Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Al via il nuovo modello standard delle polizze fideiussorie obbligatorie nella vendita degli immobili in costruzione. Ci saranno più tutele per chi compra una casa sulla carta. Si tratta, infatti, di fideiussioni con le quali si prevede una copertura in caso di pignoramento, fallimento o altre situazioni di crisi del costruttore, assicurando agli acquirenti la restituzione di caparre, anticipi e così via. Non ci potranno essere franchigie sull’importo massimo garantito e la garanzia potrà anche essere prestata congiuntamente da più soggetti. Il contenuto del modello standard potrà essere modificato dalle parti, ma soltanto a determinate condizioni e sempre garantendo adeguata tutela all’acquirente.
Il mercato assicurativo digitale conferma tutto il suo potenziale di crescita: rispetto ai 60 milioni di euro investiti nel primo semestre dello scorso anno, sono stati 200 i milioni di euro (+230%) investiti fino al 30 giugno scorso nel cosiddetto insurtech. Parliamo, cioè, del processo di digitalizzazione del settore assicurativo: dalla sottoscrizione delle polizze alla gestione dei sinistri, tutto avviene online grazie all’analisi dei Big data o all’intelligenza artificiale.
È legittima la confisca, in forma diretta, delle somme di denaro che rappresentano il risparmio di spesa realizzato dagli amministratori della società indagati per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis, c.p.).
Il sequestro preventivo ai fini della confisca obbligatoria, infatti, può essere disposto anche nei confronti dei soggetti accusati di aver utilizzato e impiegato, in concorso tra loro, manodopera di diversi lavoratori, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento con approfittamento del loro stato di bisogno.
Dopo l’infortunio sul lavoro scatta lo stop alla condanna per responsabilità amministrativa a carico della società, nonostante il sinistro sia ascrivibile a un reato compiuto dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione in azienda (in breve Rspp). E ciò benché il delegato alla sicurezza sia investito da una procura speciale e disponga di un suo budget per l’antinfortunistica.
I nuovi presupposti oggettivi per accedere alle procedure previste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (dlgs 14/2019, Ccii), in vigore dal 15 luglio, creano già perplessità e rischiano di alimentare il contenzioso giudiziario in ambito concorsuale e stragiudiziale. L’insolvenza, definita dall’art. 2, lett. b) del Ccii, è l’unico presupposto per l’accesso alla liquidazione giudiziale, cioè la procedura che ha sostituito il fallimento, mentre sia la crisi, definita dall’art. 2, lett. a) Ccii, sia l’insolvenza sono entrambe presupposti per l’accesso alla Composizione negoziata della crisi d’impresa (Cnc, art. 12 Ccii).
La segnalazione tardiva da parte dell’organo di controllo non esime gli stessi da responsabilità patrimoniali nei casi di default della società. La risposta degli amministratori alle segnalazioni dell’organo di controllo non necessita della completa risoluzione di tutti i problemi finanziari, economici o patrimoniali della società, ma deve far sì che essi individuino le possibili soluzioni e attivino le idonee iniziative. Sono alcuni dei più importanti chiarimenti forniti nella relazione n. 87, pubblicata dall’ufficio del massimario della Cassazione lo scorso 15 settembre, in un apposito documento avente ad oggetto: Nuovo codice della crisi di impresa e dell’insolvenza – Attuazione della Direttiva Ue n. 1083/2019 c.d. Insolvency – dlgs n. 83/2022.

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  • Abbassare l’età pensionabile non dà posti di lavoro ai giovani
Il tema ricorre a ogni cambio di governo Ma, nonostante la Lega, nel programma del centrodestra c’è solo una generica “flessibilità in uscita”. E in effetti la disoccupazione giovanile è più alta dove si va prima in pensione, come in ItaliaF uori i senior e dentro i giovani? È l’auspicio di tutti i governi che ritoccano l’età della pensione per anticipare l’uscita dei lavoratori maturi, nella speranza di spingere l’occupazione degli “under”. Ma la staffetta generazionale in realtà non esiste. O almeno non è favorita dalle regole previdenziali. La letteratura economica è piena di studi che smontano questa correlazione, sia a livello macro che micro. Ce ne sono alcuni che mostrano anzi l’effetto contrario: un’età bassa di pensionamento corrisponde ad alti tassi di disoccupazione giovanile, come avvienepurtroppo in Italia.
  • Cresce la ricchezza degli italiani fuga dai bond, si punta sulle polizze
Lo scenario incerto spinge alla prudenza In agosto i depositi sono aumentati di 61 miliardi di euro rispetto a un anno prima (più 3,4%). Dagli studi di settore emerge la ricerca di un equilibrio tra bisogno di protezione e rendimentiT ra inflazione galoppante, rialzi aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali e uno scenario macroeconomico instabile, dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina, i mercati finanziari stanno vivendo una fase di volatilità e turbolenza che rende difficile capire come orientare al meglio i propri risparmi. E al tema della conoscenza è dedicata la quinta edizione del “Mese dell’educazione finanziaria”, in programma fino al 31 ottobre, con la possibilità di partecipare a numerosi eventi rivolti ad adulti e ragazzi. L’appuntamento non è casuale: pur confermandosi un popolo di risparmiatori, gli italiani si mostrano infatti ancora carenti da questo punto di vista nel confronto europeo.
  • LA PARSIMONIA DEI MILLENNIALS GIÀ A 30 ANNI METTONO DENARO DA PARTE
I più risparmiosi in Italia? Sono i millennials, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996. Da un sondaggio realizzato da Investing.com, che ha coinvolto quasi 1000 italiani tra i 18 e i 60 anni, emerge che la fascia 20/30 anni è la più incline al risparmio. Il 45,6% degli intervistati ha iniziato a mettere da parte denaro sotto i 30 anni, con un 24,5% che ha ammesso di aver cominciato sotto i 20. Tra gli obiettivi, quasi il 74% punta a incrementare il capitale, mentre solo una minoranza risparmia per la pensione (8,9%) o per comprare un immobile (4,9%). Per raggiungere i propri obiettivi, l’87,7% dichiara di affidarsi a prodotti finanziari tradizionali (azioni, obbligazioni e panieri come Etf e fondi comuni), solo il 2,4% investe in real estate o prodotti assicurativi. Poco usati i conti deposito e i remunerati (3,4%).
  • Insurtech, la rivoluzione necessaria l’Italia spinge sul ritardo in Europa
L’approccio tecnologico modifica il mercato assicurativo, attrattivo anche nelle sue versioni “native digitali” a fronte di clienti sempre più spesso online. Cresce la selezione dei targetP rima il guanto di sfida lanciato alle compagnie tradizionali, con una caccia serrata alla clientela giocata soprattutto sul fattore prezzo. Quindi è stato il momento dell’offerta di servizi forniti ai big del settore, per accompagnarli nel nuovo mondo, condividendone i risultati in una logica collaborativa. Ora siamo alla terza fase, quella in cui le startup si consolidano e il mercato seleziona le iniziative vincenti da quelle senza fondamenta solide. Uno studio condotto da Roland Berger e Klein Blue Partners descrive così il mercato dell’insurtech europeo, che sulle macrotendenze non si discosta sensibilmente da quello americano, pur giocando su una scala dimensionale inferiore a causa delle minori risorse finanziarie a disposizione. A questo proposito, gli investimenti da parte dei fondi continuano a ritmo spedito, anche se l’incertezza dello scenario macro spinge a una maggiore selezione dei target.
  • MENO COSTI, PIÙ REDDITIVITÀ
Da una crescita a tutti i costi a una più focalizzata sulla redditività. È l’evoluzione in corso tra le società insurtech secondo un recente rapporto di S&P Global Market Technology. Varie le ragioni alla base di questa evoluzione. La prima è di carattere congiunturale: con le banche centrali che alzano i tassi, gli investitori che si finanziano a debito hanno bisogno di maggiori certezze rispetto al passato. La seconda è strutturale e riguarda il fatto che alcune società sono presenti sul mercato ormai da diversi anni, per cui sono chiamate a dimostrare la propria capacità di generare profitti. Non va poi dimenticato che numerose insurtech si sono quotate proprio per reperire capitali e oggi anche gli investitori retail sono più selettivi del passato nel valutare i multipli dei titoli “growth”, quelli cioè con prospettive di crescita importanti, ma solo nel medio-lungo termine. Per raggiungere gli obiettivi prefissati non basterà più avere come focalizzazione i grandi numeri in termini di clientela e nemmeno i ricavi, ma bisognerà incidere in maniera importante sui costi. Da qui la necessità di prestare maggiore attenzione sul fronte della spesa. Senza mai abbassare la guardia sulla gestione dei rischi, che può essere attuata con maggiore efficacia proprio dalle società native digitali, più orientate a un uso massivo dei dati.
  • “Assicurazioni, vince chi riesce a cavalcare il cambiamento”
Lorenzo Riccardi, chief executive officer di Area Brokers “Algoritmi, intelligenza artificiale e M&A utili allo sviluppo”D al mercato arrivano segnali precisi di cambiamento, ma oggi nessuno può sapere con certezza quale sarà l’approdo finale. Per questo è importante saper cavalcare l’evoluzione della domanda senza preclusioni sugli sviluppi futuri». Così Lorenzo Riccardi, chief executive officer di Area Brokers Industria, sintetizza le strategie dell’azienda che negli ultimi anni ha registrato un importante percorso di crescita, senza specializzarsi in un solo segmento del mercato assicurativo.

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  • Sicurezza sul lavoro , 887 milioni bloccati
In Italia si muore di lavoro, e sempre di più: nei primi sette mesi del 2022 gli infortuni professionali sono aumentati del 41% (441.451 denunce) rispetto allo stesso periodo del 2021. Il numero dei decessi a fine agosto è di 677, appare in calo del 12% ma è solo per l’enorme diminuzione dei decessi per Covid che nel 2021 erano il 68% e oggi sono fermi al 3% del totale. Crescono invece le morti da infortunio, soprattutto nella fascia di età più elevata e tra i giovanissimi (15-24 anni), con i drammi di chi resta ucciso durante uno stage o in alternanza scuola-lavoro (dove non dovrebbe proprio essere esposto a rischi).

  • Il ritorno del factoring
Ormai i 120 giorni, che un tempo rappresentavano la parte alta della forchetta dei ritardi, rappresentano la media. Ma la tendenza è andare oltre, si arriva a sei mesi prima di scadere nel patologico. Il peggior pagatore, nonostante una virtuosa virata registrata nelle ultime stagioni, rimane il settore pubblico. La sanità soprattutto. Un panorama tutt’altro che ottimale che evidenzia da un lato la difficoltà di molte imprese nel restare sul mercato, ma che al tempo stesso ha generato una specializzazione bancaria che in altri paesi semplicemente non esiste. Una nuova nicchia del made in Italy tanto che, sembrerà strano, le banche italiane riescono ad esportare in diversi paesi europei questa italica capacità di generare efficienza dove efficienza non c’è. Il factoring, il caro vecchio servizio di anticipo fatture, è infatti un comparto più in voga che mai. Sul dimagrito listino della Borsa valori di Milano ci sono ben tre società bancarie che traggono l’ampia maggioranza dei loro ricavi dall’attività di factoring. E almeno altre due che considerano il factoring una delle attività più importanti nella loro offerta alla clientela.
  • Siamo più educati (in finanza). E i giovani la seguono via social
L’educazione finanziaria rimane una priorità per il sistema Italia, che deve ancora recuperare tanta strada rispetto agli altri Paesi europei. Ma se fino a qualche anno fa gli italiani erano molto distanti dal mondo dell’economia e della finanza, oggi c’è una maggiore determinazione nel voler imparare, soprattutto tra i Millennials e la Generazione Z. È quanto emerge dal nuovo «Osservatorio internazionale EduFin 2022: la finanza secondo le nuove generazioni», una ricerca realizzata da Pictet Asset Management sotto la direzione di Nicola Ronchetti, fondatore e Ceo di Finer Finance Explorer, e dedicata all’analisi dello stato dell’arte dell’alfabetizzazione finanziaria nella Penisola. L’analisi, i cui risultati saranno presentati al pubblico domani, martedì 4 ottobre negli uffici di Pictet Am a Milano, mette in luce il livello di fiducia degli italiani nei confronti di professionisti della finanza e istituzioni, l’attitudine delle diverse generazioni al tema del risparmio e l’utilizzo dei canali prediletti per informarsi. «Sebbene l’Italia sia tristemente nota per i bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria, quest’anno abbiamo notato alcuni aspetti che ci fanno ben sperare e che potrebbero consolidarsi nel lungo periodo – commenta Daniele Cammilli, head of marketing di Pictet Am –. Si è sempre discusso di quanto sia importante una trasformazione culturale nel nostro Paese. Ci auguriamo che le evidenze di questa ricerca possano stimolare un percorso virtuoso e una migliore e più efficace offerta di contenuti».

  • Il danno da trasfusione viene risarcito solo dalla comparsa dei sintomi
  • Pensioni, si apre la partita costi
  • Grandi città in testa A Piacenza e Isernia denunce in crescita
Milano si conferma al vertice dell’Indice della criminalità, che entrerà nell’indagine della Qualità della Vita 2022 a fine anno, con 193.749 reati denunciati nel corso del 2021: 5.985 ogni 100mila abitanti. Per dare un peso al fenomeno, la cifra risulta pari alla somma di tutti i crimini denunciati nello stesso arco di tempo a L’Aquila, Pordenone e Oristano, le tre province con meno densità di illeciti che si posizionano sul fondo della classifica. Tra le 107 province italiane Milano è quella con più furti rilevati ogni 100mila abitanti, in particolare nei negozi e nelle auto in sosta; è settima per denunce di violenze sessuali; seconda per rapine in pubblica via; terza per associazioni per delinquere. «Abbiamo riscontrato una predominanza dei reati da strada, anche aggressivi, che si compiono lungo gli assi commerciali, nelle zone della movida o sulla rete del trasporto pubblico che ogni giorno accoglie milione e mezzo di passeggeri- spiega Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Comune di Milano -. Abbiamo chiesto e ottenuto 255 tra poliziotti e carabinieri e stiamo assumendo 500 poliziotti locali: i primi 108 saranno in servizio da novembre ». E aggiunge: «Invitiamo sempre a denunciare, perché così possiamo attivare una serie di indagini mirate, magari tenendo conto della “carriera” criminale della persona».
  • Delitti web, incendi e rapine superano i livelli pre-Covid