A SETTEMBRE LE IMMATRICOLAZIONI CALANO DEL 23%. PESA LA CARENZA DI CHIP
Il tasso di immatricolazioni automobilistiche nell’Unione europea è sceso anche in settembre, appesantito dalla carenza di scorte di semiconduttori, segnando il calo più netto per questo mese dal 1995: lo ha reso noto Acea, l’Associazione dei costruttori, osservando che le nuove registrazioni sono scivolate del 23% su base annua a 718.598. L’Italia ha ceduto il 32,7%, la Germania il 25,7%, la Francia il 20,5% e la Spagna il 15,7%. Al contrario, nei primi nove mesi, le immatricolazioni sono aumentate del 6,6% a 7,5 milioni grazie ai significativi guadagni realizzati all’inizio dell’anno, che hanno contribuito a mantenere i volumi complessivi in territorio positivo.

Per quanto riguarda le singole case automobilistiche, in settembre Volkswagen ha perso il 28% a 156.228 veicoli, mentre le vendite di Bmw sono scivolate del 19% a 45.907 unità. Non è andata bene nemmeno a Daimler, che ha accusato un crollo del 43% a 34.922. Male anche Renault (-22% a 86.159), mentre le registrazioni di Stellantis sono scese del 30% a 148.283. Toyota ha perso il 20% a 43.781 unità e Nissan il 36% a 13.209. Unico costruttore in territorio positivo è stato Hyundai, che ha messo a segno una crescita del 13% a 76.238.

«Il mercato italiano, ancora su livelli di oltre il 20% inferiori rispetto al pre-Covid, rimane purtroppo attestato alla quarta posizione in Europa, dopo avere occupato per anni la seconda e poi la terza», ha sottolineato Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’associazione che rappresenta le case automobilistiche estere. «La penetrazione dell’auto ricaricabile cresce anche in Italia, ma lo fa su volumi in caduta libera, e il gap verso gli altri principali mercati resta molto ampio anche in termini percentuali. Le previsioni di mercato totale per il 2021 si aggirano intorno al milione e mezzo di immatricolazioni, e quelle per il 2022 non lo superano di molto».
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