L’ISTITUTO CONTROLLATO DA REALE GROUP GESTISCE 18 MILIARDI DI ATTIVI E SPINGE SUGLI SPAZI BANCARI
di Anna Messia
Prosegue il piano di crescita di Banca Reale tra filiali vere e proprie e spazi bancari. La banca del gruppo assicurativo torinese nei giorni scorsi ha aperto a Roma la sua decima filiale, nel centro storico della città, in Via San Claudio, a due passi da Largo Chigi. Una filiale che «sarà al servizio di tutte le agenzie assicurative del gruppo presenti nel Lazio», dice a MF-Milano Finanza il condirettore generale di Reale Mutua e direttore generale di Banca Reale, Massimo Luviè. Proprio quest’anno Banca Reale ha compiuto 20 anni dalla sua nascita ed è arrivata a gestire 18 miliardi di attivi assicurativi del gruppo ma anche circa 500 milioni di risparmi (tra fondi e gestioni) dei clienti con impieghi (tra mutui, prestiti e finanziamenti per le polizze) di circa 600 milioni. «La banca è a completo servizio della rete degli agenti del gruppo, evitando ogni forma di conflittualità», spiega Luviè sottolineando che l’obiettivo è di migliorare il servizio ai clienti. Se ormai il 95% dei servizi bancari può essere offerto a distanza, nelle agenzie assicurative dai consulenti finanziari abilitati (figure che coincidono con gli stessi agenti, subagenti o collaboratori) per il 5% restante la relazione fisica nella filiale può fare la differenza.
Nel modello di Banca Reale non ci sono le classiche filiali ma anche spazi bancari che ruotano sempre intorno alle agenzie. «Non si tratta di filiali ma di strutture bancarie più leggere, senza la gestione del contante, dove possono comunque essere offerti tutti i servizi», chiarisce Luviè. Proprio su queste ultime strutture si concentra il piano di aperture previsto dalla banca, con 30 spazi bancari già aperti sul territorio. L’intenzione, anche in questo caso, è di offrire in un unico punto di contatto tutti i servizi di cui il cliente ha bisogno. Un modello che ha dimostrato di funzionare molto bene nel caso dell’ecobonus per le ristrutturazioni immobiliari, «con circa 4 mila pratiche arrivate, la metà delle quali sono state accolte perché rispettavano i criteri per usufruire dei benefici fiscali», conclude Luviè. (riproduzione riservata)
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