Chubb ha pubblicato un report sui rischi di sciopero, sommosse popolari e disordini civili e sul loro impatto sulle coperture assicurative.
Il rapporto di Cubb comprende approfondimenti giuridici dello studio legale globale Kennedys e contiene dati forniti da IHS Markit, società specializzata in informazione, analisi e soluzioni.
“Protezione in tempi di conflitto: assicurare l’attività contro i disordini civili” analizza il panorama dei rischi “SRCC” – rischi di sciopero, sommosse popolari e disordini civili – e la loro evoluzione.
Il rapporto di Chubb prende il via dall’analisi dai principali focolai di agitazioni degli ultimi due anni: la pandemia e il suo impatto economico su individui e imprese; la morte di George Floyd che ha scatenato disordini civili negli Stati Uniti e in altre zone del mondo, oltre ai crescenti disordini generali in molti Paesi, come accaduto di recente in Colombia e Sud Africa.
Aggravarsi dell’instabilità politica e aumento dei disordini civili
Con l’aggravarsi dell’instabilità politica e dei disordini civili a livello mondiale, le aziende multinazionali affrontano un panorama di rischio sempre più complesso. Tradizionalmente gli assicuratori hanno offerto la protezione “SRCC” senza costi aggiuntivi. L’aumento della frequenza e della gravità di questi rischi sta cambiando la situazione e gli assicuratori Property hanno iniziato a escludere dalle polizze gli eventi di disordini civili.
Di conseguenza, i risk manager devono accertarsi che vi siano in atto programmi assicurativi su misura per proteggere lo stato patrimoniale e i beni aziendali. Attraverso casi di studio, il report mira ad aprire un dialogo indispensabile con i risk manager sull’evoluzione di tali rischi, sulle loro esigenze di protezione “SRCC” e su come soddisfarle in questo contesto complesso e sfidante.
Piers Gregory, Head of Terrorism & Political Violence Chubb Overseas General e coautore del report, ha osservato che “raramente gli episodi di disordini civili in Europa, nelle Americhe e in Asia non sono trattati dalla cronaca. Abbiamo tutti potuto vedere come proteste isolate, manifestazioni e altri eventi di questo tipo possano facilmente evolversi in agitazioni di lunga durata. Le cause e le conseguenze di tali eventi sono molteplici e variegate e hanno quindi posto sotto i riflettori le complesse tematiche delle coperture assicurative. Ora più che mai, le polizze assicurative che coprono i danni causati da disordini civili e rivolte politiche necessitano di maggiore chiarezza e trasparenza, per fornire la copertura e la sicurezza che i clienti richiedono. È fondamentale per le aziende comprendere le limitazioni e le esclusioni che possono condizionare la copertura dei danni “SRCC”, così come le specifiche esposizioni ai rischi durante gli eventi di disordini civili che avranno un impatto sulle loro polizze. Lo scopo di questo report è ridurre l’incertezza, mitigare il rischio di contestazione in caso di sinistro e garantire che i risk manager, l’attività e i beni aziendali siano adeguatamente protetti attraverso coperture assicurative “SRCC” chiare e comprensibili”.
Secondo Patrick Foss, partner dello studio legale Kennedys “i recenti disordini civili hanno posto in primo piano l’interpretazione e l’applicazione dei tradizionali rischi di disordini civili tipicamente considerati nelle polizze assicurative. Come sempre, una chiara stesura delle polizze è fondamentale e sia gli assicuratori sia gli assicurati devono considerare attentamente i termini delle loro polizze e come esse possano rispondere ai vari scenari. Questo report ci ricorda in modo puntuale le situazioni di rischio dinamiche in cui gli assicurati operano e la considerazione che va data agli accordi assicurativi che essi hanno in atto per le loro attività”.