di Claudia Cervini e Luca Gualtieri
La cifra è inferiore a quella prevista, ma alla fine Axa dovrebbe essere pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale da 2,5 miliardi che il Montepaschi vuole lanciare nelle prossime settimane. Il gruppo assicurativo francese sarebbe pronto a investire tra i 100 e i 150 milioni nell’operazione a cui lo Stato può partecipare con 1,6 miliardi. Axa non avrebbe però chiesto una revisione degli accordi commerciali che la vincolano a Siena dal 2007 e che sono stati allungati negli anni scorsi sotto la gestione del ceo Marco Morelli. Sono ancora in corso i contatti con Anima che invece starebbe chiedendo una rivisitazione della joint venture, a fronte della disponibilità a mettere sul tavolo fino a 200 milioni. Procedono anche le discussioni con gli investitori internazionali che il ceo Luigi Lovaglio ha incontrato nelle scorse settimane a Londra che potrebbero apportare ulteriori risorse. I nomi qui sono quelli dei soggetti che negli anni scorsi hanno investito nel Creval, dall’imprenditore francese Denis Dumont al fondo inglese Toscafund, da BlackRock a Hosking Partners. Nel frattempo ieri sono emerse alcune delle richieste che la Commissione Europea ha rivolto alla banca senese al momento della rinegoziazione degli accordi nell’agosto scorso. Secondo quanto riportato dall’agenzia MF-DowJones il Monte dovrà ridurre il proprio portafoglio di crediti in leasing, tagliare il numero delle filiali di un ulteriore 8% rispetto al target 2021. Inoltre la banca, sempre al 2 agosto, non aveva ancora ceduto circa 100 milioni di patrimonio immobiliare e circa 250-300 milioni in partecipazioni non essenziali, al valore del 31 dicembre. Sempre ieri sul tema Mps è tornato il segretario della Fabi Lando Sileoni: «Mi auguro, pertanto, che si stiano creando le condizioni per consentire che la banca resti autonoma e, in ultima ipotesi, per garantire comunque una soluzione che tuteli livelli occupazionali, territori e clientela», ha dichiarato Sileoni. (riproduzione riservata)
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