Con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri si è aperto ieri a Roma, presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, il Welfare Italia Forum 2023.
Nel corso del Forum è stata presentata l’edizione 2023 del Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia” sostenuto da Unipol Gruppo con la collaborazione di The European House – Ambrosetti.
L’andamento della spesa in welfare, le dinamiche demografiche e salariali in atto, l’impatto dell’inflazione sulla domanda di protezione sociale, la sostenibilità di medio-lungo termine del sistema di welfare, il ruolo del privato e degli investimenti sociali sono solo alcuni dei temi di dibattito affrontati nel corso del Forum presieduto e moderato da Antonio Polito (Editorialista e Vicedirettore, Corriere della Sera).
Il Think Tank si propone, da oltre un decennio, come luogo di analisi, studio e riflessione sui temi del welfare, aperto al confronto tra i principali stakeholder del settore pubblico e privato: decisori, esponenti governativi nazionali e locali, parti sociali, casse e fondi previdenza e assistenza, rappresentanti di imprese e dei lavoratori, università e terzo settore.
In crescita la spesa in welfare stimata in Italia nel 2023
Secondo le stime del Think Tank “Welfare, Italia”, la spesa in welfare in Italia per il 2023 sarà in crescita a 632,4 miliardi di euro (+3,7% rispetto al dato del 2022), includendo in questo perimetro i 3 pilastri tradizionali (Sanità, Politiche Sociali, Previdenza) e l’Istruzione. La spesa previdenziale assorbirà in particolare oltre la metà delle risorse, ovvero il 50,3% della spesa sociale totale. A seguire, la spesa sanitaria (21,5%), quella in politiche sociali (16,9%) e la spesa in istruzione (11,3%).
Rispetto al 2022 la spesa previdenziale è in aumento del 7,1%, passando da 296,9 miliardi di euro a 317,9 miliardi di euro.
La spesa sanitaria nel 2023 è in incremento del 3,8%, rispetto allo scorso anno. La variazione tiene conto della crescita del 4,5% dei redditi da lavoro dipendente del personale del SSN (influenzato dal rinnovo contrattuale del personale) e di un aumento della spesa dei consumi intermedi del 3,8%.
La spesa per le politiche sociali, secondo le stime contenute nel Documento di Economia e Finanza (DEF), presenta, invece, una diminuzione del 2,9% rispetto al 2022, sebbene tali valori siano ancora più elevati rispetto al periodo pre-Covid. Tali previsioni tengono conto delle misure introdotte con la Legge di Bilancio 2023 quali, ad esempio, la revisione dei limiti di durata e spesa in Reddito di Cittadinanza.
Infine, per quanto riguarda la spesa in istruzione si prevede un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente.
Anche in confronto al contesto pre-pandemico, la spesa in welfare dal 2019 al 2023 registra una dinamica in crescita in tutte le sue componenti: politiche sociali (+23,6%), sanità (+17,5%), previdenza (+15,6%) e istruzione (+2,4%).
Il 2022 è stato l’anno con il minor numero di nuovi nati dall’Unità d’Italia
In Italia nel 2022 si è accentuato il calo della popolazione, già in costante contrazione dal 2014. Al 31 dicembre 2022, in Italia, la popolazione residente è pari a 58.850.717 unità in diminuzione di 179.416 unità, ovvero del -0,3%, rispetto allo stesso periodo del 2021. Come osserva Istat, il 2022 è stato contraddistinto, in Italia, dal nuovo record negativo del numero di nascite: 393 mila.
A conferma del quadro delineato, il tasso di natalità (ovvero, il numero di nati ogni 1.000 abitanti) in Italia nel 2022 è di 6,7 nascite, un dato in progressiva diminuzione negli ultimi dieci anni: dal 2012 (anno in cui si registrava un tasso di natalità pari a 9,0) al 2022, in Italia si è registrata una diminuzione di -2,3 nascite ogni 1.000 abitanti. La situazione italiana è ancora più evidente se contestualizzata nel più ampio contesto europeo: infatti l’Italia registra nel 2022, relativamente al tasso di natalità, il dato più basso nel contesto dell’Unione Europea.
Welfare Italia Index 2023: nella capacità di risposta dei sistemi di welfare regionali si conferma una differenza tra Nord, Centro e Sud
Il Think Tank “Welfare, Italia” ha messo a punto un indicatore sintetico[1] che valuta aspetti legati sia alla spesa in welfare sia ai risultati che questa spesa produce.
Nel Welfare Italia Index 2023, l’amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la P.A. di Bolzano (83,3 punti), seguita dalla P.A. di Trento (81,4 punti) e dall’Emilia Romagna (76,3 punti). Dal lato opposto del ranking, si posizionano la Basilicata (61,4 punti), la Campania (60,4 punti) e la Calabria (56,7 punti). L’edizione 2023, rispetto ai dati 2022, segnala una costante polarizzazione nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane: il divario tra la prima e l’ultima Regione è infatti ancora pari a 26,6 punti.
La classifica completa del Welfare Italia Index 2023:
Le 4 priorità di azione per il sistema di welfare italiano
In considerazione delle note dinamiche demografiche, inflattive e salariali riguardanti l’Italia, il Think Tank “Welfare, Italia” ha individuato 4 ambiti d’azione su cui il Paese dovrebbe agire per sostenere l’evoluzione del sistema di welfare nell’ottica di un nuovo patto generazionale
- Definire un disegno organico per invertire il trend demografico attraverso indirizzi che allineino l’Italia alle best practice europee
- Aumentare la dotazione finanziaria dell’Assegno Unico Universale e introdurre un’imposizione fiscale calibrata sul numero di figli
- Trasformare i congedi di maternità e paternità in congedi gender neutral
- Introdurre sistemi premianti per gli stranieri extra-UE in ingresso che valorizzino il possesso di qualifiche, esperienze e competenze
- Sostenere il ruolo del sistema sanitario nazionale aumentando gli investimenti e valorizzando appieno la componente integrativa
- Aumentare gli investimenti diretti al Sistema Sanitario Nazionale indirizzando le risorse verso il potenziamento della rete sanitaria territoriale e del capitale umano
- Valorizzare il contributo della componente integrativa riconoscendola come alleata del SSN, definendo il perimetro delle prestazioni integrative, ampliando la platea di potenziali beneficiari e introducendo una normativa sulla Long-Term Care
- Aumentare gli strumenti e la flessibilità del sistema previdenziale integrativo
- Introdurre forme di risparmio incentivato sul modello dei Children’s Saving Accounts (CSA) per favorire il risparmio previdenziale integrativo
- Introdurre strumenti per assicurare una maggiore flessibilità della previdenza complementare, tra cui la portabilità da un anno all’altro, la possibilità di ottenere anticipazioni straordinarie e il trasferimento ai figli della posizione
- Lanciare un piano per lo sviluppo delle competenze e potenziare il ruolo dei centri per l’impiego
- Definire un piano strategico sulla formazione delle competenze basato sulle necessità emergenti delle imprese
- Creare banche dati nazionali e sistemi di monitoraggio delle performance dei CPI
- Digitalizzare il servizio offerto dai CPI attraverso un «Fascicolo del cittadino»
- Creare specifiche piattaforme digitali con le offerte di lavoro e i percorsi di formazione e aggiornamento disponibili