A quattro anni di distanza, lo spettro delle conseguenze finanziarie della crisi pandemica legata al Covid, incombe ancora su alcune aziende e su alcuni assicuratori.

Con una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bordeaux il 10 settembre, l’assicuratore francese MMA è stato condannato a risarcire il suo assicurato, la catena di fast-food McDonald’s, per le perdite di interruzione di attività. Si tratta di una novità assoluta, poiché le precedenti decisioni delle corti d’appello erano tendenzialmente sfavorevoli agli assicurati. La Corte ha anche deciso di eliminare il tetto massimo dell’importo da risarcire, che potrebbe costare a MMA fino a 1 miliardo di euro, secondo quanto riporta L’Argus.

La questione nel caso specifico era se il decreto che impediva l’accesso del pubblico ai locali di vendita di negozi e ristoranti durante il periodo iniziale di lockdown – ma non impediva le vendite da asporto o il “click & collect” – costituisse una chiusura ai sensi dei contratti di assicurazione che utilizzano questo termine come condizione di copertura.

La Corte di Cassazione ha affrontato per la prima volta la questione all’inizio del 2024, chiudendo il dibattito con due sentenze (depositate il 25 gennaio e il 20 giugno 2024) riguardanti le attività di ristorazione e catering. Nella prima si legge: “I clienti e i fornitori dell’assicurato [organizzatori di eventi, hotel, châteaux, sale di ricevimento] rientravano nelle categorie oggetto delle misure di divieto di ricezione del pubblico, il che significava che erano stati chiusi per ordine delle autorità, caratterizzando la loro inadempienza ai sensi del contratto”, spiega Jérôme Goy. Il secondo fa un ulteriore passo avanti: “il decreto del 15 marzo 2020 vietava ai ristoranti di servire il pubblico, il che costituiva una chiusura dell’esercizio per ordine delle autorità ai sensi del contratto”.

Gli assicuratori non potranno più invocare la possibilità di vendite da asporto e di click & collect per rifiutare la copertura dei ristoratori e la sentenza della Corte d’Appello ne prende atto, con importanti conseguenze per la controversia tra McDonald’s e MMA.

Rimane un’ambiguità contrattuale per quanto riguarda il limite di garanzia di 300.000 euro fissato dalla parte contraente. La questione è se il limite di garanzia di 300.000 euro si applica a ciascun assicurato o all’intera polizza. La Corte d’appello sembra ritenere che si tratti della copertura massima prevista per ogni assicurato. Fatta salva la perizia giudiziaria richiesta dai giudici, l’importo del risarcimento dovuto da MMA potrebbe costare 300.000 euro, moltiplicato per il numero di franchigie coinvolte.