IL CEO CORDIER SPEGNE LE VOCI DI VENDITA DELLE ATTIVITÀ ITALIANE DEL GRUPPO FRANCESE
di Anna Messia
Siamo tornati a essere una società appetibile e sono lusingato che ci sia interesse nei nostri confronti, ma Groupama non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia, che è arrivata a rappresentare metà del perimetro internazionale del gruppo. Parola di Pierre Cordier, che da 2019, già membro del comitato esecutivo dell’assicurazione francese, guida Groupama in Italia. E annunzia anzi che la compagnia, se ci saranno le condizioni, è pronta anzi farsi avanti nei prossimi riassetti bancassicurativi, che entreranno nel vivo a breve.
Domanda. Nel mercato non mancano però voci di altre assicurazioni che sarebbero pronte a muovere su Groupama per crescere nel Paese. Le ultime indiscrezioni parlavano dei tedeschi di Hdi…
Risposta. Siamo una compagnia medie dimensioni con 6 miliardi di attivi e una raccolta media, tra Danni e Vita, di circa 1 miliardo. Il nostro giro d’affari potrebbe essere utili ad altri gruppi per fare un salto dimensionale importante in Italia e regolarmente le banche d’affari suonano al nostro campanello. Ma Groupama, dopo aver risanato il gruppo raggiungendo il break even con un anno di anticipo, è pronta anzi a crescere in Italia che, a mio giudizio, rappresenta uno dei pochi mercati europei dove ci sono ancora ampi spazi di crescita e marginalità.
D. Negli anni passati Groupama, colpita dalla crisi greca, ha razionalizzato le sue attività internazionali e anche in Italia, con il suo arrivo, è stata avviata una profonda fase di riorganizzazione. Qual è oggi la situazione?
R. Dopo aver rafforzato il capitale con una doppia manovra complessiva di 250 milioni abbiamo riportato il Solvency II della compagnia in territorio di assoluta sicurezza, pari oggi al 160%. Risultati raggiunti con un anno di anticipo rispetto al vecchio piano industriale che scadeva nel 2021, anche in termini di ritorno all’utile. E nel frattempo abbiamo anche rivisto l’accordo con gli agenti per avviare una nuova relazione con tutti gli stakeholder della compagnia. Abbiamo investito sulla formazione, con 200 persone inserite in tre anni, e nella tecnologia, con la nuova piattaforma per le polizze Vita che sta registrando risultati superiori alle previsioni. Nel secondo semestre dell’anno scorso, in anticipo sulla tabella di marcia, abbiamo quindi iniziato a lavorare al nuovo piano che si concluderà a fine 2024.
D. Quali i nuovi obiettivi?
R. Non puntiamo tanto alla crescita dei volumi, con il ramo Vita che dovrebbe passare dai 380 milioni di raccolta attuali a circa 400 milioni e il Danni mantenersi su un volume di 1 miliardo. L’intenzione è soprattutto di aumentare la redditività, raggiungendo un return on equity (roe) di almeno l’8% tenendo conto del contesto. Non sono affatto convinto che ci siano bisogno di essere molto grandi per sopravvivere nel mercato assicurativo. Nella storia non sono mancati i giganti che si sono trovati in difficoltà. L’importante è avere un modello profittevole ma anche noi siamo pronti a fare operazioni straordinarie se si presenteranno le occasioni giuste e abbiamo studiato tutti i dossier circolati sul mercato negli ultimi mesi.
D. Che tipo di operazioni vi interessano?
R. Guardiamo ogni cosa che possa essere utile ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi del nostro piano industriale. Ci interesserebbe crescere anche nel mercato bancassicurativo.
D. In quest’ultimo caso le partite non mancano visto che si stanno per aprire le gare sia per Banco Bpm sia per le banche di credito cooperativo di Iccrea. Parteciperete?
R. Come le ho già detto siamo pronti a guardare tutto per crescere in Italia. (riproduzione riservata)
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