Secondo la statistica pubblicata dall’Ivass, l’80% della raccolta RC sanitaria è concentrata nei primi cinque assicuratori del mercato
Nel 2020 la raccolta premi per i rischi da RC sanitaria è di 604 milioni di euro, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. La crescita ha riguardato soprattutto i premi per i rischi delle strutture, sia pubbliche sia private. La RC sanitaria rappresenta il 13,2% della raccolta del ramo RC generale (il 10,2% per le imprese a controllo italiano, il 16,2% per quelle a controllo estero).
Le coperture per colpa grave
L’assicurazione per la colpa grave tutela il personale sanitario. È una garanzia accessoria a quella per la RC sanitaria e può essere stipulata assieme a quest’ultima o da sola. Il
personale sanitario operante a qualsiasi titolo presso una struttura sanitaria pubblica o privata è tenuto a tutelarsi (art. 10, comma 3 della legge 24/2017, nota come “legge Gelli”) con una polizza per colpa grave, a garanzia dell’azione di rivalsa promuovibile nei suoi confronti dalla struttura stessa o dall’impresa assicurativa che offre copertura a quest’ultima (art. 9, comma 1 e art. 1 comma 3 della legge 24/2017). Le imprese segnalano soltanto le coperture singole e, in quelle multi-garanzia, la quota di premio per colpa grave, se scorporabile.
Per il 2020 le imprese hanno segnalato per questo tipo di coperture circa 128.000 unità di rischio e 40 milioni di premi, in forte aumento rispetto agli anni precedenti.
Caratteristiche delle imprese operanti nel mercato della RC sanitaria
La quota raccolta dalle 10 maggiori imprese del settore sul totale ammonta al 94,1% (80% per le prime 5). Emerge la minore concentrazione del ramo r.c. generale considerato nel suo complesso (i due precedenti indicatori valgono rispettivamente 65,7% e 44,4%). Rispetto al 2019, la concentrazione nella RC sanitaria è in aumento, in particolare per quanto riguarda la quota di premi raccolta dalle prime 5 imprese (pari in quell’anno al
75,5%).
Ai diversi tipi di unità di rischio corrispondono valori differenti di concentrazione: per quanto riguarda la quota raccolta dai primi 5 operatori, quella massima (pari al 99,2%) si riscontra per la raccolta premi delle coperture per le strutture pubbliche, che scende all’88,7% per le strutture private e al 71,7% per gli operatori sanitari.
Anche per effetto della Brexit, nel corso del 2020 gli operatori esteri, in precedenza operanti nel settore in regime di stabilimento, hanno accelerato l’acquisizione di compagnie italiane, cui hanno ceduto il loro portafoglio. L’80,3% dei premi raccolti nella RC sanitaria, per un ammontare di 485 milioni, sono attribuibili ad imprese con sede principale in Italia vigilate dall’IVASS. Nel 2019 i due valori erano rispettivamente pari a 49,9% e a 289 milioni.
Nel 2020 le imprese a controllo estero hanno raccolto il 92,4% dei premi per le coperture delle strutture pubbliche, il 34,3% per quelle delle strutture private e il 41,6% per quelle del personale sanitario.
Cresce la raccolta premi (+4,4%) nei tre settori della RC sanitaria
La raccolta premi ammonta a 604 milioni di euro nel 2020, in aumento (+4,4%) rispetto all’anno precedente. Dopo 4 anni consecutivi di flessione cresce la raccolta premi per le strutture pubbliche (+4,2%).
L’espansione dei premi per le strutture private è stata maggiore (+10,4%) e prosegue dal 2016, mentre è stato più modesto l’incremento della raccolta per i rischi degli operatori sanitari (+1,5%).
I premi acquisiti nel 2020 per la r.c. sanitaria si ripartiscono come segue:
− 39,9% per le coperture delle strutture pubbliche,
− 21,2% per quelle delle strutture private,
− il restante 38,9% per i rischi del personale sanitario.
Nel quinquennio 2016-2020 la quota dei premi delle strutture pubbliche è scesa di 8,4 punti percentuali, mentre l’incremento maggiore si registra per i premi delle strutture private (+5,5 punti percentuali). La crescita dei premi per il personale sanitario è stata più contenuta (+2,8 punti).
Sono 535 le strutture pubbliche assicurate nel 2020 (–7,9% rispetto al 2019, –62,5% rispetto al 2010). Al trend di lungo periodo di diminuzione del numero di strutture pubbliche assicurate si contrappone la crescita di quello delle strutture private, pari a 7.995 (+18,3% rispetto al 2019, +45,2% sul 2010) e di quello degli operatori sanitari coperti da
assicurazione, che sono circa 327.000 (+5,7% rispetto al 2019, +89,8% sul 2010).
Per le strutture pubbliche l’aumento della raccolta e la diminuzione delle unità assicurate ha comportato un forte incremento del premio medio (pari a 450.905 euro) rispetto al 2019 (+13,2%), mentre quello delle strutture private (16.035 euro) è lievemente diminuito (–6,7%).
Nel 2020 il premio medio del personale sanitario ammonta a 719 euro, in diminuzione di 30 euro rispetto al 2019 (–4,0%). Il personale non medico paga un premio mediamente pari al 22,8% di quello del personale medico. Il premio mediano ammonta a 385 euro. La forte variabilità dei premi è anche spiegata dai differenti livelli di esposizione al rischio delle varie specializzazioni sanitarie. I premi pagati dagli operatori sanitari del Sud e delle Isole tendono ad essere inferiori rispetto a quelli delle altre aree del paese. Quest’ultimo divario era presente anche negli anni precedenti.
L’evoluzione delle denunce e dei risarcimenti
Nel 2020 le compagnie hanno ricevuto 15.926 denunce, inferiori a quelle del 2019 (–16,2%) e seguenti un trend di diminuzione di medio-lungo periodo (–29,1% rispetto al 2016, –51,8% rispetto al 2011). La flessione rispetto all’anno precedente è dovuta sia alla
diminuzione delle denunce riguardanti le strutture pubbliche (–23,8%), in parte attribuibile alla diminuzione del numero di unità assicurate, sia al calo di quelle riguardanti il personale sanitario (–18,8%).
Il 19,6% delle denunce ricevute nel corso del 2020 risulta alla fine dell’anno come senza seguito (quotain aumento di un punto percentuale rispetto al 20199 e superiore a quella corrispondente della r.c. auto10).
La quota di sinistri senza seguito aumenta notevolmente per gli anni meno recenti (pari a oltre la metà delle denunce ricevute prima del 2018). Questo effetto è dovuto alla complessità del settore, che rende necessari tempi lunghi per classificare correttamente le denunce ricevute come prive di seguito.
Alla fine del 2020, per i sinistri denunciati tra il 2010 e il 2020, sono stati 68.514 quelli risarciti a titolo definitivo dalle compagnie. Una misura della lentezza dei risarcimenti è data dalla ripartizione per anno di denuncia dei sinistri risarciti a titolo definitivo: i sinistri denunciati dopo il 2017 sono solo il 10,3% del totale (la quota scende al 5,3% per i denunciati dopo il 2018).
Nello stesso periodo il valore dei risarcimenti erogati (a titolo definitivo o parziale) è pari a 3.266 milioni di euro e solo il 4% di questi riguarda denunce ricevute dopo il 2017 (l’1,6% per le denunce posteriori al 2018).
Il costo medio totale dei sinistri RC medica
Il costo medio complessivo dei sinistri con seguito pervenuti nel 2020 ammonta a 79.519 euro per le strutture pubbliche, 44.186 per quelle private e 18.491 per il personale sanitario.
La frequenza dei sinistri e il premio puro
La frequenza sinistri delle strutture pubbliche è pari nel 2020 al 648%, che significa circa 6,5 sinistri annuali per unità assicurata. L’elevato valore dell’indicatore (in aumento di +8% rispetto al 2019) deriva soprattutto dalla dimensione e dalla complessità delle strutture pubbliche assicurate.
Per le strutture private la frequenza ammonta al 37,1% e all’1,9% per gli operatori sanitari, entrambi in diminuzione (rispettivamente del –16,6% e del –24%) rispetto al 2019.
Per le strutture pubbliche il premio puro15 nel 2020 ammonta a 515.315 euro, superiore del +14,3% rispetto al premio medio, indizio di una perdita tecnica prospettica nel settore, meno accentuata rispetto al 2019 (quando il premio puro superava del +29,7% il premio medio).
Il premio puro per il 2020 delle strutture private ammonta a 16.403 euro, lievemente superiore (+2,3%) al premio medio, evidenza di una perdita tecnica prospettica più contenuta rispetto alle strutture pubbliche.
Per gli operatori sanitari il premio puro, pari a 374 euro, è molto inferiore (–48%) al premio medio. La dimensione dello scarto rende probabile un risultato tecnico positivo, non quantificabile per la mancanza di dati sui costi di gestione.
Rapporto sinistri a premi
I dati aggiornati alla fine del 2020 confermano il quadro di perdita tecnica sistematica nella copertura dei rischi delle strutture pubbliche. Per le strutture private l’indicatore assume valore inferiore a 100 per 5 generazioni di denunce tra il 2014 e il 2018, indizio
di una situazione di profittabilità migliore rispetto alle strutture pubbliche, ad eccezione delle generazioni meno recenti 2010-2012, caratterizzate da un rapporto sinistri a premi molto elevato.
La profittabilità è superiore per le coperture del personale sanitario, per le quali il loss-ratio è sempre inferiore a 100 per le generazioni di denunce dal 2015.
Il contenzioso nel settore della RC sanitaria
Il settore è storicamente caratterizzato dal forte ricorso alla giustizia civile, che in Italia ha procedimenti di durata molto superiore a quella degli altri paesi europei. Questo fattore spiega, almeno in parte, l’elevato valore delle riserve e la lentezza delle procedure liquidative delle compagnie.
Nel complesso il 26,4% dei sinistri gestiti tra il 2010 e 2020 finisce in contenzioso, di cui il 23,9% dei sinistri pagati e il 29,8% di quelli riservati. Il contenzioso per le strutture sanitarie private, che riguarda il 14,5% dei sinistri gestiti, è inferiore alla media.
Se si considera il contenzioso relativo ai soli sinistri gestiti denunciati nell’anno, questo è pari al 3,6% delle denunce del 2020, in diminuzione rispetto ai valori corrispondenti del 2019 (5,1%) e del 2018 (14,4%).
I canali distributivi dei contratti di RC sanitaria
I broker intermediano contratti per i rischi delle strutture sanitarie pubbliche che rappresentano il 55,2% dei premi del 2020, contro l 52,8% del 201919. Il resto degli altri contratti di queste strutture è gestito quasi completamente dalle direzioni generali delle imprese.
La quota dei premi dei contratti intermediati dai broker balza al 69,8% per le strutture private, dal 25% del 2019, mentre le agenzie collocano la quasi totalità delle coperture del personale sanitario.