LE COMPAGNIE IN QUESTO CAMPO STANNO CAMBIANDO IL LORO VOLTO NELL’ERA POST-COVID
di Andrea Boeris
La pandemia ha trasformato il concetto di salute, modificando lo scenario di spesa e anche gli interessi degli italiani, sempre più attenti al tema del benessere e alla prevenzione di malattie: si calcola che per l’80% delle persone la salute rappresenti l’assoluta priorità. Ecco quindi che anche il settore dell’assicurazione in campo sanitario deve rispondere alle sfide del post-Covid, adattandosi alle nuove esigenze e mettendo in campo nuove proposte. Il quartetto tradizionale dell’assicurazione (vita, invalidità, infortunio e spese mediche) sta così cambiando la sua forma, come è emerso durante uno dei dibattiti della rassegna Milano Festival delle Assicurazioni di Class Editori. «Dal 2019 ad oggi lo scenario della sanità ha subito quasi un’interruzione, perché la spesa out-of-pocket delle famiglie italiane era già significativamente alta prima della pandemia mentre durante l’emergenza si sono interrotti alcuni flussi considerati normali all’interno delle strutture e degli ospedali», ha messo in evidenza Marco Mazzucco, amministratore delegato di Blue Assistance. «Questo ha prodotto ovviamente un rallentamento di tutta quell’attività considerata di prevenzione. Elemento registrato anche dal punto di vista assicurativo, con un calo di sottoscrizione delle polizze che ora sta riprendendo quota».
D’altro canto un fenomeno che ha orientato le persone durante la pandemia è stata la ricerca di forme di cura o assistenza digitale, tramite la tele-medicina. «Dunque», ha proseguito Mazzucco, «il Covid è stato anche un momento all’interno del quale abbiamo scoperto nuove risorse, come la medicina telematica, che possono darci una mano nel prossimo futuro». Nel post Covid sembra esserci una nuova sensibilità ai servizi sanitari tech, una tendenza raccolta e messa in evidenza da Barbara Ambrogioni, head of partnership, servizi e marketing, Generali Welion: «Il Covid ha messo in evidenza tutta la fragilità del sistema nazionale, rendendo centrale anche il concetto di accesso alle cure. Nel corso della pandemia è aumentato del 40% il download di app sanitarie, in grado di monitorare alcuni aspetti della salute». Una nuova sensibilità che non può essere ignorata dai player del settore della sanità.
«Dai nostri dati emerge che anche i pazienti molto senior hanno colto con favore questo tipo di tecnologia perché consente una vicinanza con il proprio medico che altrimenti non sarebbe stata possibile», ha proseguito Ambrogioni, sottolineando anche che «Generali ha avuto un’accelerazione precoce in questo senso, volta a rendere la sanità accessibile omnibus: agli inizi della pandemia, a marzo 2020, abbiamo progettato, creato e messo a disposizione “Genera salute Covid” un prodotto indennitario che ha segnato un cambio di paradigma all’interno del gruppo, basandosi sulla semplicità della fruizione e sull’accessibilità del prezzo».
Le compagnie hanno ben presente l’importanza della prevenzione, ma c’è un aspetto precedente a quello dello screening, che riguarda il benessere in generale. In questo percorso, giocando d’anticipo prima del Covid, Generali ha insistito ad esempio creando “Benefit”, «un servizio che ancora prima della cura e della prevenzione aiuta ad assumere atteggiamenti virtuosi. Questo rappresenta un grande cambiamento di paradigma da parte delle assicurazioni», ha evidenziato ancora Ambrogioni.
Ma anche per Axa c’è un cambio di paradigma nel post Covid, come ha spiegato l’head of health beyond insurance del gruppo, Cristiano Gianni, indicandolo in due aspetti: «Da un lato una maggiore attenzione alla prevenzione e dall’altro la necessità di una gestione olistica della salute. La compagnia assicurativa deve oggi passare dalla prevenzione e arrivare a una gestione della salute a trecentosessanta gradi». Ed è qui che la tecnologia gioca un ruolo fondamentale secondo Gianni, «perché aggiunge quella dimensione di immediatezza che prima non c’era. In questo Axa è stata pioniera con un nuovo portale salute, lanciato a fine 2020, che aiuta il cliente dal primo sintomo sotto ogni aspetto». Tra cui anche, come ha tenuto a specificare Gianni, quello della salute mentale, su cui Axa ha ribadito il forte impegno.
L’aggiornamento dell’offerta e dei servizi che devono adattarsi alle innovazioni tecnologiche nell’ecosistema della salute resta uno degli aspetti centrali. «L’impatto del connubio tecnologia-salute non può non essere prioritario nelle agende attuali e futuri delle assicurazioni», ha messo in chiaro Matteo Cattaneo, chief digital innovation officer di Reale Group. Inoltre, ha concluso, «l’incrocio tra salute e innovazione è uno stimolo che permette e richiede al settore assicurativo di cambiare su tutta una serie di aspetti. Sicuramente da questa integrazione emergeranno tanti altri attori, grossi player digitali e anche startup, ma non ne darei un’accezione negativa. Anzi, avere tanti movimenti trasversali può aiutare ed essere stimolo e creare valore». (riproduzione riservata)
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