“La transizione energetica va perseguita fondamentalmente tramite politiche generali (regole, incentivi o tasse, investimenti pubblici); la regolamentazione prudenziale, bancaria e assicurativa, ne dovrebbe tener conto, non tanto a fini di incentivazione diretta, quanto nell’ambito dell’obiettivo che le è proprio, la stabilità delle istituzioni finanziarie. Precisamente a tal fine essa deve prendere in considerazione tutti i rischi che gravano sugli operatori, inclusi quelli legati al cambiamento climatico e alla transizione sostenibile”. Lo ha affermato Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel suo intervento all’Insurance Summit dell’Ania di ieri.
Se in Europa vi è in media troppo poca assicurazione contro le calamità naturali, in Italia ve ne è ancora meno. “Dalle rilevazioni dell’EIOPA emerge che siamo, dopo la Grecia, il Paese europeo con il più ampio divario tra l’esposizione alle calamità naturali (elevata) e l’entità della relativa copertura assicurativa (scarsa)”.
Come affrontare la questione? “Premesso che l’iniziativa congiunta di EIOPA e BCE può rappresentare un utile punto di partenza per un dibattito europeo – ha detto Signorini – da tempo si discute anche in Italia sul modo di favorire sistemi integrati e organici di protezione, basati sulla cooperazione tra pubblico e privato. La definizione delle modalità con le quali incoraggiare un ruolo delle assicurazioni private, attivo e complementare all’azione pubblica, spetta naturalmente al Governo e al Parlamento, ai quali non faremo mancare il nostro contributo tecnico”.
Signorini ha spiegato che l’Ivass sta lavorando all’elaborazione di analisi tecniche, “per fornire supporto al legislatore e contribuire a definire e attuare un sistema organico di protezione contro i danni derivanti da catastrofi naturali (non solo di origine climatica) che poggi sulla collaborazione tra pubblico e privato, valorizzando il ruolo delle imprese di assicurazione nel risarcimento ex post dei danni derivanti dal verificarsi di calamità e nella mitigazione ex ante di tali rischi, e anche guardando al panorama delle scelte effettuate a livello internazionale”.
Gli schemi di altri paesi si basano su vari strumenti: facoltativi come nel Regno Unito; semiobbligatori come in Francia, dove la copertura del rischio di catastrofi naturali è richiesta a chi desideri sottoscrivere una copertura contro l’incendio; obbligatori come nel caso della Turchia (solo per i terremoti) e dell’Islanda. “In tutti questi casi lo Stato interviene in varie forme, e spesso interviene come riassicuratore di ultima istanza”.
In conclusione, Signorini ha poi sottolineato che “L’eventuale introduzione di ‘fattori di sostenibilità’ nella regolamentazione, dovrebbe essere giustificata da solida e comprovata evidenza empirica. Contiamo che Eiopa riesca come previsto, a valle dell’approvazione della revisione di Solvency II, a dar corso al mandato ricevuto in merito, identificando e proponendo un sistema di incentivi ovvero di penalizzazioni basato su una comprovata evidenza circa la natura e l’entità dei rischi da presidiare. Daremo in ogni sede opportuna il nostro contributo alla discussione”.
In allegato il testo integrale dell’intervento