netto è stato pari a 15.846 milioni (-9,4%; 17.490 mln a fine 2010) su cui influisce principalmente l’andamento negativo per 1.652 milioni della riserva per gli utili netti su attività finanziarie disponibili per la vendita, verificatosi sostanzialmente nel terzo trimestre a causa delle condizioni dei mercati finanziari. L’indice di Solvency I raggiunge il 118% (132% a fine 2010). L’eventuale applicazione del decreto anticrisi porterebbe l’indice a 122%.
La nuova produzione in termini di Ape (Annual Premium Equivalent) a 3.535 milioni (-7,6%; 3.827 mln in 2010), registra un recupero rispetto all’andamento realizzato nella prima metà dell’anno (-9,4% 1h11) con una buona crescita in Italia (+1,8%). Complessivamente, si evidenzia, in particolare, la buona performance dei premi annui (+3,6%) che rappresentano il 61,7% degli Ape.
Le riserve tecniche nette vita, comprensive degli investments contracts, crescono a 316 miliardi (313 mld al 31.12.2010), con un positivo contributo del portafoglio tradizionale (+2,5%). Infine nel segmento danni si rafforza sui nove mesi la ripresa della produzione iniziata a partire dalla seconda metà dell’esercizio precedente. I premi complessivi raggiungono 16.942 milioni (+2,3%). Stabile la raccolta in Italia (+0,1%), dove si è registrato un incremento del 2,9% nel comparto auto, mentre si registra una crescita in Francia (+3,4%) e in Germania (+1,3%) con positivi contributi da entrambi i comparti. Sostanzialmente stabili i premi in Europa Centro Orientale (+0,1%), dove il positivo comparto non auto (+11,4%), soprattutto nelle linee aziende, ha compensato il calo dell’auto in alcuni Paesi. Il combined ratio è ulteriormente migliorato a 96,6% (98,8% 9M10) grazie sia a una minore sinistrosità in calo di 2,1 punti percentuali a 69,4% (71,5% in 2010) che all’attenzione sui costi con un expense ratio al 27,2% (27,3% in 2010).
Il risultato operativo del segmento finanziario si attesta a 279 milioni (277 mln in 2010), grazie alla buona performance del Gruppo Bsi, con i programmi di sviluppo in Asia, che ha registrato una crescita del risultato operativo dell’8,5%. Positivo l’andamento del risultato netto della gestione finanziaria, definito come margine di intermediazione al netto delle perdite da valutazioni operative da strumenti finanziari, grazie, in particolare, all’incremento del margine di intermediazione, costituito dalla somma delle commissioni nette, del margine di interesse e di altre componenti finanziarie. A fronte di una riduzione dei profitti di realizzo legata all’attuale situazione sui mercati finanziari, lo sviluppo è ascrivibile all’aumento dei dividendi e del margine di interesse, che ha beneficiato del rialzo dei tassi di mercato. Al 30 settembre 2011 le masse gestite da società bancarie e da società di gestione del risparmio registrano un decremento attestandosi a 426 miliardi, determinato sostanzialmente dal negativo andamento dei mercati finanziari, di cui quelle di terzi sono pari a 990,3 miliardi (-0,4% a perimetro omogeneo rispetto al 31 dicembre 2010).
“Nonostante il momento economico-finanziario molto difficile“, ha commentato il ceo di Generali Ass., Giovanni Perissinotto, “il gruppo continua a evidenziare buoni progressi nella gestione industriale e in particolare nel segmento danni. Viene ribadita la validità del modello di business basato sull’internazionalizzazione, la diversificazione geografica e la pluralità di canali distributivi del gruppo”.
Generali, tenuto conto dello scenario finanziario e macroeconomico, prevede nel settore vita di registrare nel 2011 una raccolta netta positiva, ancorché inferiore a quella del 2010 e caratterizzata da una buona qualità in termini di marginalità tecnica.
Nell’attività di sottoscrizione il gruppo continuerà infatti a privilegiare prodotti a più basso assorbimento di capitale al fine di confermare/migliorare la marginalità tecnica della stessa, anche grazie alla politica di contenimento dei costi. Per i rami danni invece la compagnia prevede una conferma dei tassi di crescita della raccolta del Gruppo osservati nei primi nove mesi dell’anno derivante sia dall’andamento del business non auto che di quello auto.
Qualora gli eventi di natura catastrofale si confermassero a livello fisiologico, la società prevede un miglioramento dei margini tecnici complessivi a seguito del mantenimento degli attuali livelli di efficienza operativa e del perdurare degli effetti delle politiche tariffarie e di gestione dei sinistri poste in atto dal Gruppo. Per quanto riguarda la politica degli investimenti del Gruppo continuerà a basarsi su una prudente asset allocation focalizzata a consolidare la redditività corrente e a ridurre l’assorbimento di capitale e a mantenere un più elevato livello di liquidità dei portafogli alla luce dell’attuale contesto finanziario caratterizzato da forti tensioni su titoli governativi di alcuni Paesi dell’Area Euro ed in particolare su quelli italiani. Sulla base di questo scenario si prevede un risultato operativo danni in crescita, grazie al perdurare degli effetti delle politiche assuntive poste in atto dal Gruppo, e tenuto conto dell’andamento estremamente volatile dei mercati finanziari, una riduzione di quello vita per effetto delle componenti straordinarie legate alla citata volatilità, destinate a condizionare anche il risultato netto di Gruppo.