di Luisa Leone
Tagliando in vista per la direttiva europea sull’open banking (Psd2), pensata per favorire lo sviluppo dei pagamenti digitali e dei servizi finanziari innovativi. Nei giorni in cui in Italia si annunciava la creazione di un campione nazionale del cashless, con la prevista fusione tra Sia e Nexi, a Bruxelles si presentavano due nuovi importanti pacchetti legislativi, uno sulla finanza digitale e l’altro nuova strategia europea per i pagamenti. I pacchetti sono corposi e complessi ma in entrambi si fa riferimento alla necessità di rimettere mano alla Payment Services Directive 2. A poco più di due anni dalla sua entrata in vigore, «più di 400 entità non bancarie – operatori terzi – sono ora autorizzati a fornire sia servizi di pagamento che di informazione finanziaria e un crescente numero di banche stanno offrendo esse stesse» questo tipo di servizi, si legge nel documento sullo sviluppo dei pagamenti digitali.
Tuttavia «il grande potenziale dell’open banking rimane ancora largamente non sfruttato. Due anni dopo l’entrata in vigore, la Direttiva non ha ancora prodotto il suo pieno impatto». Il complesso insieme di norme volte a stimolare i sistemi di pagamento digitale e più in generale ad aprire il mondo finanziario a operatori innovativi, diversi dalle banche ha mostrato i suoi limiti nel raggiungere gli obiettivi di rivoluzione digitale indicati e per questo la Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, pensa già a una sua revisione, che però richiederà del tempo. In particolare Bruxelles evidenzia due punti sui quali si dovrà verosimilmente intervenire con la revisione: il primo è legato alle difficoltà incontrate dagli operatori terzi, i prestatori di servizi, ad avere accesso alle informazioni dei conti correnti bancari, e il secondo alla non completa implementazione dell’autenticazione forte nei pagamenti, in particolare nell’e-commerce. Ma la Ue è determinata a fare della «Psd2 un pieno successo», così una revisione completa della disciplina si prevede già per la fine del 2021. Mentre una proposta per un nuovo pacchetto sull’Open Finance sarà lanciato a metà 2022.
Intanto prima potrebbero arrivare le decisioni della Commissione per spingere i pagamenti istantanei, per i quali Sia e Nexi offrono una piattaforma ad hoc alle banche, che pure non riescono ancora a decollare. Secondo il documento di Bruxelles, a tre anni dall’introduzione, solo il 62,4% dei provider europei ha aderito al meccanismo che consente il trasferimento immediato di somme tra conti e per questo la Ue pensa alla possibilità di inserire un obbligo di adesione per gli operatori. La decisione non è stata ancora presa ma l’esecutivo europeo ha già stabilito che dopo il prossimo novembre, quando scadrà il periodo di transizione, esaminerà la diffusione di questo mezzo di pagamento e, qualora non lo ritenesse sufficiente, decidere se sia il caso di inserirne l’obbligo di adesione al sistema, entro la fine del 2021. (riproduzione riservata)
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