Anna Messia
L’aumento del costo della vita è improvvisamente diventato la principale preoccupazione dei consumatori italiani (il 71% la mette al primo posto), seguito a poca distanza da cambiamenti climatici (61%), salute (53%) e reddito (50%). Nuovi bisogni, dettati dal mutato contesto economico e sociale, cui le compagnie di assicurazione hanno iniziato a rispondere, come è emerso nel corso del Festival delle Assicurazioni organizzato dal 12 al 14 ottobre da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture. «C’è una forte accelerazione di trend e processi già in atto: dagli investimenti tecnologici alla ricerca di nuovi talenti passando per la spinta verso la sostenibilità e le nuove frontiere aperte dal metaverso», sottolinea Daniele Presutti, senior managing director insurance lead for Europe di Accenture.
Domanda. I dati del settore assicurativo evidenziano una crescita della raccolta del 10% nel ramo Danni. Un record storico. Sembra che l’Italia abbia iniziato a colmare la carenza di diffusione di coperture assicurative che da sempre la caratterizza rispetto agli altri Paesi europei. Il trend proseguirà malgrado il rialzo di inflazione e tassi d’interesse?
Risposta. Proprio l’aumento dei rischi e dell’incertezza sta avvicinando gli italiani alle polizze assicurative. Lo abbiamo visto nel settore salute, che ha registrato una crescita della raccolta di oltre il 12% dall’arrivo della pandemia, e c’è anche una forte attenzione ai danni catastrofali. Le coperture assicurative vengono percepite finalmente come un ombrello per ripararsi da rischi imprevisti.
D. Più difficile però trovare coperture assicurative che proteggano dall’aumento dell’inflazione. Il ramo Vita sta anzi registrando un rallentamento della raccolta, con un calo della nuova produzione del 12,9% nei primi otto mesi dell’anno.
R. A ben vedere le polizze Danni rappresentano una risposta anche all’inflazione perché aumentano in generale la protezione degli assicurati e liberano risorse che possono essere indirizzate verso investimenti o liquidità. Anche le polizze Vita, con un’efficiente gestione degli investimenti, potranno dare risposte a questi nuovi bisogni. Ma è un dato di fatto che servire questo tipo di consumatore, che avverte un significativo gap di protezione e che cambia driver comportamentali repentinamente, diventerà molto più complesso per le imprese e il settore assicurativo si sta muovendo tra luci e ombre, con aspettative contrastanti per i prossimi mesi. Le leve su cui agire che abbiamo individuato sono cinque.
D. Quali sono?
R. Il primo punto è che bisogna ripensare costantemente il business model assicurativo. Serve poi sfruttare in modo combinato l’accelerazione di tecnologie che stanno crescendo parallelamente a ritmi sempre più intensi. Il comparto assicurativo da questo punto di vista è indietro rispetto ad altri mercati, come l’auto o il retail, ma gli investimenti sono crescenti. Jp Morgan, per fare un esempio, ha dichiarato che nel 2022 metterà 12 miliardi di dollari in investimenti in tecnologia. C’è bisogno di un cambio di passo anche per le assicurazioni. Per molti anni le tecnologie hanno rappresentato una promessa, ora sono diventate disponibili a un costo più basso, più affidabili, più sicure e adeguate alle aspettative di clienti e cittadini.
D. E le altre tre leve?
R. Il terzo aspetto è legato al fatto che serve sviluppare i nuovi talenti: è necessario rafforzare in primis le competenze tecnologiche per rendere i dipendenti protagonisti e promotori del cambiamento e cogliere pienamente il potenziale delle tecnologie. Mentre la quarta leva riguarda la necessità di fare un cambio di passo sostanziale sulla sostenibilità, portandola al cuore del fare assicurazione e valorizzandone l’effetto trasformativo. La quinta leva riguarda potenzialità offerte dal metaverso.
D. Su quest’ultimo aspetto sono però poche le compagnie che hanno iniziato a puntare sul metaverso In Europa per ora solo Axa ha annunciato di voler entrare in questo universo virtuale. Mentre in Corea del Sud Heungkuk Life Insurance permette ai clienti di visitare la loro agenzia utilizzando un auricolare di realtà virtuale. Si sta muovendo qualcosa?
R. Per ora le compagnie sembrano stare alla finestra cercando di capire come sfruttare questo nuovo canale. Se come una semplice vetrina o entrando più profondamente nel modello di business. Sembrano esserci grandi potenzialità, per esempio, sul fronte della formazione del personale. Il gruppo Accenture dal canto suo ha stretto un’alleanza con Meta e Microsoft per implementare le funzionalità e abbiamo iniziato a portare i visori in azienda. I dipendenti assunti da Accenture quest’anno hanno già avuto l’occasione di fare formazione tramite programmi di realtà aumentata (riproduzione riservata)
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