Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Le modifiche alla governance di Mediobanca proposte da Leonardo Del Vecchio? Sono richieste ragionevoli e in linea con le prassi in essere sui mercati. Del resto per Marina Brogi, professore ordinario di International Banking and Capital Markets alla Sapienza ed esperta di corporate governance, i sistemi di governo delle grandi società hanno costantemente bisogno di correzioni e messe a punto e la dialettica tra i cda e i grandi azionisti può dare un contributo prezioso al cambiamento. Ecco perché la partita in corso nella Galassia del Nord può essere un test importante non solo per gli intermediari coinvolti, ma anche per il resto della finanza italiana.
Vent’anni sono tanti, soprattutto nel mutevole mondo della finanza. Per farsene un’idea è sufficiente vedere come sono cambiati in un simile lasso di tempo gli assetti proprietari delle maggiori banche italiane: nel 2002 le fondazioni detenevano circa il 40% di Unicredit con Crt (14,5%) e Cariverona (13,3%) capofila, mentre in Intesa Cariplo e Cariparma controllavano il 15% e nel San Paolo Imi la Compagnia, Carisbo e Cariparo blindavano il 33%. Per non parlare di Mps, di cui Fondazione Montepaschi aveva in pugno quasi il 70%. Un peso specifico che faceva la differenza in molte partite. Lo si vide con chiarezza nel 2003, quando tutte le grandi fondazioni affiancarono l’Unicredit di Alessandro Profumo nella scalata alle Generali.
Chi lo avrebbe mai detto che, dopo che i supporter di una parte hanno evocato l’inventato rischio di una colonizzazione francese (o comunque estera) delle Generali, Mediobanca per il prestito-titoli sul 4,3% del Leone è ricorsa proprio a un grande intermediario transalpino come Bnp Paribas, così potendo portare la sua partecipazione nella Compagnia (sia pure per otto mesi) al 17,2%? E ciò mentre Leonardo Del Vecchio ha continuato a comprare Generali arrivando al 5,2% con il presumibile obiettivo di contribuire a raggiungere il 13% mettendo insieme la sua quota, quella di Caltagirone e quella della Fondazione Crt, benché i partecipanti non siano legati da un vincolo di concertazione ma solo di reciproca informazione nella libertà di ciascuno di decidere autonomamente.
Quella di Mediobanca è una storia di alleanze. Così è stato per l’istituto guidato da Enrico Cuccia che seppe coltivare un network che andava dalla Comit del mentore Raffaele Mattioli alla Lazard di André Meyer passando per big del calibro di Lehman Brothers e Commerzbank, ma anche per il gruppo lasciato in eredità ai successori. Basti pensare alla scelta fatta dal delfino Vincenzo Maranghi dopo la scomparsa del banchiere siciliano: dal 2001 il fronte dei soci francesi iniziò ad allargarsi grazie agli acquisti di Vincent Bollorè, Bnp Paribas, Serge Dassualt e Groupama.
Alle banche l’enorme massa di liquidità che giace sui conti rappresenta un costo. Quindi, per disincentivare i depositi, gli istituti hanno iniziato ad applicare commissioni, per ora sulle giacenze più alte. Ma soprattutto, per le società di gestione, queste risorse rappresentano un bacino cui attingere e il momento appare propizi,o perché si iniziano a vedere segnali di un ritorno agli investimenti dopo un lungo periodo di forte accumulo del risparmio da parte delle famiglie italiane, dovuto all’incertezza e al calo dei consumi nella pandemia.
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- Aviva Italia ad Allianz
Allianz cresce nel ramo Danni perfezionando l’acquisizione di Aviva Italia, compagnia assicuratrice specializzata nel settore e appartenente al gruppo Aviva. Nell’ambito del deal il venditore è Aviva Italia Holding, e il valore dell’operazione si aggira intorno ai 330 milioni di euro. Il portafoglio Danni in questione è equamente distribuito tra i segmenti business Auto e non-Auto, con premi lordi intorno ai 400 milioni. La trattativa, già annunciata a marzo, è stata portata a termine dopo che nella seconda metà dell’anno sono state ottenute le necessarie autorizzazione regolamentari. A partire da venerdì 1 ottobre il vice dg e coo di Allianz, Agostino Ferrara, è stato nominato ad di Aviva Italia, società interamente controllata dalla capogruppo e che manterrà la sua autonomia operativa. In totale si uniscono ad Allianz quasi 500 agenti e circa 260 dipendenti, che permettono alla società di consolidarsi come terzo player italiano nel mercato assicurativo Danni.
- Auto, -32% a settembre
Continua il trend negativo delle immatricolazioni auto in Italia. Dopo il -27% di agosto, i dati di settembre rilasciati dal ministero dei Trasporti hanno riportato un totale di 105.175 unità, un calo del 32% rispetto al corrispondente mese del 2020. Per il totale dei nove mesi, le immatricolazioni sono 1.165.491, in crescita del 20,6% anno su anno. In negativo quasi tutti i brand (Stellantis -41,6%), tra le poche eccezioni Tesla. «La causa del crollo è la crisi nelle forniture di microchip che è legata alla pandemia», ha affermato il Centro Studi Promotor, aggiungendo che è una «situazione di assoluta emergenza per il comparto dell’auto». Gli ha fatto eco Michele Crisci, presidente dell’Unrae, associazione di categoria delle case automobilistiche estere, chiedendo un intervento del Governo: «Il continuo stop and go degli incentivi non aiuta il mercato ad agganciare la ripresa dell’economia nazionale e a ridurre l’handicap dovuto alla crisi dei semiconduttori».
Il Superbonus supera gli 8 miliardi di euro. In un solo mese la detrazione del 110% è aumentata di 2 miliardi rispetto la fine di agosto. Così i dati del superbonus riferiti al 30/9/2021, pubblicati da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. A fine settembre l’ammontare delle detrazioni 110% previste a fine lavori, a carico dello Stato, è arrivato ad un totale di 8,2 mld di euro (+2 mld in soli 30 giorni).
Danni da vaccino Covid indennizzati dallo Stato. Anche se il vaccino non è obbligatorio. E il consenso informato non è uno sbarramento. È quanto deriva dall’applicazione della legge 210/1992, alla luce delle interpretazioni della Corte costituzionale sui vaccini non obbligatori. E sono già in pista iniziative per portare nelle aule di giustizia le richieste degli interessati. Anche se bisogna sottolineare subito che l’indennizzo spetta solo in caso di una menomazione della integrità psico-fisica, da valutare in sede medica. Non è da escludere a priori che si aprano anche filoni per far valere un’eventuale responsabilità per danni delle case produttrici.
Allianz ha perfezionato l’acquisizione di Aviva Italia, compagnia assicuratrice danni del gruppo Aviva in Italia, da Aviva Italia Holding per circa 330 milioni di euro. L’operazione, si legge in una nota, riguarda un portafoglio danni, equamente distribuito tra i segmenti di business auto e non-auto, con premi lordi di circa 400 milioni di euro. La transazione, annunciata a marzo scorso, ha ottenuto le autorizzazioni regolamentari nella seconda metà del 2021.
- Allianz rileva Aviva Italia
Allianz ha perfezionato l’acquisizione di Aviva Italia, compagnia assicurativa danni del gruppo Aviva per circa 330 milioni. L’operazione riguarda un portafoglio danni distribuito. «Aviva Italia è una grande opportunità di crescita», ha detto Giacomo Campora, ad di Allianz
- Industria a secco di chip e linee produttive ferme Le case rialzano i listini
Si è verificato in più di un occasione, come nel 1986 a seguito del patto sui chip tra Usa e Giappone e alla nascita di nuovi mercati per l’elettronica, ma questa volta il chip shortage, la carestia di semiconduttori, causata da un eccesso di domanda, ha assunto connotati apocalittici per un combinazione unica di fattori. Il Covid, l’arrivo di inediti device ricchi di circuiti integrati (dai monopattini fino ad oggetti che una volta ne erano privi come, per esempio, gli asciugacapelli), la richiesta inattesa di prodotti digitali per lo smartworking hanno messo sotto pressione le fonderie di silicio, lasciando a secco un’industria dell’auto che ha sempre più fame di chip per costruire vetture connesse, elettrificate e a guida assistita.
- Da Generali e Unipol via allo stacco della cedola 2019
Generali e Unipol staccano la cedola e recuperano così quanto non versato a valere sul 2019, a suo tempo congelato per effetto dell’emergenza Covid e del relativo divieto delle Autorità a premiare i soci per favorire il mantenimento di una cassa cospicua. Scomparsi i vincoli imposti dalla vigilanza entrambe le compagnie hanno dunque deciso di soddisfare i propri azionisti. Nel dettaglio, ieri è toccato al cda del Leone di Trieste dare il via libera alla seconda tranche del dividendo mentre per Unipol ci ha pensato l’assemblea dei soci a mettere il sigillo alla prossima distribuzione della cedola.
- Compagnie. La Borsa guarda più alla stabilità che alla crescita
Una domanda che, mentre è in corso la battaglia sul rinnovo dei vertici di Generali, è quanto mai di attualità. La risposta arriva dalla prima analisi accademica di questo tipo curata dalla Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, insieme al Centro di Ricerca per la Formazione in Campo Finanziario della medesima Università (diretto da Paolo Gualtieri) che Plus24 è in grado di anticipare. Il lavoro, condotto in partnership con Milliman, si focalizzata sulla value relevance (ossia sull’impatto sui prezzi di Borsa) dell’informativa prevista dal Solvency and Financial Condition Report (Sfcr, o Solvency II), un’informativa, basata su valori a fair value, obbligatoria dal 2016. L’analisi, effettuata con l’obiettivo di verificare quale fosse la reazione del mercato e degli analisti a queste informazioni, riguarda anche alcuni impatti prodotti dal nuovo principio contabile Ifrs 17 in vigore dal 1° gennaio 2023.
- Bancassicurazione Rotta sulla protezione di salute e persone