L“Osservatorio sulla sicurezza della casa” realizzato da Verisure Italia, Censis e ministero dell’Interno rileva la crescente necessità di sicurezza nelle case e un maggior bisogno di protezione
Il Covid 19 ha dato un’inedita centralità alle case degli italiani che si sono trasformate in hub di connettività, lavoro, formazione dove continuare a vivere la propria vita spostata sul digitale.
In breve tempo le esigenze della nuova quotidianità hanno reso le abitazioni diverse e più piene: la casa non è più solo il nido in cui vivere in intimità il tempo libero insieme con il proprio nucleo famigliare, ma ha acquistato valore anche come luogo in cui svolgere le attività della vita quotidiana, dal lavoro, alla formazione, all’intrattenimento, allo sport.
La prima edizione dell’“Osservatorio sicurezza della casa”, realizzato da Censis in collaborazione con Verisure, disegna un quadro originale e impressivo sul valore sociale aumentato della casa nel post pandemia, sulle minacce e i pericoli connessi al trasformarsi degli stili di vita e al nuovo modo di vivere la casa, sulle diverse dimensioni in cui si coniuga la sicurezza domestica e sulle possibili risposte attuali e del prossimo futuro in termini di sistemi di protezione.
Più tempo trascorso in casa e tante attività spostate sul digitale significano una crescita del valore sociale e dell’investimento emotivo sulle abitazioni, ma anche una crescita delle paure domestiche, non più legate esclusivamente al rischio di essere vittima di furti o rapine, ma anche al timore di finire preda di hacker o cybercriminali, o semplicemente di veder compromessa la propria attività lavorativa per le defaillance degli impianti
e delle strumentazioni.
I rischi e le paure degli italiani nelle loro case
Il web come nuovo luogo della vita è anche un contenitore di rischi e pericoli ed è generatore di nuove paure sociali da cui occorre difendersi con sistemi di sicurezza appropriati.
Nonostante durante l’emergenza si sia avuto un calo dei reati, anche delle rapine e dei furti in abitazione, l’ansia e la paura sono comunque cresciute e gli italiani vedono un futuro nero e pieno di incertezze, e alla casa si chiede sempre di più di essere un approdo in cui vivere al sicuro.
Alle paure di subire un reato si aggiungono i rischi che possono derivare da un uso più intenso delle abitazioni, primi tra tutti quelli di rimanere vittima di incidenti domestici o di eventi improvvisi quali incendi, allagamenti o altri accadimenti che possono danneggiare gravemente l’abitazione.
I pericoli non sono gli stessi per tutti:
▪ chi abita da solo, gli anziani, le donne, le famiglie che vivono in contesti a residenzialità diffusa sono maggiormente a rischio di subire furti e rapine;
▪ i minori e le donne che navigano sul web sono più facile preda di cyberbulli e malintenzionati;
▪ chi vive più intensamente la vita digitale rischia di più clonazioni, furti di identità, truffe e altri reati informatici;
▪ chi lavora in smartworking può veder compromesso o danneggiato da attacchi informatici il proprio sistema e quello dell’azienda per cui lavora;
▪ casalinghe, anziani, collaboratori domestici sono i più a rischio di essere vittima di incidenti.
Anche la zona di residenza determina delle differenze nei pericoli a cui si va incontro: ci sono zone d’Italia meglio servite dalla banda larga dove è praticamente impossibile avere problemi di connessione e zone in cui la banda larga non è mai arrivata, e che hanno persino problemi di funzionamento dell’energia elettrica: in queste aree è più facile subire i
danni derivanti da interruzioni e malfunzionamenti.
Nelle grandi città o nei luoghi di villeggiatura è più probabile essere vittima di criminali comuni che aspettano il momento più opportuno per introdursi in casa in cerca del portafogli o dello smartphone, mentre nelle zone a residenzialità diffusa il rischio è quello di finire in ostaggio di bande criminali più aggressive e pericolose.
I diversi bisogni di sicurezza
Situazioni diverse a cui corrispondono diversi bisogni di sicurezza che, per essere soddisfatti, necessitano di risposte mirate e personalizzate.
La personalizzazione e la diversificazione dei comportamenti e degli stili di vita degli italiani anche a seguito della pandemia hanno portato ad una crescita della domanda di sicurezza domestica, che è caratterizzata al contempo da dinamiche di moltiplicazione e di individualizzazione.
Di moltiplicazione:
▪ delle famiglie e degli individui che hanno paura ed esprimono domanda di protezione;
▪ dei bisogni da tutelare, non più legati esclusivamente alla sfera della difesa del patrimonio e della persona da ladri o rapinatori, ma anche alla possibilità di rimanere vittima della criminalità che corre sul web o di subire cyber attacchi;
▪ delle minacce da cui difendersi, che risentono anche del processo di invecchiamento e di monadizzazione delle famiglie italiane, per cui ci sono sempre più anziani e sempre più individui fragili che vivono da soli.
Alla moltiplicazione dei bisogni si aggiunge la loro individualizzazione, per cui non esistono sistemi di protezione validi per tutti, ma ci sono esigenze sempre più personalizzate che vanno fatte emergere e analizzate per individuare volta per volta le soluzioni più adatte.
Di fronte ad una società che si fa più incerta e più complessa e in cui si assiste ad una moltiplicazione e ad una individualizzazione dei bisogni, la risposta in termini di sicurezza non può che essere anch’essa composita e personalizzata.
La sicurezza domestica rappresenta uno degli ingredienti fondamentali del benessere e della qualità della vita degli italiani, il cui peso è cresciuto durante l’emergenza sanitaria. Per garantirla è necessario che sicurezza pubblica, sicurezza privata e responsabilizzazione individuale si integrino e si completino.
Recenti indagini del Censis testimoniano come il comparto della sicurezza privata stia recuperando il gap in termini di immagine e di riconoscimento sociale, e il 50,5% degli italiani ha fiducia nelle Guardie Giurate e negli operatori della sicurezza privata.
La grande coperta della sicurezza pubblica deve essere il pilastro che garantisce serenità e tranquillità del vivere civile, ma non è sufficiente ad assicurare piena protezione da quel che può venire dal di fuori o dall’interno delle abitazioni e, di conseguenza, a dare pieno corso al benessere individuale e famigliare.
Alle tutele e alle garanzie offerte dal welfare pubblico occorre affiancare la attivazione individuale, attraverso:
▪ l’adozione di comportamenti e misure precauzionali “a costo zero” che in genere richiedono solo un po’ di attenzione e di buon senso e in qualche caso un minimo di sensibilizzazione e informazione;
▪ l’acquisizione dei dispositivi di sicurezza più adatti alle proprie tasche, alla propria abitazione e al proprio stile di vita.
Gli italiani cercano soluzioni personalizzate, di semplice fruizione, che siano sempre più capaci di prevenire il pericolo e di garantire un intervento immediato, e il mercato della sicurezza privata si sta muovendo nella stessa direzione: da un lato si moltiplicano le soluzioni che rispondono alle esigenze di ciascuno; dall’altro si introducono sul mercato dispositivi più smart, di semplice utilizzo, collegati ad una Centrale Operativa.
Il sistema di allarme è il dispositivo più funzionale alle esigenze di sicurezza che gli italiani esprimono, il suo utilizzo si sta diffondendo rapidamente, e non è lontano il momento in cui attivare l’allarme sarà un gesto comune, naturale e perfettamente integrato nelle abitudini e negli stili di vita quotidiani.
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