Nel corso della seconda e ultima giornata dell’Insurance Summit 2021, la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina ha ribadito che le compagnie hanno “interesse e capacità” a investire nelle industrie sostenibile e favorire quindi la transizione ecologica.
“Su questo tema tutti gli assicuratori del mondo, compresi gli italiani, stanno già offrendo un contributo significativo in considerazione del loro ruolo di investitori e di fornitori di protezione”, ha detto Farina. “L’industria assicurativa a livello nazionale ha investimenti per oltre il 60 per cento del Pil, ha capacità e interesse a investire in industrie sostenibili e di lungo termine. Può favorire e efficacemente, quindi, finanziare la transizione verso economie a emissioni zero, efficienti sotto il profilo delle risorse e più sostenibili”. In questo senso “la revisione del quadro normativo Solvency II in corso, è cruciale per la sostenibilità. Finora le notizie che ci arrivano, parlano di un miglioramento, ma non tale da promuovere gli interessi a lungo termine per gli investitori assicurativi”.
La presidente dell’Ania ha poi sottolineato come sia necessario nel nostro Paese “rafforzare gli incentivi affinchè il risparmio di lungo termine sia investito nel settore produttivo, anche per finanziare la transizione energetica di larga parte del settore industriale”.
A questo proposito, secondo la presidente dell’Ania “sarebbe estremamente efficace estendere agli investitori e alle imprese di assicurazioni, e quindi agli assicurati, la norma che riconosce una fiscalità di vantaggio a entri previdenziali e fondi pensione, per l’investimento in Pir e in altri strumenti finanziari”.
Quasi il 40% delle risorse del Pnrr sono destinate a “favorire la transizione ecologica e mettere in sicurezza il territorio, che decenni di incuria e di insufficienti investimenti hanno reso particolarmente fragile”.
Si tratta di un compito enorme che richiede una partecipazione collettiva e gli assicuratori sono pronti a fare la loro parte, ha detto Farina, ricordando che “nel nostro Paese esiste un gap di protezione molto ampio che occorre colmare al più presto. Ecco perché sottolineo che una nostra priorità è quella di allineare la legislazione italiana a quella di gran parte degli altri Paesi europei, dotandoci finalmente di uno schema assicurativo obbligatorio pubblico-privato contro le catastrofi naturali che stimoli la protezione sostenibile dei nostri cittadini e che assicuri una omogeneità di garanzie fra i Paesi europei”.