Di Francesco Sottile

Tra i tanti temi trattati al Milano Festival delle Assicurazioni e della Previdenza 2024 andato l’8-10 ottobre scorso non poteva mancare un focus su salute, vita e welfare, un settore in continua crescita e sempre più al centro delle dinamiche di mercato.

Fra gli ospiti Massimiliano Dalla Via – Amministratore delegato e Direttore generale di Intesa Sanpaolo RBM Salute -, Giovanna Gigliotti – Amministratore Delegato di UniSalute -, Norbert Lommer – Direttore Generale di UniCredit Allianz Assicurazioni – e Marco Mazzucco Amministratore Delegato Blue Assistance e Direttore Vita e Welfare, Reale Mutua Assicurazioni.

A prendere la parola è il Dott. Dalla Via, che sottolinea – fra le altre cose – come in questo particolare momento storico il settore sia caratterizzato da una crescita dei premi, ma anche dei sinistri: “Dopo la pandemia è aumentata la sensibilità e la consapevolezza delle persone sull’importanza della protezione in generale e in particolare sul mondo della salute: accanto alla spesa garantita dallo Stato attraverso il S.S.N. cresce anche la spesa della sanità privata, sia quella out of pocket che quella intermediata. C’è quindi una domanda crescente di sanità. Dall’altro lato cresce anche il mondo dei sinistri, sia per aumento della frequenza (oltre il 50%, una persona su due utilizza la polizza) sia per l’aumento dei costi medi per effetto dell’inflazione. Il settore assicurativo vede quindi un aumento dei ricavi ma anche una crescita dei costi e quindi il bilanciamento dell’equilibrio tecnico è una sfida che caratterizza il presente ma anche il futuro. Stiamo spingendo molto la parte di prevenzione perché è uno degli elementi cardine per ridurre la pressione sul settore pubblico, investiamo in tecnologia e digitale, stiamo affinando i modelli di tariffazione, ottimizziamo i processi, lavoriamo in sinergia con il settore pubblico.                               

Sul ruolo svolto dalla tecnologia e sull’importanza della prevenzione: “La tecnologia è sicuramente una leva fondamentale. Le compagnie potrebbero utilizzare tantissimi dati degli utenti per migliorare anche i pacchetti di prevenzione, che prima erano standard ed erano differenziati solo per sesso o per età; oggi invece potremmo personalizzarli sulla base degli stili di vita. Noi dobbiamo incentivare la prevenzione, quale leva per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche. Penso che il settore assicurativo abbia anche un ruolo di educazione sanitaria, di miglioramento della comunità in cui viviamo”.

Dello stesso avviso anche il Dott. Mazzucco: “il Covid ha lasciato una grande paura negli italiani, sensibilizzando molto gli italiani sul tema della salute. Gli spazi di crescita sono molto ampi: il settore della salute raccoglie ancora molto poco rispetto all’attuale dimensione della spesa out of pocket. Esiste anche una fetta della popolazione che invecchiando arriva nella fase di non assicurabilità, e quindi ci è richiesto di creare supporti e servizi che possano accompagnare le persone più grandi – che peraltro vivono sempre più sole nel nuovo contesto sociale – che fanno fatica ad essere assicurati. Oggi ci sono tecnologie digitali come la telemedicina che possono darci una modalità di approccio totalmente diversa, per esempio intervenendo sull’accadimento terapeutico e sull’eccessivo ricorso alla diagnostica.                                                                                                                                Un passaggio importante poi sulla relazione fra sanità privata e Servizio Sanitario Nazionale: “è fondamentale che esista una nuova modalità di relazione fra il sistema pubblico e il sistema privato: è fondamentale che il S.S.N. prenda atto che il privato è un complemento utilissimo e che le Compagnie assicuratrici non sono semplici pagatrici di sinistri: noi non rimborsiamo solo i sinistri, ne gestiamo anche una parte importante in forma diretta”.

Sul punto interviene anche la Dott.ssa Gigliotti: “Il sistema sanitario pubblico deve smettere di avere diffidenza nei confronti della sanità integrativa; questo è un valore imprescindibile. 16 milioni di italiani hanno la polizza di sanità integrativa. Il mercato in Italia ad oggi è concentrato solo sulle collettive, parliamo di circa un 90%. Prima del Covid l’esigenza della copertura privata era molto limitata, vi erano anche premi medi molto elevati, solo poche persone con elevate capacità di spesa potevano comprare la polizza salute. È un mercato quasi vergine, abbiamo davanti una capacità di crescita immensa.      I contenuti assicurativi delle polizze collettive sono legati alle prestazioni extra Lea, quelle non essenziali e non garantite dal S.S.N.: tutti siamo convinti che è meglio prevenire che curare, ma dobbiamo tenere in considerazione che in Italia la spesa pubblica dedicata alla prevenzione è solo l’8%. È vero che è aumentato il n° delle persone che utilizzano la polizza; è vero anche che le persone utilizzano la polizza in misura maggiore. Per gestire bene bisogna avere un approccio rigoroso: quando possibile adottare una mobilità tariffaria, non è più possibile avere un premio fisso a 5 anni”.

Il Dott. Lommer richiama uno studio di Prometeia che mette a confronto la fiducia degli italiani nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale: se nel 2019 il 30% degli intervistati aveva la convinzione che il S.S.N. fosse adeguato, nel 2023 tale percentuale scende sotto il 25%. “Vediamo quindi come il S.S.N. sia in declino e come nasca un‘esigenza sul mercato privato”.

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