A DIFFERENZA DEGLI ANNI SCORSI NESSUN AZIONISTA HA ABBANDONATO L’ACCORDO
di Luca Gualtieri e Anna Messia
I soci storici di Mediobanca restano compatti in vista dell’assemblea del prossimo 28 ottobre. Ieri si sono riuniti i rappresentanti dell’accordo di consultazione che nel 2018 ha sostituito il vecchio patto di sindacato e che oggi blinda il 10,85% dell’istituto. Se in passato dalla compagine erano usciti azionisti di peso come Unicredit, Fininvest e la famiglia Benetton, questa volta non ci sono state defezioni. Anzi, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, diverse famiglie come Gavio e Lucchini avrebbero arrotondato i propri pacchetti azionari pur senza apportare all’accordo le nuove azioni. Se nella riunione di ieri i soci hanno espresso apprezzamento per l’operato del management, sulla linea che Delfin e di Francesco Gaetano Caltagirone assumeranno in assemblea si possono solo fare speculazioni. Lo scorso anno, per esempio, Delfin aveva proposto un’integrazione dell’ordine del giorno con alcune modifiche allo statuto, poi ritirate in seguito a una contromossa di Mediobanca. Il termine per rifare una mossa del genere scadrà oggi. Intanto, dopo le indiscrezioni del fine settimana, e nonostante le smentite di Piazzetta Cuccia su contatti in corso, gli occhi del mercato restano puntati su un’eventuale operazione di Generali negli Stati Uniti con l’ipotesi dell’acquisto di Guggenheim, l’asset manager guidato dal patron del Chelsea, Mark Walter. Operazione che varrebbe circa 3 miliardi e che Generali potrebbe finanziare cedendo la sua quota del 50,2% di Banca Generali proprio a Mediobanca che, a sua volta, metterebbe sul piatto, carta contro carta, il 12,9% detenuto in Generali. Ieri, dopo il +9% di venerdì 30 settembre, il titolo di Banca Generali ha ritracciato (-3,99%) ma l’operazione sembra piacere al mercato. Secondo gli analisti Generali potrebbe finalmente crescere negli Stati Uniti (con Guggenheim che gestisce asset pari a 228 miliardi di dollari rispetto ai 757 miliardi di Generali) dando attuazione agli obiettivi di crescita indicati nel piano industriale del ceo, Philippe Donnet. Anche per Mediobanca l’acquisto di Banca Generali darebbe sinergie nel wealth management e Deutsche Bank ha iniziato a fare i conti: un’offerta di Piazzetta Cuccia per Banca Generali a 30 euro per azione (premio del 25%) implicherebbe un consumo di capitale di 3 miliardi. Mediobanca potrebbe decide di vendere solo il 50% della sua quota Generali mantenendo circa il 6% e finanziando il resto con il proprio capitale in eccesso. Ma a dire la loro dovranno essere, ancora una volta, anche Delfin e Caltagirone, che già due anni fa bloccarono il passaggio di Banca Generali a Mediobanca. Il dossier peraltro sarebbe già nel radar di diverse banche d’affari e sul mercato si fanno i nomi di Goldman Sachs (che aveva lavorato anche sul precedente tentativo di cessione) e di Rothschild.(riproduzione riservata)
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