Sul tavolo del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco da qualche giorno c’è in bella evidenza un dossier: caso Mediobanca. Il motivo è semplice. La banca centrale italiana ha avviato una serie di verifiche sulla scalata di Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone a Piazzetta Cuccia, dove i due imprenditori sono a un passo dalla soglia del 25% di azionariato, sopra la quale scatta l’obbligo di opa. Gli uffici di palazzo Koch che lavorano, come al solito in totale riservatezza ma coordinandosi anche con Consob e Ivass, sono anche quelli guidati da Alessandra Perrazzelli, componente del direttorio e vicedirettrice generale ma in costante contatto con tutti gli altri membri del board. L’obiettivo dell’analisi di Bankitalia è quello di verificare e informare, se del caso, la Banca Centrale Europea, sull’avvenuto o meno cambio di natura della posizione di mister Luxottica nella contesa della holding bancaria che controlla di fatto Generali, dove sta andando in scena un’analoga contrapposizione con il ceo di Mediobanca Alberto Nagel. La Bce ha infatti autorizzato Del Vecchio a salire fino al 20% dell’istituto in qualità di mero investitore finanziario, ma tutti gli accadimenti avvenuti dopo quel via libera, dal patto di consultazione nella compagnia assicurativa in funzione anti-cda e Philippe Donnet, alla richiesta avanzata presso la Commissione di vigilanza sulla borsa, di modificare lo statuto di piazzetta Cuccia, stanno facendo emergere un profilo diverso. Secondo i consiglieri di Nagel, e il dubbio se lo vuole togliere anche la Vigilanza, il ruolo della partecipazione dell’uomo più ricco d’Italia nella banca d’affari più importante del paese col tempo sarebbe mutata. Ma se fosse così, ed è questo che sta verificando proprio Bankitalia, cambierebbe anche l’autorizzazione della Bce. Sul dossier stanno lavorando stuoli di avvocati, in prima fila lo studio di Sergio Erede, e tra colpi di scena e contraccolpi di retroscena, si va avanti in una partita a scacchi che non poteva non interessare via Nazionale. Ma questo è normale perché la stessa autorizzazione alla scalata della Bce è diretta emanazione di una procedura avviata e stilata preventivamente proprio da palazzo Koch. Che anche in questo caso ha il pallino delle decisioni in mano. (riproduzione riservata)
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