In vista della Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri Naturali (13 ottobre), l’ONU ha pubblicato la nuova edizione del Global Assessment Report (GAR), dal titolo: Approfondimenti forensi per la resilienza futura: Imparare dai disastri del passato“.
Gli eventi di rischio stanno diventando sempre più intensi e frequenti in tutte le regioni del mondo. Quando i livelli di vulnerabilità e di esposizione sono elevati, è molto più probabile che questi eventi di pericolo si trasformino in disastri.
I disastri estremi non sono “normali”. I recenti eventi di pericolo climatico hanno superato le norme storiche e le proiezioni di molti modelli di rischio.
Il Rapporto di valutazione globale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio di disastri (GAR 2024) esamina le tendenze attuali e future, mostrando come l’analisi forense possa consentire una riduzione del rischio più mirata ed efficace.
L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi pericolosi in tutto il mondo conferma ciò che il Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) dell’IPCC ci aveva già detto: Con l’aumento del riscaldamento globale oltre 1,5°C (2,7°F), il mondo si trova ad affrontare un nuovo livello di rischi climatici senza precedenti.
Con l’aumento della portata e dell’intensità di questi rischi climatici, la mancanza di preparazione significa che è più probabile che si trasformino in disastri. La fame, la povertà, i rischi per la salute e l’uso non sicuro del territorio, l’urbanizzazione rapida e non pianificata aumentano il rischio. In un mondo interconnesso, i rischi possono combinarsi o sommarsi ad altri fattori, come i cicli di El Nino, per rallentare o addirittura invertire lo sviluppo socioeconomico, esacerbare le tensioni sociali, l’instabilità e l’insicurezza economica e aumentare le esigenze umanitarie. La vita delle persone peggiora.
È più probabile che gli eventi di rischio diventino disastri quando le persone, i beni o gli ecosistemi sono esposti e vulnerabili. Lo sviluppo insostenibile, comprese le disuguaglianze, aumenta l’esposizione e la vulnerabilità, aumentando i rischi di impatti composti o a cascata e di policrisi. La sfida per tutti i Paesi, soprattutto per quelli con alti livelli di rischio di catastrofi, è costruire la resilienza.
I disastri raramente sono unici. Spesso sono preceduti da eventi più piccoli ma molto simili. A cambiare è solo l’entità del disastro. Esaminando nel dettaglio questi eventi, tuttavia, possiamo conoscerne le cause e cercare soluzioni efficaci. Le lezioni apprese potrebbero prevenire disastri molto più grandi e contribuire a un futuro inclusivo, interconnesso e finanziariamente stabile.
Il Rapporto 2024 dell’ONU intende contribuire ad una efficace governance del rischio per superare le risposte ai disastri “evento per evento”, identificando le cause comuni ai disastri all’interno di fattori sociali, economici e istituzionali e fornendo un supporto affinché tali rischi possano essere riconosciuti, valutati e affrontati.
Lo sviluppo sostenibile impone di incorporare la resilienza ed usare sempre più soluzioni nature-based (come proteggere le zone umide per assorbire le acque alluvionali o preservare le foreste costiere come cuscinetto contro le tempeste), quale principio fondamentale su cui informare l’ingegneria, l’ecologia e lo sviluppo sociale per proteggere le generazioni presenti e future.