La strategia di investimento al dettaglio (Retail invesmente strategy) dell’UE ha superato un nuovo ostacolo nel suo cammino: questa settimana il Parlamento europeo ha espresso per la prima volta il suo parere sulla bozza di regolamento presentata dalla Commissione europea.
Alla fine di maggio la Commissione europea aveva presentato delle proposte per rendere la distribuzione finanziaria europea più favorevole ai consumatori, al fine di attirare un maggior numero di persone sui mercati dei capitali. Tuttavia, secondo la Commissione, ciò richiederebbe prima nuove regole per i produttori e i fornitori di servizi finanziari. La proposta di Bruxelles deve ora essere concordata con il Parlamento e il Consiglio dell’UE.
All’interno del Parlamento europeo, Stéphanie Yon-Courtin del gruppo liberal-democratico “Renew Europe” è responsabile della questione. Anche l’ultima bozza di controproposta proviene da lei.
Scetticismo sul divieto di commissione
Nella sua dichiarazione, la Yon-Courtin chiede diverse modifiche alla bozza della Commissione UE. In primo luogo, c’è la questione molto discussa del divieto di commissione nei servizi di consulenza finanziaria: la bozza della Commissione UE propone di vietare l’accettazione di commissioni di vendita in alcuni settori per risolvere i conflitti di interesse. Nel caso di vendite puramente esecutive, ad esempio, la Commissione vuole abolire questo tipo di remunerazione delle vendite.
Yon-Courtin è preoccupata per il progetto di introdurre un divieto parziale delle commissioni, si legge nella bozza di emendamento. Non risolverebbe i conflitti di interesse, ma aprirebbe semplicemente la strada a un divieto totale delle commissioni in una fase successiva, che il relatore respinge con forza. Sarebbe meglio migliorare il quadro esistente, ad esempio perseguendo con ancora più forza la trasparenza. Questo sarebbe più adatto a risolvere i conflitti di interesse esistenti nella distribuzione finanziaria.
Regole più severe per il marketing dei finfluencer
Il relatore commenta anche la questione dei parametri di riferimento per i prezzi dei prodotti finanziari. La Commissione aveva chiesto che i fornitori di prodotti si attenessero a linee guida fisse nella determinazione dei prezzi. Yon-Courtin si lamenta: Questo limiterebbe la diversità dei prodotti e soffocherebbe l’innovazione. I piani di benchmark dovrebbero essere cancellati.
Rispetto alla Commissione europea, la bozza del Parlamento è più severa nei confronti dei finfluencer. La Commissione europea voleva imporre regole più severe sugli influencer dei media che commentano i temi degli investimenti e spesso collaborano con le società finanziarie. Il relatore Yon-Courtin ha affermato che le proposte non si spingono abbastanza in là. Le società finanziarie dovrebbero anche stipulare esplicitamente contratti con i finfluencer che lavorano per loro. Inoltre, la relatrice chiede che la distribuzione finanziaria sleale via Internet venga sanzionata più severamente. La relatrice chiede anche una supervisione paneuropea dei fornitori di dati che lavorano per il settore finanziario.
Per quanto riguarda il regolamento Priips, che anche la Commissione europea vuole rivedere, la bozza del Parlamento richiede alcune modifiche. Ad esempio, la prevista sezione “Il prodotto in sintesi” nelle schede informative per i consumatori dovrebbe essere eliminata. La prevista inclusione di informazioni sulla sostenibilità dovrebbe continuare a essere allineata con la giurisprudenza in materia.
La parola finale sulla strategia dell’UE per gli investitori al dettaglio è ancora lontana. Dopo la presentazione della prima bozza da parte del relatore, è possibile presentare proposte di emendamento fino al 26 ottobre. Secondo gli ambienti parlamentari, tuttavia, il voto finale sulla proposta parlamentare in seno alla Commissione per gli affari economici e monetari non è previsto prima dell’inizio del prossimo anno.
Ciò fa dubitare che l’intero progetto legislativo possa essere completato prima delle prossime elezioni europee di giugno. Una volta che il Parlamento europeo avrà deciso la sua posizione finale, la strategia dovrà essere concordata da tutti e tre i partner: la Commissione, il Parlamento e i rappresentanti dei Paesi.
Se questo non dovesse funzionare in tempo, il futuro Parlamento dell’UE dovrebbe assumere la posizione dei suoi predecessori dopo le elezioni parlamentari, in modo che il processo possa continuare. Nel peggiore dei casi, l’intero processo potrebbe ricominciare da capo nel prossimo Parlamento.