Allianz Partners ha pubblicato il rapporto e la docuserie Generational Health Insights, creati con la collaborazione di Joe-Max Wakim, vicedirettore sanitario presso il Copenhagen Institute of Future Studies.
L’obiettivo del rapporto Generational Health Insights è di esplorare come si possa meglio soddisfare le esigenze sanitarie delle diverse generazioni di oggi, affrontando le sfide che si pongono e soddisfando i bisogni relativi alla salute e benessere in modo più sostenibile, così da agire da buon esempio per le generazioni future. Oltre alle opinioni degli intervistati, il rapporto include anche dati e risultati di studi internazionali. Il rapporto si concentra su tre argomenti principali legati alla salute (“Vivere bene e in salute”, “Salute mentale” e “Digitale e salute”), oltre che presentare osservazioni e conclusioni dell’economista sanitario Joe-Max Wakim.
E ntro il 2030, una persona su sei avrà almeno 60 anni di età. La proporzione delle fasce di età più anziane nella nostra società è in aumento e il rischio di contrarre una o più malattie croniche aumenta con l’età. Questo spiega in qualche modo il fatto che gli intervistati non accolgono favorevolmente l’idea di vivere fino a un’età molto avanzata, a meno di non poter contare su una buona qualità della vita.
Per quanto concerne le malattie croniche (non trasmissibili), che rappresentano le principali cause di disabilità e costi sanitari e determinano 41 milioni di decessi all’anno, lo studio ha mostrato una forte mancanza di consapevolezza su cosa siano e come possono essere prevenute. Risulta quindi fondamentale educare e responsabilizzare le persone affinché assumano il controllo della propria salute, migliorando così la loro qualità di vita e – non da ultimo – riducendo a lungo termine la pressione sui sistemi sanitari nazionali.
Quasi la metà (47%) della Generazione Z, ovvero i giovani di età compresa tra i 12 e i 26 anni, si sente spesso o sempre ansiosa e più di uno su cinque (22%) si sente spesso o sempre depresso; questi dati si confermano nel nostro studio, che rileva come la salute mentale sia considerata oggi quasi più importante della salute fisica. È evidente che un unico approccio relativamente al benessere psichico che valga per tutti non sia possibile, anche considerate le differenti problematiche che si trovano ad affrontare le diverse generazioni. Il sostegno alla salute mentale deve essere preso sul serio quanto le preoccupazioni più tangibili per la salute fisica e adattato ai soggetti più a rischio.
Nel 2024, c’è stato un aumento del 6.500% nella prescrizione delle app di assistenza mentale. Ma se i servizi sanitari digitali e l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario continuano a crescere e a produrre benefici, la ricerca mostra che la professionalità umana rimane fondamentale quando si tratta di interazioni e diagnosi più personali.
Le assicurazioni e le organizzazioni sanitarie e le amministrazioni pubbliche hanno il compito di instillare fiducia nelle modalità di utilizzo dei dati sanitari personali e di spiegarne i benefici; solo una volta assolto questo compito potranno, insieme ai consumatori, fruire di tutti i benefici di un ecosistema e di dati sanitari collegati in modo più efficiente.
Per poter agire da buon esempio per le generazioni future, occorre creare le basi per un futuro in cui ciascun individuo è responsabile della propria salute, la tecnologia viene sfruttata efficacemente e i dati sono connessi in modo responsabile, così da ottenere risultati migliori per la salute.