Francesco Ninfole
Ci sono molti indici che segnalano l’anomalia dell’attuale scenario economico, finanziario e geopolitico. Un allarme in particolare sulla vulnerabilità del settore finanziario europeo è stato lanciato dall’Autorità europea per i rischi sistemici (Esrb secondo l’acronimo inglese), presieduta dalla presidente Bce Christine Lagarde. Si tratta di un segnale di rilievo perché è la prima volta dalla nascita dell’Esrb nel 2011 che viene indicato un warning sulla stabilità dell’intera Europa. Non era accaduto neppure durante la pandemia. Finora l’autorità si era limitata a segnalazioni relative a singoli mercati in specifici Paesi.

I tre rischi gravi per la stabilità finanziaria. L’Esrb ha evidenziato nel warning, firmato dal capo del Segretariato Francesco Mazzaferro, tre rischi sistemici «gravi». Innanzitutto il deterioramento delle prospettive macroeconomiche, unito all’inasprimento delle condizioni di finanziamento, implica «un nuovo aumento delle tensioni sui bilanci delle imprese e delle famiglie, soprattutto nei settori e negli Stati membri più colpiti dal rapido aumento dei prezzi dell’energia. Questi sviluppi pesano sulla capacità di servizio del debito».

In secondo luogo, per l’Esrb i rischi sono legati a un possibile «forte calo dei prezzi delle attività». Ciò potrebbe innescare «ingenti perdite mark-to-market che, a loro volta, potrebbero amplificare la volatilità del mercato e causare tensioni sulla liquidità». Oltre a ciò, l’aumento dei prezzi dell’energia ha generato ingenti richieste di margini per gli operatori, creando tensioni di liquidità.

Infine, il peggioramento delle prospettive macro «pesa sulla qualità degli attivi e sulle prospettive di redditività degli istituti di credito», ha rilevato l’autorità Ue. Sebbene il settore bancario europeo nel complesso sia considerato «ben capitalizzato», una forte frenata economica implicherebbe «un nuovo aumento del rischio di credito in un momento in cui alcuni istituti stanno ancora risolvendo i problemi di qualità degli attivi legati alla pandemia». La resilienza delle banche, viene ricordato, è influenzata anche da fattori strutturali, tra cui l’eccesso di capacità, la concorrenza di nuovi fornitori di servizi finanziari e l’esposizione ai rischi cibernetici e climatici.

Oltre a questi rischi sistemici «gravi» per la stabilità finanziaria, l’Ersb ha identificato anche pericoli «elevati» per i debiti pubblici e nel settore immobiliare commerciale e residenziale, dove l’aumento dei tassi e il calo del reddito reale delle famiglie potrebbero esercitare «una pressione al ribasso sui prezzi delle case».

Il ruolo di banche e fondi. In questo scenario secondo l’Esrb le banche possono agire come «prima linea di difesa», assicurando che «le pratiche di accantonamento e i piani di capitale considerino adeguatamente le perdite attese e inattese che possono essere causate dal deterioramento del contesto di rischio». Ciò include «l’adeguamento proattivo e regolare delle proiezioni patrimoniali in scenari di base e avversi». La stessa richiesta è stata fatta dal presidente della Vigilanza Bce Andrea Enria. Anche le autorità nazionali secondo l’Esrb potrebbero consentire l’uso di buffer macroprudenziali in caso di necessità.

I rischi per la stabilità, comunque, vanno oltre il settore bancario. Lo si è visto per esempio sui derivati dell’energia, dove per l’Esrb serve «affrontare le tensioni di liquidità e di finanziamento per le imprese», ma senza ridurre i requisiti prudenziali per le controparti centrali. Infine i fondi di investimento dovrebbero «monitorare e contrastare eccessiva leva e troppi mismatch di liquidità».

Rispetto al comparto bancario, peraltro, la regolamentazione dello shadow banking è meno stringente. In tal senso l’Esrb ha lamentato «l’assenza di strumenti» di vigilanza soprattutto nei confronti dei fondi di investimento. Sulla materia sarebbe necessario intervenire prima di crisi come quella che ha spinto nel 2007-2008 le autorità globali a potenziare la normativa sulle banche. (riproduzione riservata)
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