B. Fideuram (gruppo Intesa Sanpaolo) ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con un utile di 137,9 mln di euro, in calo rispetto ai 153 mln dei nove mesi 2010 e una raccolta netta totale di 1,2 miliardi, (1,6 miliardi al 30 settembre 2010 che, peraltro, era composta per 235 milioni da capitali acquisiti con il rimpatrio delle attività finanziarie detenute all’estero).
Commentando i risultati, l’a.d. di Banca Fideuram Matteo Colafrancesco ha sottolineato che “i dati positivi sul fronte della raccolta confermano quanto sia premiante, soprattutto in momenti particolarmente difficili, un modello di business fondato sulla consulenza e la vicinanza dei nostri private banker alla clientela. Dal punto di vista economico-finanziario, l’effetto della svalutazione sui titoli greci non sminuisce evidentemente l’andamento molto favorevole delle componenti core del nostro conto economico, ed in particolare delle commissioni nette”.
La raccolta netta di risparmio gestito, si legge in una nota, è stata di 411 milioni (3,6 miliardi nel corrispondente periodo del 2010 che aveva beneficiato di una forte attività di riposizionamento dell’asset allocation della clientela a favore dei prodotti del risparmio gestito. Al 30 settembre 2011 le masse amministrate erano pari a 69,7 miliardi, (71,6 miliardi) e tale differenza è interamente riconducibile alla performance di mercato dei patrimoni ed è stata solo in parte compensata dalle nuove masse ottenute con l’acquisizione di Banca Sara (2,1 miliardi) e dalla raccolta netta positiva del periodo (1,2 miliardi). Alla stessa data, la componente di risparmio gestito, pari a 51,6 miliardi, costituiva il 74% delle masse totali (74,7% a fine 2010).
Le commissioni nette, pari a 426,5 milioni, hanno evidenziato un incremento di 31,5 milioni (+8%) rispetto al saldo di 395 milioni registrato nei primi nove mesi del 2010. Tale aumento è dovuto essenzialmente alla crescita delle commissioni nette ricorrenti che, attestatesi a 463,2 milioni, hanno evidenziato un incremento di 33,4 milioni (+7,8%) rispetto al dato dei primi nove mesi dello scorso esercizio (429,8 milioni). La crescita delle commissioni ricorrenti è attribuibile in gran parte all’incremento delle masse medie di risparmio gestito, passate da 49,6 miliardi al 30 settembre 2010 a 54,5 miliardi a fine settembre 2011 (+9,9%) e, in misura minore, all’aumento della redditività derivante dalla variazione del mix di prodotti della clientela.
Il margine di interesse, pari a 100,3 milioni, ha registrato un aumento di 9,8 milioni (+10,8%) rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno, attribuibile in gran parte al portafoglio titoli che, nella componente a tasso variabile, ha beneficiato del rialzo dei tassi di interesse a breve termine nella prima parte dell’anno, compensando la riduzione dei volumi medi gestiti del primo semestre. Il risultato netto delle attività e passività finanziarie, pari a 20,7 milioni, (24,3 milioni), è principalmente dovuto al minor risultato netto conseguito dall’attività di negoziazione (-5,4 milioni) e da quella di copertura (- 1,2 milioni), parzialmente compensate dalle maggiori plusvalenze (+3 milioni) realizzate con la vendita di titoli a tasso fisso effettuata a seguito della decisione di variare l’asset allocation a favore di titoli a tasso variabile. Le rettifiche di valore nette per deterioramento hanno registrato un saldo negativo di 106,1 milioni a fronte di un saldo negativo di 0,3 milioni nel corrispondente periodo del 2010. La variazione (-105,8 milioni) è quasi esclusivamente attribuibile alla svalutazione (per 107,1 milioni), a valori di mercato, di tre titoli governativi greci del portafoglio disponibile per la vendita, decisa per tener conto dell’aggravarsi della crisi del debito greco.
Il Cost/Income ratio e’ risultato pari a 45,2%, in miglioramento rispetto al 48,8% registrato nei primi nove mesi del 2010. Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri, sono pari a 24 milioni, (37,1 milioni). Gli utili delle partecipazioni, pari a 8,7 milioni, includono per 1,5 milioni il risultato di pertinenza del gruppo corrispondente alla partecipazione del 19,99% in Fideuram Vita e per 7,2 milioni la plusvalenza realizzata attraverso la cessione, nel mese di giugno, della partecipazione in Fideuram Bank (Suisse) A.G. Se si esclude l’effetto negativo derivante dall’impairment dei titoli greci, l’utile lordo ha mostrato un andamento favorevole in tutti gli aggregati, riconducibile alla crescita del risultato lordo della gestione finanziaria (+37,7 milioni), al contributo positivo degli utili su partecipazioni (+6,8 milioni), all’aumento degli altri proventi di gestione (+4,4 milioni) nonché a minori accantonamenti (-13,1 milioni).
L’utile netto consolidato è risultato pari a 137,9 milioni, (153,0 milioni registrato nei primi nove mesi del 2010 ). L’ammontare dell’utile netto consolidato senza l’effetto derivante dalla svalutazione dei titoli greci sarebbe stato pari a 209,4 milioni. I coefficienti patrimoniali consolidati di Banca Fideuram risultano ampiamente al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, al 30 settembre 2011, il Tier 1 ratio e il Total Capital ratio sono risultati rispettivamente pari a 15,4% e 15,8%.