Mercer, società del gruppo Marsh McLennan, e il CFA Institute hanno pubblicato il 16° report annuale Mercer CFA Institute Global Pension Index 2024.

Fattori come le tendenze demografiche, con l’aumento dell’aspettativa di vita e i tassi di natalità costantemente bassi, nonché l’aumento dei costi della sicurezza sociale, hanno aumentato la pressione sui bilanci nazionali nel loro complesso e sulle pensioni statali.

Tuttavia, anche i regimi pensionistici professionali e privati stanno affrontando sfide importanti. Il sistema pensionistico dei Paesi Bassi è ancora una volta il più performante in questo contesto. L’Islanda e la Danimarca sono al secondo e terzo posto.

I governi e i datori di lavoro si sforzano di controllare i costi crescenti dei regimi pensionistici e di ridurne il rischio. Di conseguenza, i regimi pensionistici professionali di tutto il mondo stanno passando dai regimi a prestazione definita a quelli a contribuzione definita. Questo rapporto esamina le opportunità e le sfide associate alla crescente importanza di questi regimi.

“L’attuale passaggio ai piani a contribuzione definita presenta molte sfide di pianificazione finanziaria a cui i pensionati di domani devono prepararsi”, ha dichiarato Margaret Franklin, Presidente e CEO del CFA Institute. “I piani a contribuzione definita richiedono alle persone di prendere decisioni complesse di pianificazione finanziaria che possono avere un impatto significativo sulla loro situazione finanziaria. Tuttavia, molte persone non sono preparate a prendere queste decisioni. Il nostro indice evidenzia le lacune nella sicurezza finanziaria a lungo termine e nella consulenza per i futuri pensionati. La necessità di avere consulenti finanziari qualificati e responsabili è ancora una volta evidente. Ecco perché abbiamo lanciato nuove iniziative nell’ambito della gestione patrimoniale privata per colmare questa lacuna”.

Nonostante queste sfide, la maggiore flessibilità e personalizzazione offerta dai regimi a contribuzione definita sarà fondamentale con l’aumento dell’aspettativa di vita e il cambiamento delle biografie lavorative. La pianificazione del pensionamento e la previdenza devono essere adattate alle mutate condizioni quadro. Molte persone vanno in pensione gradualmente o possono anche tornare a lavorare in un ruolo diverso dopo un pensionamento iniziale. I regimi a contribuzione definita offrono anche importanti benefici per i lavoratori temporanei che non sono riconosciuti nei tradizionali regimi a prestazione definita.

“Sono necessarie riforme significative dei sistemi pensionistici per soddisfare le esigenze finanziarie dei futuri pensionati e le loro mutate aspettative nei confronti del lavoro”, ha commentato il dottor David Knox, autore principale del rapporto e senior partner di Mercer. “Non c’è un’unica soluzione per dare ai regimi pensionistici una base più solida. È giunto il momento che i governi, i responsabili politici, i fornitori di pensioni personali e professionali (ad esempio i fondi pensione e gli assicuratori) e i datori di lavoro lavorino insieme per garantire che le persone anziane possano mantenere uno stile di vita simile a quello di cui hanno goduto durante l’attività lavorativa”.

I Paesi Bassi hanno ottenuto il punteggio più alto dell’indice complessivo (84,8), seguiti da vicino dall’Islanda (83,4) e dalla Danimarca (81,6). Il sistema pensionistico olandese continua a trarre vantaggio dal fatto di essere passato da una struttura collettiva a prestazioni definite a un approccio più individualizzato a contribuzione definita e dal fatto che il Paese dispone di norme rigorose e di sostegno per i futuri pensionati.

L’indice si basa sulla media ponderata dei sottoindici di adeguatezza, sostenibilità e integrità. I punteggi più alti per ciascun sottoindice sono stati raggiunti dai Paesi Bassi per l’adeguatezza (86,3), dall’Islanda per la sostenibilità (84,3) e dalla Finlandia per l’integrità (90,8).

L’Italia fa parte del gruppo “c”, ovvero di un “sistema che presenta alcune buone caratteristiche ma anche rischi e/o carenze importanti che dovrebbero essere affrontate; senza questi miglioramenti, la sua efficacia e/o sostenibilità a lungo termine può essere messa in discussione”.

Il sistema pensionistico italiano resta – senza sorprese – sotto la media europea secondo gli indicatori di adeguatezza, sostenibilità (attuariale) e integrità.

Tuttavia, secondo il report, segnali interessanti di recupero si scorgono grazie ai fondi pensione. Infatti dei tre parametri presi in considerazione dagli analisti di Mercer e CFA Institute – l’adeguatezza, la sostenibilità e l’integrità – questo ultimo indicatore vede per l’Italia un sotto indice cresciuto dal 75,9 a 77,2, grazie soprattutto alla crescita dei montanti accumulati dai lavoratori sui fondi pensione privati e dal miglioramento della reperibilità delle informazioni sulla propria posizione individuale.

Complessivamente il sistema pensionistico italiano si posizione al 35esimo posto su 48, con un calo consistente nell’ambito dell’adeguatezza, passando da 72,7 a 68,2, e con un leggero miglioramento per quanto riguarda la sostenibilità (da 23.7 a 25.1).

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