Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Allianz, Intesa Sanpaolo Vita, Generali, Mediolanum e Cnp Unicredit Vita. Sono queste le cinque società più attive nel 2022 (ultimo dato disponibile) in Italia nella raccolta delle polizze unit linked e che più delle altre saranno presumibilmente impattate dalla norma che il governo ha previsto in manovra e che cambia le regole del pagamento del bollo sulle polizze Vita. Una tassa, pari al 2 per mille dei premi, già oggi prevista sia per le unit linked che investono in fondi comuni (ramo III) sia per i prodotti a capitalizzazione (ramo V, che hanno però una raccolta molto più limitata), ed esclusa invece nelle gestioni separate (il ramo I). Da questo punto di vista la manovra lascia tutto invariato, con il ramo I che resterà escluso, ma cambia la tempistica del prelievo per gli altri prodotti. Mentre oggi il bollo, che è una tassa che grava sul cliente, viene pagato al momento della liquidazione o della scadenza della polizza, le nuove norme stabiliscono che sarà pagato annualmente, come del resto avviene già per tutti gli altri prodotti finanziari che lo prevedono.
Le più importanti banche europee destinano il 51,6% dei loro attivi all’erogazione di credito a famiglie e imprese. Una percentuale che sale al 70% nel caso delle banche etiche. La restante parte degli attivi la destinano in attività finanziarie, spaziando da quelle con meno rischi, come i titoli di Stato, a quelle più speculative.
I primi dati raccolti sul 2023 dicono che l’utile rispetto al totale degli attivi, in pratica il rendimento, è stato del 4,9%. Un dato in crescita rispetto al 4,57% dell’anno prima che dimostra come i fondi immobiliari siano riusciti ad avere una gestione efficiente nonostante il contesto sfidante fatto di alti tassi d’interesse, della concorrenza dei Btp e della ripresa dell’inflazione. La rilevazione arriva dal Monitor sulla Finanza Immobiliare che nasce dalla collaborazione tra Caceis Bank (Crédit Agricole) e l’Università degli studi di Parma.
La cosiddetta exit tax, cioè il contributo «volontario» necessario per disfarsi delle attività su suolo russo, sale dal 15 fino al 35%. Il doppio scopo è quello di rimpinguare le casse dello Stato e di penalizzare ulteriormente i Paesi della Nato in risposta alle sanzioni. Non solo. Lo sconto minimo che il venditore dovrà accettare nell’ambito della dismissione degli asset russi passerà dal 50 al 60% del loro valore nominale.
La nuova tassazione sulla plusvalenze del bitcoin e più in generale delle criptovalute, alzata in manovra dal 26% (aliquota propria della maggior parte delle rendite finanziarie) al 42%, ha subito provocato forti mal di pancia, soprattutto tra gli exchange, le borse private che svolgono attività di intermediazione sulle criptovalute e che ora potrebbero vedere il giro d’affari minacciato in modo importante. La mossa dell’esecutivo ha comunque logica: secondo quanto spiegano fonti vicine alla stesura della norma, l’esecutivo ha ragionato in ottica di funzione sociale del risparmio. Considerata la natura delle criptovalute, reputate un asset speculativo senza un valore d’uso specifico che possa essere messo al servizio dell’economia reale e della crescita del Paese, il governo ha ritenuto opportuno tassarle in misura maggiore rispetto ad altri strumenti finanziari, bancari o pensionistici, non incasellandole peraltro in nessuna di queste casistiche.
Allianz chiede una maggiore protezione per pedoni e ciclisti nelle città, avanzando richieste concrete a policymaker, case automobilistiche e operatori di flotte. Nel corso del dodicesimo Allianz Motor Day, Klaus-Peter Roehler, membro del board di Allianz, in considerazione del numero sempre elevato di vittime della strada in Europa, ha chiesto un miglioramento dei dispositivi di sicurezza soprattutto per furgoni e camion.
Una vita lavorativa (sempre più) «large», obiettivo da perseguire mediante «incentivi alla permanenza nel mercato» degli occupati, in uno scenario in cui l’incremento della produttività e della crescita economica generale («attraverso il potenziamento degli investimenti») possono contribuire a rendere più sostenibile il sistema previdenziale. È un passaggio dell’audizione che il presidente dell’Inps Gabriele Fava ha tenuto ieri mattina nella Bicamerale per il controllo degli Enti pensionistici, ponendo l’accento sull’esigenza che la componente femminile resti (o entri) in servizio in misura maggiore, rispetto a quanto non avviene oggi, anche per gli effetti sulle future prestazioni.
Moody’s ha confermato il rating A3 con outlook stabile.
Le famiglie di operai in povertà assoluta sono salite dal 14,7% del 2022 al 16,5% l’anno scorso. Lo riferisce l’Istat (nella foto il presidente Francesco Maria Chelli) nel rapporto annuale sul 2023. I minori in stato di «povertà assoluta» sono 1,29 milioni, il 13,8% del totale: è il livello più elevato dal 2014.
L’ondata inflazionistica recede, ma non è il momento di festeggiare, anche perché resta da affrontare l’emergenza del debito. A lanciare questo monito è stata la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, nel discorso con cui ieri ha anticipato i temi dei meeting delle istituzioni finanziarie in programma per la settimana prossima.
All’indomani dell’annuncio della manovra da parte del governo non si dissipano i dubbi su come calcolare gli anticipi di liquidità che banche e assicurazioni devono versare il prossimo anno allo Stato. Quello che emerge è che, per il contributo del settore assicurativo, il cosiddetto sacrificio non viene chiesto solo alle compagnie ma pesa anche sui cittadini acquirenti di polizze vita ramo terzo (con prestazioni collegate a quote di organismi di investimento collettivo o ad un indice azionario) e ramo quinto (contratti che prevedono il pagamento di un capitale alla scadenza, senza dipendere dalla vita dell’assicurato). L’impatto dovrebbe riguardare sia i contratti già in essere che quelli futuri.
Moody’s vede nero per i prossimi trimestri del’Auto. E nel suo ultimo report abbassa l’outlook per l’intera industria automobilistica globale da stabile a negativo. Calano le aspettative di vendita per Europa e Stati Uniti, ma anche per la Cina. Nei prossimi trimestri l’agenzia di rating prevede anche un’accelerazione in senso negativo dei margini di profitto. Quanto alle vendite, in particolare, le previsioni di crescita per il 2024 secondo le stime di Moody’s si fermano ad un +0,4%, contro l’1,6% stimato in precedenza. Anche il 2025 prepara un ridimensionamento, con un passaggio dal +2,1% a un più modesto +1,4%. I margini operativi, già in diminuzione nella prima metà del 2024, potrebbero ridursi ulteriormente, arrivando al 7%.
Nonostante la speranza di vita a 65 anni sia tornata ad aumentare, nel 2027 i requisiti di accesso alla pensione non dovrebbero cambiare, se nel frattempo non verranno modificate le norme attualmente in vigore. Il 7 ottobre, in occasione di un’audizione in Parlamento, il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli ha affermato che, in base alle previsioni, nel 2027 dovrebbe scattare un aumento di tre mesi dell’età di pensionamento, che è collegata alla speranza di vita a 65 anni calcolata dall’istituto da lui presieduto.