L’acciaio visto attraverso i libri contabili. Questo, in estrema sintesi, è il cuore della terza edizione di Bilanci d’Acciaio, la ricerca realizzata dal portale della siderurgia www.siderweb.com per testare lo stato di salute delle imprese della produzione di acciaio, del commercio di acciaio, della prelavorazione dei prodotti siderurgici e del commercio di rottame. Per l’edizione 2011 Siderweb, in collaborazione con Claudio Teodori (prorettore dell’Università degli studi di Brescia) e Cristian Carini (Università di Brescia), ha analizzato i bilanci di 816 aziende del settore, raggruppandole in 21 cluster: produzione di lunghi, piani, lingotti e semiprodotti, acciai inossidabili, tubi, trafilerie, forge e fonderie, centri servizio piani, centri servizio inox, centri servizio lunghi e presagomatori, distributori dal pronto generalisti, distributori dal pronto specializzati in prodotti piani, distributori dal pronto specializzato in tubi, raccordi e curve, distributori dal pronto specializzati in prodotti inox, distributori dal pronto specializzati in prodotti lunghi, agenti, rappresentanti e distributori di case estere, trading.
La ricerca è stata pubblicata in due parti, nella prima sarà possibile trovare le tabelle contenenti fatturato, risultato d’esercizio, totale attivo e patrimonio netto di tutte le aziende e l’analisi della situazione economico-finanziaria dei comparti di attività, mentre nella seconda si potranno leggere l’andamento della gestione nel 2011 delle società dell’acciaio italiano, l’analisi del contesto macroeconomico in cui la siderurgia italiana opera e le problematiche del comparto e le possibili soluzioni emerse nel corso del convegno “Bilanci d’Acciaio” del 27 ottobre scorso, che ha visto la partecipazione di un qualificato panel di operatori del mondo siderurgico, bancario, assicurativo e della consulenza strategica.
Sono i commercianti di rottame le aziende che hanno fatto registrare le migliori performance di bilancio nel 2010. Lo ha spiegato Claudio Teodori, prorettore dell’Università degli studi di Brescia, illustrando i risultati della terza edizione della ricerca di Siderweb «Bilanci d’Acciaio». Dall’analisi di 816 bilanci del settore acciaio italiano «in generale i risultati più brillanti sono stati appannaggio delle società che commerciano rottame, con un importante incremento nella redditività operativa, con una leva finanziaria ampiamente positiva, e una rischiosità contenuta». Viceversa per i produttori di acciaio «nonostante il lieve incremento nella redditività operativa, si sconta ancora un rapporto critico tra fatturato e leva, con quest’ultima nulla o negativa, anche se il costo dell’indebitamento risulta decrescente. A preoccupare è anche il medio-alto livello su cui resta la rischiosità finanziaria, anche se al momento non sembra mettere a rischio la solidità delle aziende che mantengono un discreto equilibrio tra investimenti e finanziamenti».
Guardando più avanti, all’esercizio in corso, Stefano Colpani (Ernst & Young) ha rilevato che nel corso del primo semestre 2011 «la produzione ha fatto registrare un incremento tra il 10% e il 20%, mentre i fatturati sono cresciuti tra il 20% e il 40%». Il rallentamento che si è avvertito a partire da luglio-settembre, però «nel secondo semestre colpirà i risultati delle aziende, portando ad una progressione degli indicatori più contenuta rispetto a quanto visto nei primi sei mesi dell’anno».
E il rallentamento dell’economia non si fermerà a dicembre. Anche nel 2012 ci potranno essere delle difficoltà per il settore siderurgico. Lo ha dichiarato Gianfranco Tosini (Siderweb) precisando che «gli strascichi dell’attuale situazione economica si faranno sentire anche l’anno prossimo, in particolare nel primo semestre, con un rallentamento anche per i consumi di acciaio». Il differenziale tra la crescita dei prodotti piani (legati alle applicazioni industriali) ed i lunghi (legati all’edilizia), che negli anni scorsi era sempre stato a favore dei primi, però nel 2012 si ribalterà, con i lunghi che «faranno registrare performance superiori ai piani».
“La crescita del costo del denaro a breve e medio-lungo termine è innegabile – ha dichiarato Luca Manzoni (Unicredit). Ciò avviene perché il sistema Italia è stato testimone di una forte riduzione della credibilità, di cui hanno risentito anche gli spread pagati dalle banche per ottenere prestiti, che si sono triplicati da febbraio ad oggi”. Per ciò che concerne l’aspetto dei pagamenti, “Coface ha rilevato un incremento degli insoluti nel comparto acciaio del 28% – ha concluso Riccardo Carradori (Coface) – ma con una severità in discesa. Ciò significa che si sono moltiplicati i piccoli sinistri ma sono scesi i grandi sinistri. I segmenti con il rischio migliore sono le forge e la produzione di tubi”.