di Pierluigi Mandoi
L’investimento vincente su Piazza Affari? Lo si può trovare nelle società di risparmio gestito, tra i fiori all’occhiello del listino milanese. Lo ha detto Giacomo Campora, amministratore delegato e direttore generale di Allianz, intervistato da Andrea Cabrini in occasione della Investment Week 2021, tenutasi dal 4 all’8 ottobre su Class Cnbc. «Il settore in Italia è senza eguali», ha affermato il dirigente: «Ci sono pochi Paesi al mondo che hanno sul mercato azionario titoli che rappresentano il risparmio gestito. Fineco, Azimut, Banca Mediolanum, Banca Generali, Anima sono tutti titoli interessanti perché hanno un fattore di crescita all’interno di un Paese che fino a oggi ha avuto difficoltà ad avanzare». E se è vero che è difficile che uno Stato che non cresce sia guardato con attenzione dai grandi investitori, questo significa che non si possono mancare le opportunità di sviluppo fornite dai piani di ripresa post-pandemica. «Il +6% o +7% di pil che registreremo quest’anno è una notizia straordinariamente positiva. Bisogna che da qui si entri in un meccanismo virtuoso di investimenti che generino altra crescita. E Mario Draghi al governo è la persona più adatta per il compito», ha aggiunto Campora.
A detta del manager milanese, la parola d’ordine deve essere «crescita» anche per le scelte degli investitori, all’interno di un mercato globale caratterizzato da grande incertezza. Anche se si è in parte smorzato il rally dei titoli tecnologici che ha caratterizzato l’ultimo periodo, il settore tech «è sempre da guardare con grande attenzione»: ma bisogna individuare i titoli che presentano il più alto potenziale di crescita degli utili. «È importante vedere, ad esempio, la spesa di ricerca e sviluppo, così come il track record, se l’azienda è in grado di replicare quando fatto fino ad ora», ha precisato Campora: «Vedere che il Nasdaq perde il 3% non è una ragione sufficiente per andare a investirci. Quello che andrebbe fatto è avere posizioni che durano moltissimi anni, individuare le società con prospettive di lungo termine. Allianz Global Investors è stata investitrice nei titoli di Tesla da più di dieci anni».
Ma un’altra importante prospettiva per il prossimo futuro è quella del rialzo dei tassi di interesse. Una buona notizia per coloro che non sono investitori e preferiscono mantenere la liquidità nei propri conti correnti: «dopo tanti anni di rendimenti a zero o negativi, era tanto il desiderio di riportare frutti positivi che il loro meccanismo di protezione cominciava a cedere. Ora si ritornerà ad avere una remunerazione positiva della liquidità». Gli investitori nell’obbligazionario si posizioneranno sulla parte breve della curva comprando titoli che scadono nei prossimi tre anni, meno soggetti a variazioni di valore. «Mentre chi è abituato a investire in maniera più dinamica, quindi comprare capitale di rischio, la differenza la si vede nei settori che fanno meglio con i tassi positivi», come il bancario e il finanziario. «Sono convinto che nei prossimi dieci anni», ha aggiunto Campora, «con la normalizzazione dei tassi i bond decennali americano e tedesco debbano tornare verso il 4% nominale. E se si arriva a quel punto, banche e assicurazioni, che già oggi riescono a reggere più o meno tutti gli shock, torneranno a guadagnare normalmente, senza dover fare i contorsionisti».
Il dirigente non si è detto preoccupato nemmeno delle problematiche relative al prezzo dell’energia o dei possibili effetti sistemici del caso Evergrande in Cina. «L’offerta di energia tornerà normale non appena si stapperà il collo di bottiglia nel quale ci troviamo adesso. Ora che le vaccinazioni stanno consentendo al mondo economicamente più sviluppato di ritornare a funzionare a regime normale la catena logistica non è più abituata a muovere scorte energetiche con la stessa velocità con cui funzionava nel 2019. Ci vorrà un po’ ma si tornerà alla normalità», ha spiegato. E sul possibile default del colosso immobiliare cinese ha aggiunto: «Non penso che avrà alcun impatto. Niente a che vedere con la situazione Lehman Brothers del 2008. Il partito comunista cinese ha imposto un giro di vite su tutti i tycoon che stavano diventando personaggi anche noti all’estero, riportandoli più in linea con la gestione pianificata dell’economia. E sarà il governo a decidere fino a che punto imporre una lezione a una società che era stata gestita in maniera speculativa. Quindi credo che su Evergrande non avremo nessuna conseguenza reale per l’economia».
Infine, una considerazione anche sul tema della sostenibilità: «Penso che non si debbano utilizzare gli argomenti del cambiamento climatico a scopi commerciali. Credo che quello che invece si può fare è decidere con gli investimenti, con il denaro. Fare una ricerca molto seria e uscire lentamente ma gradualmente da quelle industrie la cui attività non è sostenibile». (riproduzione riservata)
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