Anche sulle strade europee, così come abbiamo visto per l’Italia, il 2022 segna una graduale ripresa della mobilità. Nella Ue27 le vittime – secondo quanto riporta l’ACI – sono state 20.669 contro 19.932 del 2021, 22.761 del 2019 e circa 30mila nel 2010. L’aumento nel 2022 è stato del 3,7% sull’anno precedente, mentre si registra ancora un calo del 9,2% rispetto al 2019.
La crescita del numero di vittime della strada non ha interessato tutti i Paesi: variazioni negative si rilevano infatti in Slovenia (-25,4%), Lettonia (-23,1%), in Lituania (-18,4%), a Cipro (-17,8%), in Polonia (-15,5%), in Finlandia (-15,1%), in Estonia (-9,1%), in Romania (-8,2%), in Croazia (-5,8%), in Bulgaria (-5,3%) e in Ungheria (-1,7%).
Gli aumenti più consistenti sono stati invece registrati a Malta (+188,9%), Lussemburgo (+50,0%), Paesi Bassi (+26,6%), Danimarca (+18,5%), Svezia (+18,2%).
Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta a 46,3 nella Ue27 e a 53,6 in Italia.
Il nostro Paese passa così dal tredicesimo posto al diciannovesimo nella graduatoria europea.
Per il decennio 2021-2030 gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di benchmark (fissato al 2019) e il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione, Key Performance Indicators, che l’Italia fornisce alla Commissione Europea. Tali indicatori riguardano: velocità, uso dei sistemi di protezione (casco, cinture di sicurezza e seggiolini per bambini), uso di alcool e droghe, livello di sicurezza del parco veicolare e della rete stradale nazionale, distrazione alla guida ed efficienza dei sistemi di soccorso in caso di incidente.
Oltre agli obiettivi fissati per il prossimo decennio, sono state gettate le basi per nuovi e ambiziosi traguardi. In particolare, la Dichiarazione di Stoccolma del febbraio 2020 auspica una vision “zero vittime” per il 2050.