I cambiamenti demografici porteranno a un aumento della raccolta premi del 10% in termini reali e a 140 miliardi di euro entro il 2040. A crescere sarà soprattutto il settore delle assicurazioni sanitarie private. L’assicurazione vita a capitalizzazione perderà importanza, mentre l’assicurazione pensionistica privata ne guadagnerà. Questo è quanto emerge da uno studio commissionato dall’associazione tedesca delle imprese di assicurazione GDV.
Nonostante l’invecchiamento della popolazione, il mercato assicurativo tedesco crescerà nei prossimi decenni. È questa la conclusione di uno studio condotto dall’International Center for Insurance Regulation (ICIR) per conto dell’Associazione tedesca delle assicurazioni (GDV).
Sono state esaminate le conseguenze dei cambiamenti demografici sulla domanda di assicurazioni. “I valori non rappresentano una previsione per il settore assicurativo nel suo complesso. Si limitano a quantificare l’effetto che lo sviluppo demografico potrebbe avere su di esso”, afferma Alexander Ludwig, responsabile dell’ICIR e coautore dello studio.
Gli esperti hanno progettato un modello di previsione che tiene conto sia dell’evoluzione della popolazione e dei redditi sia dei cambiamenti nel comportamento della domanda. La base è stata l’indagine sui redditi e sui consumi (EVS) dell’Ufficio federale di statistica (Destatis). Il campione è stato raccolto l’ultima volta nel 2018. L’anno serve quindi come base per lo studio.
Aumento reale del dieci per cento
Il risultato: gli autori prevedono un aumento della raccolta premi del dieci per cento in termini reali, fino a 140 miliardi di euro entro il 2040, grazie al solo effetto demografico. Allo stesso tempo, l’importanza del settore per l’economia generale sta aumentando. Si prevede che la quota dei premi assicurativi sul prodotto interno lordo salga dal 4,1 al 4,7%.
Secondo lo studio, l’assistenza a lungo termine e l’assicurazione sanitaria registreranno una crescita particolarmente forte. Le statistiche dello SVE includono anche le polizze contro gli infortuni e l’invalidità professionale nel gruppo di prodotti “assicurazione sanitaria privata”. In questo caso, gli studiosi ipotizzano una crescita dei premi di quasi il 60%, a partire da circa 50 miliardi di euro (2018).
Al contrario, il segmento “assicurazioni vita”, composto da assicurazioni pensionistiche private, assicurazioni sulla vita “a capitalizzazione” e assicurazioni sulla vita a termine, dovrà accettare delle perdite. Gli autori dello studio prevedono per questo segmento un calo dei premi di 48,5 miliardi di euro (2018) indotto dalla demografia e pari a circa il 5% entro il 2040.
Tuttavia, secondo lo studio, lo sviluppo all’interno di questo gruppo di prodotti sarà molto diverso. Mentre le polizze vita a capitalizzazione perderanno fortemente importanza, la domanda di polizze pensionistiche private aumenterà del 40% entro il 2040.
Secondo Ludwig, in caso di cambiamento delle condizioni politiche generali, i premi potrebbero diminuire leggermente. “Se, ad esempio, l’età pensionabile fosse legata all’aumento dell’aspettativa di vita, il calo dei premi nel settore vita legato all’età rallenterebbe fino a circa il 3%”, afferma Ludwig. In questo modo le persone percepirebbero un reddito più a lungo e potrebbero quindi contribuire maggiormente alla loro previdenza privata per la vecchiaia.
Possibile un aumento del 15%
I calcoli si basano su uno scenario di base dello sviluppo demografico. Gli scienziati ipotizzano un leggero calo della popolazione a 80 milioni entro il 2040. In questo scenario, il deficit di nascite sarà in parte compensato dall’immigrazione, ma la quota della popolazione attiva scenderà comunque dal 60 al 53%.
Il reddito disponibile delle famiglie si riduce significativamente in termini reali perché i pensionati, il cui numero è in aumento, hanno redditi inferiori a quelli dei lavoratori. Questi ultimi, a loro volta, sono maggiormente gravati da contributi previdenziali più elevati.
In uno scenario più ottimistico, con un’immigrazione leggermente maggiore o un tasso di natalità più alto, i premi assicurativi potrebbero aumentare complessivamente del 15 anziché del 10 percento.