Se non è sempre possibile prevenire un evento disastroso in ambito IT o un cyber-attacco, sicuramente è possibile limitarne i danni attraverso il Disaster Recovery.
Ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura IT a causa di attacchi informatici, interruzioni e guasti, rappresenta per le aziende la soluzione “as a service” più importante da implementare per garantire la propria business continuity. Eppure, il 73% delle PMI italiane non è dotato di un piano di Disaster Recovery.
A rivelarlo è l’indagine condotta da BVA Doxa, commissionata da Aruba S.p.A., sul tema della conservazione e sicurezza dei dati, e, in dettaglio, sulla disponibilità di piani di Disaster Recovery nelle PMI italiane. L’occasione è offerta dallo European Cyber Security Month, la campagna sulla sicurezza informatica promossa in tutta Europa dall’UE per il mese di ottobre volta a promuovere tra i cittadini la consapevolezza sulle cyber minacce e soprattutto la conoscenza dei metodi per contrastarle.
Poco più di un’azienda su 4, dunque, è dotata di un piano di Disaster Recovery, con un’incidenza leggermente più elevata riscontrata tra le medie imprese (31%). Più incoraggianti i dati legati al segmento degli esercizi pubblici, quali alberghi, ristoranti e bar: in questo settore a disporre di un piano di Disaster Recovery è il 49% degli intervistati.
Stando ai risultati della ricerca, il 68% delle PMI intervistate non è interessato ad introdurre piani per il ripristino dei dati neanche nel lungo periodo. Più in dettaglio, è l’80% delle piccole imprese a non pianificare l’adozione di un sistema di Disaster Recovery neanche nel prossimo futuro, a fronte del 53% delle medie imprese.
Eppure, come già reso noto in una recente Survey targata BVA Doxa-Aruba, 7 aziende su 100 hanno sperimentato una perdita di dati nel corso degli ultimi anni, subendo in media un downtime di quasi 2 giorni e con danni economici non quantificabili per il 43% degli intervistati.
Nella stessa indagine, Aruba e BVA Doxa avevano rilevato anche come una PMI su 4 dichiarasse di non disporre neanche di una soluzione di backup; attestando, invece, al 57% la percentuale di aziende dotate di un backup in cloud.