“Le compagnie assicurative non hanno voglia di mettersi in gioco perché la concorrenza non è entrata nel settore”. Lo ha detto Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, ad un convegno dedicato alla rca organizzato dall’IDV (“Per una svolta nel settore assicurativo e la riduzione delle tariffe Rc auto”), ribadendo la sua convinzione sui motivi di fondo dei prezzi più alti sul mercato italiano dell’rc auto. Catricalà ha evocato lo scarso successo del risarcimento diretto su cui contava, ‘l’ostracismo’ delle compagnie verso il plurimandatario che ‘converrebbe a tutti’ e ricorda il problema che sta a monte: “Per farsi concorrenza non bisogna essere amici”. Quindi, propone Catricalà, vanno ridotti i legami azionari e personali (interlocking directorates) tra compagnie concorrenti (‘basterebbe una norma di buon senso di mezzo rigo’) per dare un’iniezione di concorrenza ‘a un settore vitale e bellissimo’.
L’ANIA, invece, propone una “alleanza di sistema” per eliminare “le distorsioni del mercato italiano della rc auto, un problema di rilevanza sociale”. Fabio Cerchiai ha dichiarato che la nascita dell’Agenzia da sola “non risolverà il problema del caro-polizza” per la rc auto. “C’è un insieme di fattori che determinano l’anomalia del costo del risarcimento in Italia” e di conseguenza le tariffe più alte nei confronti di altri paesi, in particolare la Francia, mercato perfettamente confrontabile con quello italiano. Il Ddl Antifrode approvato alla Camera ”è certamente un passo avanti importante ma non sufficiente”, ha aggiunto il presidente delle compagnie assicurative italiane e il testo, quindi, “può essere migliorato” dall’esame in Senato. In particolare, secondo l’ANIA, va chiarito che la frode sul’rc auto “è un reato contro la collettività e, da parte della magistratura, ci deve essere la procedibilità d’ufficio” a fronte della denuncia di un sospetto da parte di una compagnia.